Coronavirus: una parte delle truppe sanitarie sarà licenziata con obblighi di prontezza dall’impiego

Berna, 16.04.2020 - Il numero di richieste d’appoggio da parte dell’esercito pervenute dai Cantoni in relazione con la crisi di coronavirus è soltanto ancora lievemente aumentato. Considerata l’evoluzione della situazione, l’esercito licenzia dall’impiego una parte delle truppe sanitarie in servizio d’appoggio. Il Consiglio federale è stato informato al riguardo in occasione della sua seduta del 16 aprile 2020. La sanità pubblica avrà ancora a sua disposizione un numero sufficiente di militari. Il licenziamento dall’impiego di 300–400 militari è connesso a obblighi di prontezza: i militari potranno essere nuovamente chiamati in servizio nell’arco di 24 ore se la situazione dovesse richiederlo. La misura adottata consentirà ai militari licenziati dall’impiego di tornare al loro posto di lavoro.

Dopo la prima richiesta presentata all’inizio di marzo, sono pervenute all’esercito complessivamente oltre 350 richieste di prestazioni sanitarie, di assistenza, di protezione e di sicurezza. Nel frattempo l’esercito ha già realizzato circa 150 delle richieste d’appoggio sottoposte. Oltre 110 richieste sono in fase di realizzazione. Circa 15 richieste sono in fase di valutazione e circa 40 sono state annullate dai richiedenti. Le richieste rimanenti, non conformi al principio di sussidiarietà, hanno potuto in gran parte essere realizzate con risorse civili.

Licenziamento con obblighi di prontezza

Negli ultimi giorni il numero di richieste è aumentato soltanto ancora lievemente rispetto alle settimane precedenti. Considerate l’evoluzione della situazione e le previste necessità dei Cantoni in materia d’appoggio, l’attuale riserva di militari in stato di prontezza è superiore alle necessità prevedibili. Per questo motivo l’esercito licenzia dall’impiego una parte delle truppe sanitarie, i cui soldati potranno tornare dalle loro famiglie e al loro posto di lavoro. I licenziamenti dall’impiego sono connessi a obblighi di prontezza.

Nel quadro dei summenzionati obblighi di prontezza è previsto che i militari dovranno nuovamente entrare in servizio nell’arco di 24 ore se la situazione dovesse cambiare o in caso di motivate richieste supplementari di appoggio da parte dei Cantoni.

Da 300 a 400 licenziamenti dall’impiego, d’intesa con i Cantoni

Saranno licenziati dall’impiego da 300 a 400 militari. Le risorse disponibili e la situazione in ogni singolo luogo d’impiego sono attualmente analizzate assieme ai Cantoni e ai richiedenti. Dove possibile il personale sul posto sarà ridotto. I primi licenziamenti dall’impiego sono già stati eseguiti o lo saranno ancora in settimana.

Nel complesso, circa 3800 militari sono attualmente disponibili per prestazioni del servizio sanitario a favore della sanità pubblica civile e circa 750 militari sono impiegati nello svolgimento di compiti di protezione e sicurezza a favore dell’Amministrazione federale delle dogane e dei corpi di polizia cantonali. Assieme ai militari che stanno lavorando negli stati maggiori, fornendo ulteriori prestazioni di base per mantenere la capacità permanente di condotta e d’impiego, stanno complessivamente prestando servizio d’appoggio circa 5000 militari.


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Daniel Reist
Portavoce dell’esercito
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