15 anni di protezione salariale in Svizzera

Berna, 23.05.2019 - Quindici anni fa sono entrate in vigore le misure collaterali per contrastare il timore di una pressione salariale a seguito dell’apertura del mercato del lavoro svizzero. Dal canto suo, la legge federale contro il lavoro nero (LLN)consente da oltre un decennio di lottare contro il fenomeno del lavoro nero. I due rapporti pubblicati il 23 maggio 2019 mostrano che i controlli sul mercato del lavoro sono stati numerosi anche nel 2018, garantendo un sistema che consente di contrastare in modo mirato le violazioni laddove i rischi sono maggiori.

L’introduzione delle misure collaterali, avvenuta 15 anni fa, ha rappresentato un cambio di paradigma. Con l’abolizione dell’obbligo di autorizzazione per i lavoratori stranieri il sistema è stato sostituito da controlli mirati a posteriori e dall’istituzione di un’ampia sorveglianza del mercato, che prevede controlli presso i datori di lavoro svizzeri. Questo meccanismo rafforza il ruolo delle parti sociali.

In questi quindici anni il numero di controlli è aumentato stabilizzandosi ad un livello elevato. Parallelamente a questa evoluzione è migliorata la qualità dei controlli. Dal 2004 il sistema delle misure collaterali si è sviluppato ulteriormente. I vari adeguamenti della legislazione e dell’esecuzione hanno reso l’attuazione della legge più efficace, più efficiente e incentrata sui rischi del mercato del lavoro.

Attuazione delle misure collaterali alla libera circolazione delle persone
Nel 2018 gli organi d’esecuzione hanno verificato il rispetto delle condizioni salariali e lavorative per 173 000 persone e per oltre 42 000 aziende in Svizzera. A livello nazionale è stato controllato il 7% delle aziende svizzere, il 35% dei lavoratori distaccati e il 31% dei prestatori di servizi indipendenti. Per quanto concerne le aziende svizzere, nel periodo 2017 – 2018 la percentuale di offerte di salari inferiori a quelli usuali registrati dalle Commissioni tripartite (CT) cantonali è rimasta stabile (13%), così come il tasso delle violazioni dei salari minimi rilevate dalle Commissioni paritetiche nel 2018 (24%). Per quanto riguarda i distacchi, le percentuali sono invece diminuite: i casi di offerte di salari inferiori a quelli usuali rilevati dalle CT cantonali è passato dal 16% al 15%, mentre le violazioni dei salari minimi constatate dalle CP sono scese dal 25% al 21%. Tra i 5 858 prestatori di servizi indipendenti controllati, vi sono stati sospetti di pseudo-indipendenza nel 6% dei casi. Gli organi d’esecuzione applicano una strategia di controllo basata sul rischio. I tassi di dumping e le violazioni dei salari minimi così calcolati non sono pertanto rappresentativi della situazione globale del mercato del lavoro e vanno interpretati con prudenza. Va inoltre rilevato che nel 2018 il tasso di successo delle procedure di conciliazione tra le aziende che distaccano lavoratori è salito all’85%. Per quanto riguarda i datori di lavoro svizzeri, la percentuale di successo ammonta a più del 50%. Le misure collaterali sono uno strumento necessario per contrastare gli abusi: viene utilizzato in modo mirato e sulla base di una collaborazione tra le parti sociali e le autorità statali.

Lotta al lavoro nero a un livello stabile
Nel 2018, nell’ambito della lotta al lavoro nero, sono stati destinati ai controlli circa 78 posti a tempo pieno a livello svizzero, per un totale di 12 023 controlli di aziende e 37 111 controlli di persone. Le cifre indicate mostrano rispetto all’anno precedente un aumento dello 0,4% dei controlli di aziende e del 2,9% dei controlli di persone. I Cantoni hanno controllato soprattutto il settore dell’edilizia, ingegneria e rami accessori dell’edilizia, quello della ristorazione e il commercio.

Con 15 740 casi sospetti e 4134 riscontri delle autorità specializzate agli organi cantonali di controllo riguardo ai provvedimenti adottati e alle sanzioni inflitte, anche questi settori hanno fatto registrare un aumento rispettivamente del 18% e del 36% rispetto al 2017. Il maggior numero di riscontri delle autorità specializzate potrebbe essere riconducibile in gran parte alla revisione della legge contro il lavoro nero entrata in vigore il 1° gennaio 2018. In base al nuovo testo, le autorità amministrative e giudiziarie, nonché i ministeri pubblici sono tenuti a informare delle loro decisioni e sentenze passate in giudicato gli organi di controllo coinvolti nell’accertamento dei fatti.

Un’ulteriore conseguenza della revisione della legge contro il lavoro nero si nota nel numero di utenti che ricorrono alla procedura di conteggio semplificata. Con la revisione le società di capitali e le società cooperative, nonché il coniuge e i figli che lavorano nell’azienda sono stati esclusi dalla procedura di conteggio semplificata. Il numero di datori di lavoro che utilizzano questa procedura è sceso da 69 875 nel 2017 a 67 774 nel 2018. Nel 2017 sono stati conteggiati con questa procedura gli stipendi di circa 76 444 lavoratori e contributi per un totale di circa 29 milioni di franchi.

Sinergie tra le misure collaterali e i controlli LLN
La cooperazione e lo scambio di informazioni tra gli organi d’esecuzione delle misure collaterali e della legge contro il lavoro nero permettono di rafforzare la lotta a questo fenomeno e alle violazioni delle condizioni lavorative e salariali. L’esecuzione (basata sul rischio) della LLN e delle misure collaterali contribuisce in maniera determinante da oltre un decennio, rispettivamente da 15 anni, a garantire giuste condizioni salariali e lavorative.


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