Previsioni sulla politica d’asilo: tra isolamento e solidarietà; Convegno annuale 2019 della CFM

Berna, 06.11.2019 - Da diversi anni ormai la politica d’asilo è oggetto di critiche provenienti sia dagli ambienti di destra che di sinistra. Gli uni chiedono di inasprire le disposizioni legali, mentre gli altri rivendicano una maggiore apertura e soluzioni alternative. A fronte del numero crescente di profughi nel mondo, nel settore dell’asilo urgono nuove prospettive politiche, a livello europeo come a livello globale. La Commissione federale della migrazione CFM dedica a questa ricerca di prospettive il suo convegno annuale del 7 novembre 2019.

Già da prima della cosiddetta crisi dei rifugiati gli Stati si sono interrogati su come gestire l'afflusso di persone in cerca di protezione. A livello globale, la responsabilità per l'accoglienza del 60 per cento circa delle persone in cerca di protezione incombe a soli 10 Stati. L'85 per cento dei profughi vive in regioni in via di sviluppo. Anche a livello europeo è difficile mettere in campo un sistema corretto. Qual è il margine di manovra in questo ambito politico contestato?

Durante la prima parte del Convegno si discuterà del rapporto dialettico tra gli interessi di politica interna e quelli di politica estera. Anne-Laurence Graf, dell'Università di Neuchâtel, analizzerà fino a che punto gli interessi nazionali possono legittimamente incidere sulla politica migratoria estera. Etienne Piguet, vicepresidente della CFM, stilerà un bilancio post «crisi dell'asilo» del 2015 e proporrà una serie di riflessioni sull'ulteriore procedere. Paul Scheffer, dell'Università di Tilburg, proporrà di discutere se c'è un punto a cui una società non può che dire «basta» per quanto riguarda l'ammissione dei profughi. Infine, Geert van Dok, di Helvetas, proporrà delle piste per condividere tra i vari Stati europei le responsabilità per le persone in cerca di protezione.

Nella seconda parte del Convegno saranno presentati e discussi approcci innovativi alla problematica. Okbaab Tesfamariam, dell'unione dei media eritrei (Eritreischer Medienbund), illustrerà come si potrebbe riconfigurare il discorso pubblico sulla politica d'asilo. Reto Rufer, di Amnesty International, analizzerà in che misura l'opinione pubblica nei confronti delle persone in cerca di protezione sia influenzata dalla criminalizzazione di chi le aiuta a fuggire e quali alternative esistono. Anche Bernd Parusel, dell'autorità svedese in materia di asilo e migrazione e Lea Portman, di «foraus», presenteranno nuovi approcci. Il primo vaglierà se il modello svedese che correla la migrazione nel settore dell'asilo con quella per motivi di lavoro potrebbe fungere da modello e alternativa nell'approccio alla migrazione irregolare. Lea Portmann, dal canto suo, presenterà l'approccio «Swiss Refugee Partnership», grazie al quale privati e organizzazioni della società civile possono contribuire a dare forma all'accoglienza dei profughi.


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