Secondo rapporto di attività dell’Autorità di vigilanza indipendente sulle attività informative (AVI-AIn): potenziale di miglioramento nel trattamento dei dati presso il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC)

Berna, 31.03.2020 - I servizi informazioni svolgono correttamente molte delle loro attività, ma commettono anche degli errori. All'interno della SIC, AVI-AIn vede un potenziale di miglioramento soprattutto nel campo dell'elaborazione dei dati, come per quanto riguarda l'organizzazione e i processi. Per esempio, a volte hanno conservato i dati per troppo tempo o hanno scritto rapporti in modo non esaustivo. Il SIC deve inoltre essere in grado di spiegare in modo trasparente quali informazioni personali vengono raccolte e utilizzate nelle sue banche dati ed il perché. Nel suo secondo rapporto di attività l’AVI-AIn informa la popolazione sui più importanti dati e risultati emersi nell’ambito del proprio lavoro, con l’obiettivo di promuovere la trasparenza nei confronti dell’opinione pubblica in merito alle attività di intelligence.

Nel 2019 l’AVI-AIn ha condotto in tutto 19 verifiche presso i servizi informazioni, sulla base dei quali ha elaborato 63 raccomandazioni all’attenzione del capo del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). L’attuazione di tali raccomandazioni consentirà di ridurre ulteriormente i rischi presenti e di aumentare l’efficienza.

L’AVI-AIn intravede un potenziale di miglioramento presso il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) soprattutto per quanto riguarda il trattamento dei dati. Il SIC deve poter spiegare in modo trasparente i motivi per cui registra e gestisce certe informazioni su certe persone nei propri sistemi di informazione. È anche lecito porre esigenze elevate circa l’ordine adottato per la registrazione di queste informazioni e circa il disciplinamento della loro cancellazione: sotto questo aspetto il SIC può fare meglio. Sulla base dei controlli a campione, l’AVI-AIn ha constatato che nel suo sistema di gestione degli affari il SIC non possiede dossier su personaggi politici allestiti esclusivamente a causa delle loro attività politiche.

Nel 2019 l’AVI-AIn ha iniziato a verificare la collaborazione del SIC con i Cantoni, effettuando verifiche presso i servizi informazioni cantonali (SICant) di Berna, Ginevra, Grigioni, Giura e Sciaffusa. L’AVI-AIn ha inoltre sviluppato una verifica standard che applicherà nei prossimi anni per le verifiche presso i SICant.

Nel campo delle misure di acquisizione soggette ad autorizzazione e delle operazioni
l’AVI-AIn ha svolto cinque verifiche. Rispetto al numero totale di abitanti della Svizzera, il numero di persone toccate da tali misure è insignificante. L’AVI-AIn ritiene quindi che questo strumento estremamente invasivo a disposizione del SIC venga utilizzato nel rispetto del principio di proporzionalità. Con queste misure il SIC esercita una profonda ingerenza nei diritti fondamentali delle persone interessate; pertanto, la tendenziale prudenza nel suo utilizzo è da considerarsi adeguata.

I due settori militari delle attività informative, ovvero il Centro operazioni elettroniche (COE) e il Servizio informazioni militare (SIM), hanno competenze più limitate rispetto al SIC ed entrambi i servizi dipendono in un certo qual modo da quest’ultimo. Entrambi i servizi devono posizionarsi rispetto al SIC, colmare le nicchie in modo ottimale e ottimizzare le sinergie.

Gli organi controllati sono tenuti a garantire la trasparenza nei confronti delle autorità di vigilanza. L’AVI-AIn ha diritto di accedere a documenti, processi e locali che non solo non sono pubblici, ma in parte sono addirittura deliberatamente resi inaccessibili al pubblico. Gli organi controllati hanno sempre garantito all’AVI-AIn questo diritto di accesso, in qualsiasi situazione. Nel suo secondo rapporto di attività l’AVI-AIn illustra alcuni aspetti di questa trasparenza e spiega determinati retroscena delle attività dei servizi informazioni. Con il suo lavoro l’AVI-AIn vuole contribuire ad eliminare o quantomeno minimizzare i rischi legati alle attività di intelligence, e contemporaneamente garantire il rispetto e la realizzazione dei diritti fondamentali delle persone che vivono in Svizzera.

Il rapporto del 2019 non tiene conto delle rivelazioni legate al caso della Crypto SA perché queste non rientrano nel periodo di riferimento del rapporto.


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Thomas Fritschi
Capo AVI-AIn
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