Il Consiglio federale fissa le prossime tappe del mobility pricing

Berna, 13.12.2019 - In occasione della seduta del 13 dicembre 2019 il Consiglio Federale ha preso atto dei risultati emersi dallo studio d’impatto sul mobility pricing, con riferimento all’area campione di Zugo, e ha incaricato DATEC e DFF di dare il via alla fase successiva con un piano di finanziamento a lungo termine dell’infrastruttura di trasporto. La soluzione dovrebbe consistere nel sostituire l’odierna fiscalità con una tassa basata sul chilometraggio. Occorre inoltre creare le condizioni giuridiche per i progetti pilota di mobility pricing affinché i Cantoni e Comuni che lo desiderano possano svolgere esperimenti di questo tipo. La risoluzione delle problematiche legate al traffico nelle città e negli agglomerati richiede una stretta collaborazione fra Confederazione, Cantoni e Comuni.

Nel 2017 il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) di approfondire l’argomento del mobility pricing con uno studio d’impatto teorico, scegliendo come riferimento la regione di Zugo. Obiettivo di tale indagine era capire quali effetti avrebbe potuto avere su mobilità e popolazione una tassazione a consumo, ma anche analizzare la fattibilità tecnica e gli aspetti di protezione dei dati. In occasione della seduta del 13 dicembre 2019 il Consiglio federale ha preso atto dei risultati dell’esperimento.

Risultati positivi dello studio d’impatto

A fini di ricerca l’imposta sugli oli minerali a destinazione vincolata, la tassa per l’utilizzazione delle strade nazionali («vignetta autostradale») e l’imposta sugli autoveicoli sono state sostituite da una tassa chilometrica, ovvero proporzionale alla distanza percorsa. Anche per i trasporti pubblici è stata ipotizzata una tariffazione chilometrica. Inoltre, nell’ambito ristretto della città e dell’agglomerato urbano di Zugo, sono state applicate tariffe diversificate per fasce orarie, del tutto in linea con l’obiettivo del mobility pricing di decongestionare il traffico nelle ore di punta. Le tariffe chilometriche nelle ore di maggior traffico (07.00-09.00 e 17.00-19.00) sono state calcolate più alte rispetto alle fasce orarie marginali, ma con il preciso scopo di non causare nel complesso un aggravio per gli utenti rispetto a oggi.

L’analisi ha mostrato che il mobility pricing può fornire un contributo fondamentale per decongestionare la circolazione nelle ore di punta, soprattutto negli agglomerati fortemente trafficati: secondo lo scenario principale il volume del traffico motorizzato privato (TMP) in tali fasce orarie può ridursi di un valore fra il 9 e il 12%, mentre nel trasporto pubblico il calo può essere fra il 5% e il 9%. Nel complesso questo determinerebbe una netta riduzione dei tratti critici. Appare quindi possibile raggiungere l’obiettivo del mobility pricing delineato nei principi del piano strategico 2016, cioè snellire il traffico nelle ore di massima affluenza.

Fattibilità tecnica del mobility pricing: requisiti diversi

Gli accertamenti hanno inoltre evidenziato che le tecnologie per attivare il mobility pricing ci sono. È possibile garantire la tutela dei dati definendo esplicitamente in una futura legge i concreti requisiti specifici in materia di privacy. 

È tuttavia emerso che l’attuazione del sistema è molto complicata. A questo si aggiunga che si legano al mobility pricing obiettivi e aspettative di tipo diverso: per alcuni la priorità deve essere il decongestionamento nelle ore di punta, altri puntano a ridurre la domanda di mobilità, garantire il finanziamento dell’infrastruttura o promuovere il trasporto pubblico. Occorre inoltre osservare che vi sono competenze diverse, poiché accanto alla Confederazione operano anche Cantoni e Comuni.

Fasi successive

Su queste premesse, con riferimento al mobility pricing, il Consiglio federale continua a procedere per tappe e con criterio modulare, avendo incaricato il DATEC e il Dipartimento federale delle finanze (DFF) di elaborare un piano per garantire il finanziamento a lungo termine dell’infrastruttura di trasporto. L’odierna fiscalità dovrebbe essere sostituita da una tassa chilometrica, necessaria perché con l’aumento delle auto elettriche e degli altri veicoli a trazione alternativa, il gettito delle imposte sugli oli minerali sta diminuendo. Anche per conseguire gli obiettivi di tutela del clima la tendenza sarà molto probabilmente quella di un allontanamento da benzina e gasolio. Il piano mira a verificare concretamente se la vignetta autostradale, l’imposta sugli autoveicoli e quella sui veicoli elettrici possano confluire ed essere accorpate in un nuovo tributo.

Le maggiori criticità si incontrano nelle città e negli agglomerati, quindi possono essere risolte solo con la collaborazione fra Cantoni e Comuni. Il Consiglio federale ha pertanto incaricato il DATEC di individuare Cantoni, Città e Comuni disponibili ad accogliere progetti pilota di mobility pricing e, in seconda battuta, di preparare un progetto di consultazione per creare le condizioni giuridiche necessarie al loro svolgimento.


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