La Svizzera è anche italiana e romancia: un ostacolo o un’opportunità?

Berna, 27.11.2019 - Qual è il posto dell’italiano e del romancio nel nostro Paese? Un evento organizzato congiuntamente dalla Direzione del diritto internazionale pubblico (DDIP) e dall’Ufficio federale della cultura (UFC) è stato l’occasione per discutere di questo argomento. Si è parlato anche degli impegni che la Svizzera ha assunto aderendo alla Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali e alla Carta europea delle lingue regionali o minoritarie del Consiglio d’Europa. Isabelle Chassot, direttrice dell’UFC, ha parlato in apertura di colloquio, mentre il consigliere federale Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), ha tenuto il discorso di chiusura.

Le persone che parlano italiano e romancio sono riconosciute in Svizzera come minoranze nazionali ai sensi della Convenzione-quadro del Consiglio d’Europa per la protezione delle minoranze nazionali. L’italiano e il romancio sono protetti dalla Svizzera anche in virtù della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. Nonostante gli sforzi della Confederazione e dei Cantoni interessati per preservare le due lingue e promuoverle, il romancio e l’italiano devono battersi per non perdere terreno. In una società che cambia, è necessario trovare modi per tenere vivi questi idiomi minoritari, anche al di fuori della loro area di diffusione tradizionale.

Al convegno hanno partecipato esperti della Svizzera e del Consiglio d’Europa e rappresentanti della società civile, che si sono confrontati sulle recenti conclusioni del Consiglio d’Europa sull’attuazione di queste due convenzioni internazionali da parte della Svizzera. La direttrice dell’UFC Isabelle Chassot ha illustrato in dettaglio le misure previste nel nuovo messaggio sulla cultura 2021-2024 per promuovere e tutelare l’italiano e il romancio. Ha inoltre presentato alcune buone pratiche nel settore dell’insegnamento e dei media. «C’è ancora molto da fare se vogliamo davvero approfittare di questo immenso patrimonio che è la convivenza di quattro diverse culture e lingue nazionali nel nostro Paese. Non basta parlarne il 1° agosto, dobbiamo lavorarci ogni giorno», ha sottolineato il consigliere federale Ignazio Cassis nel suo discorso di chiusura.

La Carta europea delle lingue regionali o minoritarie del 1992 è stata ratificata dalla Svizzera nel 1997. Il suo obiettivo principale è quello di preservare e promuovere la diversità linguistica, che è uno degli elementi più preziosi della vita culturale europea. La Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali del 1995 è l’unico strumento multilaterale, giuridicamente vincolante, per la  protezione delle minoranze nazionali. Ratificata dalla Svizzera nel 1998, mira a proteggere l’esistenza delle minoranze nazionali nei rispettivi territori degli Stati parte e a promuoverne l’uguaglianza piena ed effettiva, garantendo condizioni che consentano la conservazione e lo sviluppo della loro cultura e la preservazione della loro identità.

La promozione del plurilinguismo e della comprensione tra le comunità linguistiche è uno dei pilastri della politica linguistica svizzera. La legge federale sulle lingue, entrata in vigore il 1° gennaio 2010, punta in particolare a rafforzare gli scambi tra comunità linguistiche, a migliorare le competenze linguistiche individuali e istituzionali e a salvaguardare le lingue e le culture romancia e italiana.


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