Analisi dei passaggi dall’assicurazione invalidità all’aiuto sociale

Berna, 17.11.2020 - La focalizzazione dell’AI sull’integrazione ha mostrato l’effetto desiderato: il 58 per cento degli assicurati che avevano presentato una richiesta di prestazioni AI nel 2014 esercitava un’attività lucrativa e non percepiva alcuna rendita AI quattro anni più tardi. Per quanto riguarda le persone che avevano presentato una richiesta di prestazioni nel 2005, tale quota si attestava solo al 50 per cento. D’altro canto, tuttavia, la quota delle persone che hanno percepito prestazioni di aiuto sociale dopo la mancata assegnazione di una rendita AI è aumentata dall’11,6 al 14,5 per cento. È quanto emerge da una recente analisi dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS). La riforma Ulteriore sviluppo dell’AI rafforzerà ulteriormente l’attività d’integrazione dell’AI, il che dovrebbe determinare una riduzione del numero di passaggi all’aiuto sociale. La riforma entrerà in vigore presumibilmente nel 2022.

Con la 4a e soprattutto con la 5a revisione dell’AI, del 2004 rispettivamente del 2008, ma anche con la 6a revisione dell’AI, del 2012, l’attività d’integrazione dell’AI è stata rafforzata in modo massiccio. Sempre più persone assicurate hanno in seguito ottenuto dall’AI un sostegno per il mantenimento del posto di lavoro o la reintegrazione, invece di una rendita. Finora non era chiaro se si fosse riusciti a mantenere durevolmente la capacità al guadagno di queste persone o se si fosse arrivati a un travaso di casi dall’AI ad altri rami assicurativi, in particolare all’aiuto sociale.

Per poter rispondere a queste domande, negli ultimi dieci anni l’UFAS ha creato la banca dati AS/AI/AD, con la quale si possono documentare i passaggi tra aiuto sociale (AS), assicurazione invalidità (AI) e assicurazione contro la disoccupazione (AD). Questa banca dati, che ora viene ulteriormente sviluppata dall’Ufficio federale di statistica (UST), comprende ormai tutte le persone che hanno presentato una richiesta di prestazioni AI tra il 2005 e il 2017. Ora l’orizzonte temporale è dunque sufficientemente lungo per svolgere analisi di andamento. Il rapporto di ricerca sull’andamento dei passaggi dall’AI all’AS, «Entwicklung der Übertritte von der Invalidenversicherung in die Sozialhilfe», pubblicato dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), è l’analisi più rappresentativa svolta finora su questa base.

Aumento delle nuove richieste di prestazioni AI e cambiamento delle prestazioni AI

In primo luogo, lo studio constata che fra il 2005 e il 2017 il numero delle nuove richieste di prestazioni AI è aumentato di circa un terzo, passando da 43 000 a 57 000. Circa un terzo delle persone che avevano presentato una richiesta di prestazioni AI ha ricevuto una prestazione dell’AI entro quattro anni. A tal proposito, il tipo delle prestazioni assegnate è cambiato in modo sostanziale: mentre i provvedimenti di integrazione sono quasi triplicati, passando dall’8 per cento degli assicurati che hanno presentato una richiesta nel 2008 al 23 per cento nel 2014, il numero delle rendite AI di questo gruppo è calato, passando dal 26 per cento al 15 per cento.

Aumento delle persone economicamente indipendenti

Nel periodo considerato, la quota di coloro che quattro anni dopo la richiesta di prestazioni AI esercitavano un’attività lucrativa e non percepivano alcuna rendita AI è salita dal 50 al 58 per cento. In tale contesto, anche la quota delle persone con un reddito da attività lucrativa sufficiente all’esistenza superiore a 3000 franchi è aumentata, passando dal 31 al 38 per cento. Rispetto a prima, il numero delle persone economicamente indipendenti dopo la richiesta di prestazioni AI è dunque in proporzione maggiore. Al contempo, tuttavia, è maggiore anche il numero delle persone che, quattro anni dopo la richiesta di prestazioni AI, vivono senza rendita AI e senza un reddito da attività lucrativa sufficiente all’esistenza. Per quanto riguarda gli assicurati che hanno presentato una richiesta di prestazioni AI nel 2006, tale quota si attesta al 40 per cento, mentre è leggermente superiore (43 %) nel caso di coloro che hanno presentato una richiesta nel 2013.

Aumento dei passaggi all’aiuto sociale

Con i provvedimenti di integrazione dell’AI, in molti casi gli assicurati hanno potuto mantenere o recuperare la loro capacità al guadagno. Queste persone non soddisfano le condizioni per una rendita dell’AI. Ciò non significa però che riescano effettivamente a rientrare nel mercato del lavoro e non abbiano più bisogno di sostegno. L’analisi dei dati di AS/AI/AD indica soltanto che i casi in cui questo non accade sono diventati più frequenti. Degli assicurati che hanno presentato una richiesta di prestazioni AI nel 2006, quattro anni dopo l’11,6 per cento percepiva prestazioni di aiuto sociale. Per quelli che hanno presentato una richiesta di prestazioni AI nel 2013, nel 2017 tale valore si attestava al 14,5 per cento. Sulla base di un modello di stima che elimina i fattori di sviluppo esterni all’AI, si può presumere che nel 2017 approssimativamente 5450 persone percepissero prestazioni di aiuto sociale, perché non soddisfacevano più le condizioni per una rendita AI a causa delle revisioni di legge degli ultimi anni, orientate all’integrazione. Si tratta di circa il 3 per cento dei casi di aiuto sociale nel 2017 o di poco più dell’1,5 per cento dei circa 360 000 assicurati che avevano presentato una richiesta all’AI fra il 2006 e il 2013.

Nel periodo di osservazione sono inoltre passate all’aiuto sociale circa 2000 persone, dopo che l’AI ha soppresso la loro rendita. Uno dei motivi potrebbe essere l’applicazione di una disposizione dalla 6a revisione dell’AI, che ha condotto al riesame di numerose rendite AI in essere negli anni tra il 2012 e il 2014. In tal caso, questi passaggi dall’AI all’AS rappresenterebbero un fenomeno transitorio. Una futura analisi sulla base di una banca dati AS/AI/AD più ampia potrebbero fare chiarezza in merito.

Implicazioni di questo sviluppo per l’AI

Per l’AI, i risultati dell’analisi implicano, da un lato, che è giusto ed efficace rilevare il più tempestivamente possibile gli assicurati AI con problemi di salute e cercare di mantenere il posto di lavoro e la capacità al guadagno con provvedimenti mirati. Dall’altro lato, le offerte di sostegno e di integrazione devono essere impostate meglio e applicate in modo più mirato per (ri)condurre all’esercizio di un’attività lucrativa gli assicurati che non ne svolgono (più) una. Questo è l’indirizzo generale che persegue la riforma Ulteriore sviluppo dell’AI, che potenzia e amplia i provvedimenti di integrazione, prestando particolare attenzione ai giovani assicurati e agli assicurati affetti da malattie psichiche.


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