« Assumiamoci le nostre responsabilità»

Berna, 23.09.2020 - Simonetta Sommaruga, Presidente della Confederazione, Messaggio video per il dibattito generale della 75a Assemblea Generale delle Nazioni Unite

(Fa fede la versione orale)  

Signor Presidente dell’Assemblea generale,

Signor Segretario generale delle Nazioni Unite,

Onorevoli Capi di Stato e di Governo,

Eccellenze,

Signore e signori,

ci sono momenti che lasciano il segno su intere generazioni. La fondazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite settantacinque anni fa è stato uno di questi momenti. Per questo, dobbiamo esserne grati ai nostri genitori.

Possiamo tuttavia permetterci oggi di guardare con occhio critico all’ONU? – Sì, possiamo...  Anzi, dobbiamo.

In effetti, a settantacinque anni di distanza, ci sono ancora guerre, più rifugiati e sfollati che mai, una crisi climatica per ora senza soluzione, milioni di esseri umani che soffrono ancora la fame, e l’uguaglianza tra uomini e donne che non è stata raggiunta.

Potremmo criticare l’ONU per questo – ma fondamentalmente, quando parliamo dell’«ONU», di chi parliamo? – In realtà parliamo di noi stessi, perché l’ONU è fatta dai suoi Stati membri. E questi spesso ostacolano il lavoro dell’ONU. Bloccano le decisioni o si rifiutano di attuarle, affossano le risoluzioni e violano i loro principi.

Tutto ciò indebolisce l’ONU. E di conseguenza ci indebolisce. Se vogliamo un’ONU forte, allora noi, Stati membri, dobbiamo sostenere con determinazione questa Organizzazione e perseguire insieme i suoi obiettivi. Perché gli obiettivi dell’ONU sono i nostri obiettivi.

Signore e signori,

viviamo in un’epoca segnata da tensioni geopolitiche. In molti Stati si registra anche una polarizzazione interna sempre più grande.

Oggi più che mai, l’ONU è indispensabile per promuovere la pace e la sicurezza nel mondo. L’ONU incarna la causa dei diritti umani, quella dello sviluppo sostenibile e di un mondo governato dalla legge. Faremmo quindi bene a perseguire insieme gli obiettivi dell’ONU, che vanno a beneficio di tutti noi e ci rafforzano.

Il mio Paese è orgoglioso di contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’ONU, anche se non è sempre un compito facile. È difficile tradurre sul piano della politica nazionale gli obiettivi che ci siamo prefissati, per esempio in ambito climatico o di parità di genere. Ma è per questo che tutte e tutti noi, donne e uomini impegnati in politica, veniamo eletti: per offrire alle nostre rispettive popolazioni e all’umanità in generale una vita dignitosa in libertà e sicurezza.

Il mio Paese è anche a favore di un ordine internazionale basato sul diritto. Noi ci impegniamo per il diritto internazionale umanitario e per la  prevenzione dei conflitti, e offriamo i nostri buoni uffici dove sono desiderati. Il mio Paese è pronto ad assumersi responsabilità ancora maggiori ed è per questo che la Svizzera è, per la prima volta, candidata a un seggio non permanente nel Consiglio di sicurezza per il periodo 2023-2024.

Naturalmente la Svizzera sostiene senza riserve la richiesta del Segretario generale di un cessate il fuoco globale. Ma cosa fare al di là di un simile appello?

È necessario investire ancora di più nella prevenzione dei conflitti. Anche qui i diritti umani devono rimanere al centro della nostra azione. In questo senso, anche la «Ginevra internazionale» contribuisce alla prevenzione dei conflitti, per esempio ospitando il Consiglio per i diritti umani o il Segretariato del Trattato sul commercio delle armi.

Perseguendo i crimini più gravi, la Corte penale internazionale contribuisce all’attuazione del diritto internazionale umanitario. Confermiamo qui il nostro sostegno alla Corte penale internazionale in quanto parte integrante di un ordine internazionale fondato sul diritto. Per facilitare uno scambio sui migliori modi per rispettare questi standard umanitari, la Svizzera è stata uno dei primi Paesi a pubblicare un rapporto volontario sulla loro attuazione a livello nazionale. Il mio Paese sarebbe felice di sapere che altri seguono il suo esempio.

Se è giusto cercare di prevenire i conflitti e di mitigarne le peggiori conseguenze umanitarie, è anche fondamentale trovare soluzioni durature ai conflitti in corso. In quanto capitale della pace, la «Ginevra internazionale» offre il suo contributo fornendo una cornice in cui è possibile il dialogo tra le parti coinvolte.

La politica di pace svizzera si basa su elementi fondamentali della cultura politica del mio Paese, come la condivisione del potere, l’apertura al dialogo, la tolleranza e la capacità di tenere conto degli interessi di ognuno. In futuro la Svizzera intende rafforzare ulteriormente le sue capacità di mediazione e facilitazione per aiutare coloro che desiderano porre fine ai conflitti attraverso il dialogo.

Signore e signori,

se da un lato la «Ginevra internazionale» contribuisce alla pace e alla sicurezza nel mondo, dall’altro è anche la sede dell’Organizzazione mondiale della sanità, che ha svolto un ruolo cruciale dallo scoppio della pandemia di COVID-19.

L’attuale crisi sanitaria ha causato sofferenze indicibili in tutto il mondo. A essere colpite più duramente sono state le persone più vulnerabili: il bambino in un affollato campo per sfollati; la madre sola che ha perso il lavoro; il giovane le cui prospettive professionali sono state distrutte; o gli anziani e i malati particolarmente a rischio.

Il mio Paese cerca di affrontare questa pandemia nel miglior modo possibile.

In questa lotta contro la pandemia, l’Organizzazione mondiale della sanità svolge un ruolo centrale. In qualità di Paese ospite dell’OMS e di altre organizzazioni internazionali del settore sanitario, la Svizzera si impegna a garantire che possano agire in maniera efficace. Perché ciò avvenga, l’OMS deve avere risorse sufficienti e il sostegno di tutti noi per portare a termine le sue riforme. È giusto pretendere così tanto da questa organizzazione che dipende per l’80% da contributi volontari?

Al di là della necessaria lotta contro la pandemia in corso, spetta a noi pensare sin d’ora anche al mondo che emergerà da questa crisi e che non potrà essere identico al mondo di ieri. Ogni crisi è una sofferenza, ma è anche un’occasione di cambiamento che permette di reinventarsi.

Reinventiamoci dunque, tenendo presenti gli obiettivi che ci siamo fissati quando le Nazioni Unite sono state fondate, settantacinque anni fa.

Signore e signori,

ci sono momenti che lasciano il segno su intere generazioni. In simili momenti è necessario agire in modo deciso e coraggioso. È quello che dobbiamo fare oggi. Dal punto di vista del mio Paese, i compiti più urgenti sono l’attuazione dell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile e dell’Accordo di Parigi, oltre a un maggiore impegno per la pace.

Spetta a noi, rappresentanti politici dei nostri rispettivi Paesi, prendere le decisioni giuste per il bene della nostra comune umanità e del nostro pianeta. Assumiamoci dunque questa responsabilità.

Rendiamo più forti le Nazioni Unite e facciamo in modo che le generazioni future possano essere orgogliose delle decisioni che prenderemo oggi.


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