Nuovi studi dell’UFAM sulle perdite alimentari nel settore agricolo e nelle economie domestiche
Berna, 29.04.2019 - Produrre alimenti che non vengono consumati ha un impatto sul suolo, sulle acque e sul clima. Per questo motivo l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) ha pubblicato due studi che mostrano quanti alimenti sono sprecati nel settore agricolo e nelle economie domestiche in Svizzera. Il settore agricolo genera ogni anno 225 000 tonnellate di perdite alimentari, di cui circa 90 % potrebbero essere evitate. Nelle economie domestiche, invece, i rifiuti alimentari ammontano a quasi un milione di tonnellate e se ne potrebbero evitare quasi la metà. I settori della gastronomia, del commercio al dettaglio e dell’industria alimentare sono già stati analizzati. Gli studi costituiscono un’importante base per l’elaborazione di obiettivi di riduzione in relazione allo spreco alimentare.
Il mancato consumo dei generi alimentari prodotti comporta inutili emissioni di CO2 e un utilizzo superfluo delle risorse idriche e del suolo, con conseguenze sul clima e sullo stato della biodiversità. Per questo motivo, dal 2013 l’UFAM rileva dati sui rifiuti alimentari in collaborazione con le associazioni e i settori interessati. Per mezzo di diversi studi ha individuato le quantità di alimenti che vanno perduti o che sono gettati via lungo la catena di produzione e di commercializzazione, dal campo fino al piatto. L’obiettivo è quantificare le perdite alimentari per ogni settore di produzione e rilevare in che misura siano evitabili.
Settore agricolo: perdite alimentari
Nel settore agricolo ogni anno si registrano perdite di generi alimentari pari a circa 225 000 tonnellate sotto forma di residui o scarti del raccolto. Per mezzo di misure tecniche o organizzative sarebbe possibile prevenire circa 90 % dei rifiuti alimentari del settore agricolo, ossia 200 000 tonnellate. Queste perdite alimentari sono dovute soprattutto alle norme industriali vigenti per i settori a valle della produzione, alle condizioni tecniche e a uno stoccaggio inadeguato. Solamente 2000 tonnellate (il 1 % delle perdite) sono utilizzate nella gestione dei rifiuti e sottoposte a valorizzazione termica per produrre elettricità e calore. Il resto è impiegato nei campi sotto forma di concime o ammendante del suolo (173 000 tonnellate) o come alimenti per animali (49 500 tonnellate).
Economie domestiche: quasi la metà dei rifiuti alimentari finisce nella spazzatura
Nelle economie domestiche svizzere viene prodotto ogni anno all’incirca un milione di tonnellate di rifiuti alimentari. Quasi la metà (480 000 tonnellate) finisce nella spazzatura e viene incenerita. Circa 170 000 tonnellate sono raccolte e utilizzate come concimi ottenuti dal riciclaggio o come biogas. Le restanti 350 000 tonnellate circa sono usate per il compostaggio o come alimenti per animali. Quasi la metà delle perdite alimentari complessive delle economie domestiche potrebbe essere prevenuta, il che corrisponde a circa 60 Kg di rifiuti alimentari all’anno pro capite.
La grande quantità di rifiuti alimentari nelle economie domestiche è dovuta principalmente a due motivi: le persone non riconoscono i rifiuti in quanto tali e sono poco sensibili al valore delle derrate alimentari. Inoltre, vi è una mancanza di conoscenze sulla durata e sulla conservazione degli alimenti, come pure di idee sull’utilizzo degli avanzi. Lo studio dell’UFAM mostra anche che una buona infrastruttura di gestione dei rifiuti vegetali aiuta i Comuni a ridurre considerevolmente i rifiuti alimentari delle economie domestiche. La raccolta differenziata nelle economie domestiche permette una maggiore consapevolezza dei rifiuti alimentari prodotti.
Un piano d’azione per prevenire lo spreco alimentare
Nel 2015 la Svizzera ha adottato, insieme a oltre 190 Stati, l’Agenda 2030 dell’ONU per uno sviluppo sostenibile. Così facendo si è impegnata a ridurre della metà i rifiuti alimentari pro capite entro il 2030 a livello del commercio al dettaglio e dei consumatori. Dovranno inoltre essere ridotte le perdite di generi alimentari che si verificano lungo la catena di produzione e di distribuzione. A marzo 2019 il Consiglio federale è stato incaricato dal Parlamento di elaborare un piano d’azione contro lo spreco alimentare. Gli studi dell’UFAM sul rilevamento dei rifiuti alimentari e il dialogo con le associazioni e i settori interessati creano le basi per soluzioni volte a ridurre lo spreco alimentare. L’impatto ambientale di una tonnellata di rifiuti alimentari varia considerevolmente a seconda dei prodotti di cui si compone e della fase di produzione. Per esempio, esso è particolarmente elevato per i rifiuti di prodotti animali e di derrate alimentari altamente trasformate.
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