Lotta alla povertà e sviluppo sostenibile: la Svizzera rinnova il suo sostegno al Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo

Berna, 18.11.2020 - Nonostante i progressi compiuti nell’attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, circa 600 milioni di persone nel mondo vivono in condizioni di estrema povertà. A causa del coronavirus, per la prima volta da decenni il loro numero registra una forte impennata. Il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUS) svolge un ruolo cruciale nella lotta alla povertà. Il Consiglio federale ha pertanto deciso il 18 novembre di versare al Programma un contributo di 52,7 milioni di franchi.

La Banca Mondiale stima che fino a 115 milioni di persone potrebbero ricadere in condizioni di povertà estrema a causa della pandemia di COVID-19. È la prima volta dal 1998 che il numero di persone toccate dalla povertà estrema aumenta. L’ONU stima che siano necessari 10,3 miliardi di dollari per far fronte alle esigenze umanitarie e alle conseguenze sociali, economiche e politiche che la pandemia causerà a lungo termine nei Paesi più poveri. Si stima che, entro il 2030, l’80 per cento delle persone più povere vivrà in contesti fragili o in regioni colpite da conflitti.

Con il suo sostegno di 52,7 milioni di franchi al PNUS per il 2021, la Svizzera fornisce un importante contributo alla gestione della crisi COVID-19 e al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Il PNUS sostiene i Paesi in via di sviluppo nella lotta contro la povertà e nel superamento degli ostacoli strutturali al raggiungimento di uno sviluppo sostenibile, ad esempio promuovendo la prevenzione dei conflitti e rafforzando la governance democratica e le capacità di gestione delle crisi. Gli obiettivi perseguiti dal Programma – ridurre le disuguaglianze, la povertà, i conflitti e altre minacce che hanno un impatto anche al di fuori dei Paesi in via di sviluppo – sono in linea con gli interessi della Svizzera.

Tra il 2018 e il 2019 il PNUS ha migliorato l’accesso ai servizi di base per 48 milioni di persone, la metà delle quali sono donne. In 28 Paesi colpiti dalla crisi ha creato posti di lavoro o migliorato i mezzi di sussistenza per cinque milioni di persone. Nel campo dello Stato di diritto, i suoi progetti hanno sostenuto i processi elettorali in 23 Paesi e contribuito a rendere possibile la registrazione di 28 milioni di nuovi elettori, di cui il 48 per cento sono donne. Il Programma assume un ruolo di primo piano nell’ambito della pandemia dovuta al coronavirus, perché analizza l’impatto socioeconomico su oltre 60 Paesi e coordina il sostegno socioeconomico dell’ONU a medio termine. Circa il dieci per cento dei contributi alle spese generali del Programma è stato impiegato per gestire la pandemia.

Il PNUS è un partner strategico della Svizzera dal 1974 nonché una delle organizzazioni multilaterali prioritarie della cooperazione internazionale (CI) svizzera. Il suo impegno è in linea con gli obiettivi della Strategia CI 2021–2024, ovvero promuovere lo sviluppo economico e umano, la pace e lo Stato di diritto, combattere il cambiamento climatico e i suoi effetti e gestire le risorse naturali in modo sostenibile. Affinché il contributo svizzero porti risultati convincenti per i gruppi più poveri e vulnerabili della popolazione, la Svizzera si adopera attivamente in seno agli organi direttivi del Programma per accrescerne l’efficacia e potenziare i suoi sforzi di riforma, e partecipa all’elaborazione del piano strategico 2022–2025.


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