I colloqui von Wattenwyl del 14 febbraio 2020

Berna, 14.02.2020 - Da ormai 50 anni i consiglieri federali e i vertici dei partiti di governo si incontrano nel quadro dei colloqui von Wattenwyl. In occasione dei colloqui del 14 febbraio 2020, l’accento è stato posto sulla Strategia di politica estera fino al 2023 e sul bilancio dell’incontro annuale del WEF a Davos. Hanno preso parte all’incontro la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga, i consiglieri federali Guy Parmelin e Ignazio Cassis e il cancelliere della Confederazione Walter Thurnherr.

La presidente della Confederazione Sommaruga e il consigliere federale Parmelin hanno presentato il bilancio del Governo sull’incontro annuale del WEF. La 50a edizione del WEF ha offerto numerose opportunità di stabilire contatti politici, che altrimenti non sarebbero stati possibili. Questo per quanto riguarda sia i colloqui bilaterali e multilaterali sia gli scambi con partner europei ed extraeuropei. Quanto all’incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il consigliere federale Parmelin ha rilevato che la sfida principale in vista della firma di un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti risiede nel disavanzo commerciale: quasi l’80 per cento del deficit della bilancia commerciale è da ricondurre alle esportazioni dell’industria farmaceutica. La Svizzera ha tuttavia potuto dimostrare che negli ultimi anni questo settore ha creato migliaia di posti di lavoro negli Stati Uniti.

I partiti sono stati informati dal Consiglio federale anche in merito all’incontro a Davos con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. A tale riguardo sono stati affrontati anche gli attuali argomenti di politica europea: oltre all’accordo istituzionale, fra l’altro, gli sforzi della della Svizzera per associarsi al nuovo programma quadro di ricerca Orizzonte Europa 2021-2027, la posizione del nostro Paese nel mercato dell’elettricità europeo e il secondo contributo svizzero ad alcuni Stati membri dell’UE. Nella discussione è stato sottolineato che occorre attendere la votazione del 17 maggio 2020 sull’iniziativa popolare federale «Per un’immigrazione moderata (Iniziativa per la limitazione)» prima di discutere di ulteriori passi da compiere verso l’accordo istituzionale.

Il consigliere federale Cassis ha illustrato la Strategia di politica estera 2020–2023, adottata dal Consiglio federale nella sua seduta del 29 gennaio 2020. Pace e sicurezza, benessere, sostenibilità e digitalizzazione sono le priorità tematiche della strategia. Vi sono inoltre definiti obiettivi concreti per le varie regioni del mondo, con particolare attenzione all’Europa e all’UE nonché priorità per le reti delle rappresentanze elvetiche all’estero e la comunicazione. La Strategia di politica estera 2020–2023 traduce gli obiettivi fissati dal Consiglio federale nella sua legislatura in un ambito d’azione di politica estera. In particolare, è stata accolta favorevolmente la chiara struttura della strategia di politica estera e delle strategie parziali tematiche e geografiche.

In uno scambio di opinioni sul tema di Crypto AG sono state discusse le misure adottate dal Consiglio federale. A seguito di rivelazioni da parte dei media, nel novembre del 2019 il Governo è stato informato sul caso dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). Poiché gli eventi risalgono in parte a molto tempo fa e sono difficili da ricostruire, il Consiglio federale ha deciso il 15 gennaio 2020 di avviare un’inchiesta per chiarire i fatti. I risultati del rapporto d’indagine sono attesi per la fine di giugno.

Nel corso dei colloqui von Wattenwyl di venerdì si è parlato anche di tassi d’interesse negativi. La delegazione del Consiglio federale ha spiegato perché, nonostante gli effetti collaterali indesiderati, i tassi d’interesse negativi sono importanti per la politica monetaria della Banca nazionale svizzera (BNS). Un’abolizione prematura dei tassi di interesse negativi comporterebbe elevati costi economici. I partiti hanno sottolineato che la politica deve portare avanti con la BNS, nel rispetto della sua indipendenza, un dialogo sulla politica globale dei bassi tassi d’interesse e sulle ripercussioni dei tassi d’interesse negativi sulla Svizzera.


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