Il Consiglio federale adotta il messaggio sulla riforma della previdenza professionale

Berna, 25.11.2020 - Con la riforma della previdenza professionale (LPP 21) si intende mantenere il livello delle rendite, rafforzare il finanziamento e migliorare la copertura assicurativa dei lavoratori a tempo parziale, e quindi in particolare delle donne. Nella sua seduta del 25 novembre 2020 il Consiglio federale ha adottato e trasmesso al Parlamento il messaggio concernente la riforma.

A causa dell’aumento della speranza di vita e del basso livello dei tassi d’interesse, la situazione delle rendite della previdenza professionale è già da tempo precaria. Dopo la bocciatura della riforma della previdenza per la vecchiaia nel settembre del 2017, una riforma della previdenza professionale, e in particolare la riduzione dell’aliquota di conversione, è indispensabile per garantire a lungo termine il finanziamento delle rendite.

Nel suo messaggio al Parlamento, il Consiglio federale propone di riprendere il modello elaborato su sua richiesta dalle parti sociali, ovvero Unione svizzera degli imprenditori (USI), Unione sindacale svizzera (USS) e Travail.Suisse. Questo modello prevede una riduzione dell’aliquota minima di conversione al 6 per cento. Se si considerano l’evoluzione demografica e il basso livello dei tassi d’interesse, l’aliquota attualmente applicata per convertire il capitale risparmiato in rendita, pari al 6,8 per cento, è troppo alta.

Introduzione di un supplemento di rendita

Per il Consiglio federale è fondamentale mantenere il livello delle prestazioni. Per attenuare la riduzione delle rendite dovuta all’abbassamento dell’aliquota di conversione, il progetto prevede parallelamente un meccanismo di compensazione. I futuri beneficiari di rendite di vecchiaia e d’invalidità riceveranno un supplemento di rendita mensile per tutta la vita. Per un periodo transitorio di 15 anni, il suo importo sarà fisso e verrà sancito nella legge: le classi d’età che acquisiranno il diritto alla rendita nei primi cinque anni dall’entrata in vigore riceveranno un supplemento di 200 franchi al mese, le cinque classi d’età successive 150 franchi al mese e le ultime cinque classi d’età 100 franchi al mese. Successivamente il Consiglio federale fisserà l’importo di anno in anno. Questo supplemento, indipendente dall’importo della rendita, sarà finanziato con un contributo pari allo 0,5 per cento del reddito annuo soggetto all’AVS fino a 853 200 franchi (nel 2020).

Riduzione della deduzione di coordinamento

Per migliorare la previdenza delle persone con redditi modesti, il progetto prevede anche una riduzione della deduzione di coordinamento dagli attuali 24 885 a 12 443 franchi. In questo modo sarà assicurato un salario più elevato. Gli assicurati con redditi modesti, in particolare le donne e i lavoratori a tempo parziale, beneficeranno così di una migliore sicurezza sociale per la vecchiaia e l’invalidità.

Adeguamento degli accrediti di vecchiaia

Il progetto prevede inoltre la riduzione della differenza tra i contributi degli assicurati giovani e quelli dei più anziani. I nuovi accrediti di vecchiaia saranno meno graduati rispetto a oggi. In futuro, nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 44 anni si applicherà un’aliquota del 9 per cento sul salario soggetto alla LPP e a partire dai 45 anni un’aliquota del 14 per cento. In questo modo gli oneri salariali per i lavoratori anziani diminuiranno. Attualmente gli accrediti di vecchiaia per gli assicurati a partire dai 55 anni ammontano al 18 per cento del salario soggetto alla LPP.

La riforma LPP 21 del Consiglio federale permetterà di mantenere il livello complessivo delle prestazioni della previdenza professionale obbligatoria e persino di migliorarlo per le persone con redditi modesti, il che andrà in particolare a favore di molte donne. L’Esecutivo ritiene che la proposta alternativa elaborata da diversi attori (ASIP, USAM e ASA) non consenta di raggiungere uno dei principali obiettivi della riforma, ovvero il mantenimento del livello delle rendite.


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