La preoccupazione della Svizzera per la situazione nello Xinjiang, Cina

Berna, 26.11.2019 - Il DFAE ha preso atto con grande apprensione dei documenti recentemente pubblicati sull’internamento degli Uiguri e di altre minoranze etniche nello Xinjiang. Invita il Governo cinese a tener conto delle preoccupazioni di molti Stati e a concedere all’ONU libero accesso alla regione.

Il DFAE segue da lungo tempo la situazione dei diritti umani nella regione autonoma uigura dello Xinjiang. Il rispetto dei diritti delle minoranze e della libertà di opinione, di stampa e di religione è una priorità della politica svizzera in materia di diritti umani in Cina.

In occasione del dialogo strategico tra Svizzera e Cina del 22 ottobre 2019, il consigliere federale Ignazio Cassis ha espresso preoccupazione per la situazione nello Xinjiang. Inoltre, dal 1991 la Svizzera e la Cina intrattengono un dialogo sui diritti umani, in cui si discutono anche i diritti delle minoranze etniche e religiose nello Xinjiang e in Tibet.

Nell’ambito dell’impegno multilaterale per il rispetto dei diritti umani, la Svizzera ha chiesto la chiusura dei campi di internamento nello Xinjiang già il 6 novembre 2018, in occasione dell’Esame periodico universale (EPU) della Cina da parte del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. La Svizzera ha chiesto alla Cina di concedere all’Alto Commissario dell’ONU per i diritti umani un accesso illimitato allo Xinjiang e di consentire alle Nazioni Unite di svolgere un’indagine indipendente.


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