Uzbekistan: il Ministero pubblico della Confederazione confisca più di 130 milioni di CHF in vista di una restituzione

Berna, 24.06.2019 - Nel quadro di un’istruzione penale complessa della durata superiore a sei anni, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha permesso di dimostrare l’esistenza di una struttura creata per ricevere illegalmente somme ingenti da parte di società, in particolare straniere, per entrare o proseguire le loro attività nel mercato uzbeko. In seguito, questa struttura riciclava i fondi all’estero, in particolare in Svizzera, a favore della figlia dell’ex presidente uzbeko. I risultati delle indagini permettono attualmente una prima condanna accompagnata da una confisca superiore a 130 milioni di CHF in vista di una restituzione.

L’8 maggio 2019, in seguito a due sentenze della Corte dei reclami penali del Tribunale penale federale TPF (BB 2019.25 / BB.2019.27), è entrato in vigore un decreto d’accusa emesso dal MPC il 22 maggio 2018 contro una persona vicina a Gulnara Karimova, figlia maggiore di Islam Karimov, ex presidente della Repubblica dell’Uzbekistan. Su suolo svizzero, il condannato è stato attivo tra il 2004 e il 2013 aprendo conti bancari a nome di società volte a frammentare i trasferimenti e a intralciare l’identificazione dell’origine e della destinazione reale dei fondi. Ha anche firmato documenti bancari falsi con l’obiettivo di dissimulare la reale proprietaria dei fondi, ossia Gulnara Karimova.

Questa condanna si iscrive nel quadro dell’istruzione penale aperta dal MPC a luglio 2012 sulla base di comunicazioni per sospetto riciclaggio di denaro (comunicazioni MROS) contro l’assistente personale di Gulnara Karimova e il direttore generale della filiale uzbeka di una società russa di telecomunicazioni per falsità in documenti (art. 251 CP) e riciclaggio di denaro (art. 305bis CP). In seguito, la procedura penale è stata estesa a due collaboratori di Gulnara Karimova, a Gulnara Karimova stessa – una volta sospesa l’immunità legata alla sua attività di diplomatica presso l’ONU a Ginevra – nonché nei confronti della persona condannata dal decreto d’accusa del 22 maggio 2018.

L’inchiesta svizzera ha permesso di aprire procedure penali all’estero, alcune delle quali hanno portato a decisioni giudiziarie o a sentenze, in particolare negli Stati Uniti, nei paesi Bassi e in Svezia nei confronti di società di telecomunicazione che hanno commesso atti di corruzione. Inoltre, nel quadro di questa istruzione il MPC ha inviato e ricevuto numerose richieste di assistenza giudiziaria in relazione a 19 Paesi.   

Attualmente si aggiunge la condanna in Svizzera della persona vicina a Gulnara Karimova a una pena pecuniaria di 130 aliquote giornaliere di 3000 CHF ciascuna, ossia un importo totale di 390 000 CHF senza condizionale, e la confisca di un importo superiore a 130 milioni di CHF in previsione di restituirli all’Uzbekistan. L’entità della pena è dovuta in particolare al fatto che il condannato sta scontando una severa pena in Uzbekistan già da diversi anni. Il servizio competente del MPC è incaricato di eseguire questo decreto d’accusa emesso, prima della sua ricusazione, dal procuratore federale Patrick Lamon che ha diretto l’inchiesta.

Conformemente alla decisione della Corte dei reclami penali del TPF del 3 aprile 2019 (BB.2018.195), della quale il MPC ha dovuto prendere atto e che ha attuato in quanto non dispone di mezzi di ricorso, l’istruzione penale svizzera continua sotto la guida di un altro procuratore. Attualmente cinque persone sono ancora sotto inchiesta e più di 650 milioni di CHF di valori patrimoniali continuano a essere sotto sequestro. In merito il MPC non indica alcun calendario e ricorda che la presunzione d’innocenza si applica a tutti gli imputati.

L’Ufficio federale di giustizia (UFG), rispettivamente il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) sono le sole autorità competenti per tutte le questioni legate alla restituzione e alle sue modalità.


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