Il Patto globale sui rifugiati supera il vaglio del Consiglio federale

Berna, 07.12.2018 - Durante la seduta del 7 dicembre 2018 il Consiglio federale ha passato al vaglio il Patto globale sui rifugiati, che dovrà essere prossimamente approvato dall’Assemblea generale dell’ONU tramite la risoluzione annuale sul lavoro dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR). Il Governo ha incaricato il DFAE di comunicare alla Missione permanente della Svizzera a New York di votare a favore della risoluzione e di informare le commissioni parlamentari competenti in merito alla decisione.

Il Patto globale sui rifugiati si fonda sulle basi giuridiche internazionali pertinenti (Convenzione di Ginevra del 1951 e il relativo Protocollo del 1967). Il Patto consolida il regime esistente e persegue quattro obiettivi principali:

• offrire un sostegno ai Paesi che accolgono un elevato numero di profughi (Uganda, Libano, Turchia, Bangladesh) e promuovere l’aiuto in loco, in linea con quanto auspicato dal Parlamento in materia di cooperazione internazionale;
• sostenere in modo particolare i Paesi delle regioni colpite che portano avanti procedure per integrare i profughi a livello economico e sociale in modo tale da renderli più autonomi e meno dipendenti dall’aiuto pubblico;
• ripartire in modo più equo gli oneri e le responsabilità che derivano dall’accoglienza dei profughi. Il Patto globale sui rifugiati esorta i Paesi che non sono né ospiti né donatori a contribuire in modo più sostanziale all’impegno profuso a livello internazionale;
• incoraggiare, appena possibile, il ritorno dei profughi nel loro Paese d’origine.

Con il sostegno al Patto globale sui rifugiati, la Svizzera difende i propri interessi, che coincidono con gli obiettivi del patto, e riafferma la propria tradizione umanitaria. Il nostro Paese adotta inoltre la stessa posizione della maggioranza della comunità internazionale.

L’istituzione di questo Patto si fonda sulla Dichiarazione di New York adottata dall’Assemblea generale dell’ONU nel 2016 con l’intento di rafforzare la cooperazione internazionale per gestire in modo più efficiente gli spostamenti dei profughi e dei migranti. La Dichiarazione prevedeva l’adozione di due documenti di riferimento a livello mondiale: il Patto per la migrazione e il Patto globale sui rifugiati. Per questo secondo Patto, le basi giuridiche internazionali sono già presenti: segnatamente, la Convenzione di Ginevra del 1951 e il relativo Protocollo del 1967, già ratificati dalla Svizzera.

Il Patto globale sui rifugiati conferma quindi l’attuale regime della protezione internazionale di questa categoria di persone. Il Patto per la migrazione punta invece sul coordinamento globale di tale fenomeno ed è stato negoziato tra singoli Stati. Il Patto globale sui rifugiati, elaborato dall’ACNUR, è stato oggetto di consultazioni con i Paesi membri dell’ONU. Di conseguenza, non sarà adottato nel corso di una conferenza intergovernativa ma verrà semplicemente approvato dall’Assemblea generale attraverso la risoluzione annuale sul lavoro dell’ACNUR.

L’unico punto divergente rispetto alla prassi attuale della Svizzera in materia di protezione dei rifugiati è la richiesta – prevista dal Patto – di ratificare la Convenzione del 1961 sulla riduzione dell’apolidia, a cui il nostro Paese non ha aderito. Tenuto conto che il Patto globale sui rifugiati non è giuridicamente vincolante, non derivano obblighi per la Svizzera in tal senso. Il Consiglio federale ritiene che la ratifica della Convenzione del 1961 sulla riduzione dell'apolidia  non sia necessaria in quanto la legislazione attuale accorda già un’ampia protezione agli apolidi.


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