Lieve diminuzione del numero di soggetti che rappresentano un rischio

Berna, 29.11.2018 - Il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) pubblica periodicamente il numero dei casi trattati nel quadro del suo mandato di prevenzione del terrorismo. Nel novembre 2018 il SIC ha registrato un’ottantina di soggetti che rappresentano un rischio e 93 viaggiatori con finalità jihadiste. Il numero di casi trattati nell’ambito del suo monitoraggio della jihad è passato da 585 nel mese di maggio 2018 a 606 nel novembre 2018.

Il termine «soggetti che rappresentano un rischio» designa gli individui che oggi rappresentano un rischio elevato per la sicurezza della Svizzera. L’ottantina di soggetti che rappresentano un rischio rilevati attualmente (una novantina nel maggio 2018) non risulta da una statistica cumulativa, contrariamente ai viaggiatori con finalità jihadiste, ma rappresenta un’istantanea per quanto possibile completa degli individui che, nel campo del terrorismo, costituiscono una minaccia prioritaria per la sicurezza interna ed esterna della Svizzera. Il SIC non rileva soltanto i jihadisti, ma anche le persone che sostengono o incoraggiano il terrorismo. Tra i soggetti che rappresentano un rischio attualmente rilevati dal SIC figurano anche individui che si sono radicalizzati in Svizzera o prima del loro arrivo nel nostro Paese, ma che non si sono recati in zone di conflitto.

I soggetti che rappresentano un rischio sono rilevati dal SIC sulla base di una combinazione di criteri molto precisi e un riferimento concreto alla violenza è determinante. Tutti i soggetti che rappresentano un rischio sono oggetto di una segnalazione a fedpol e al Ministero pubblico della Confederazione. Il SIC tratta questi casi in coordinamento con i Cantoni e le autorità interessati e applica le misure di prevenzione che rientrano nella sua sfera di competenza. L’elenco dei soggetti che rappresentano un rischio è costantemente oggetto di una valutazione e i casi che non sono più pertinenti non vengono più rilevati dal SIC.

Monitoraggio della jihad: Il numero di casi trattati passa a 606

Nel quadro della prevenzione del terrorismo, il SIC procede anche al monitoraggio dei siti Internet pubblici nonché dei media e dei forum sociali specifici utilizzati da jihadisti. Dal 2012 a oggi, 606 internauti (585 nel maggio 2018) sono stati rilevati dal SIC dopo aver diffuso in Svizzera o a partire dal nostro Paese materiale che favorisce l’ideologia jihadista, oppure perché si connettono con persone in Svizzera o all’estero che propugnano le medesime idee. Quando vi sono degli elementi che indicano che un soggetto si è radicalizzato, il SIC organizza audizioni preventive e chiede l’applicazione di misure in materia di diritto degli stranieri, ad esempio divieti d’entrata in Svizzera ed espulsioni, revoche dello statuto di soggiorno e segnalazioni per la ricerca di persone. In presenza di sospetti reati, il SIC trasmette i casi alle autorità di perseguimento penale.

Viaggiatori con finalità jihadiste: Nessuna partenza verso l’area siro-irachena dal 2016

Nell’ambito della prevenzione del terrorismo, dal 2001 il SIC procede al rilevamento e al monitoraggio operativo dei casi di Svizzeri che si sono recati nelle zone della jihad. Il SIC tratta i casi in maniera coordinata con i Cantoni e le autorità interessati e applica le misure di prevenzione che rientrano nella sua sfera di competenza.

Il SIC pubblica la statistica relativa ai viaggiatori con finalità jihadiste a scadenza trimestrale, eccettuato il caso in cui vi sia un’evoluzione significativa delle cifre. Nel maggio 2013 ha segnalato di aver rilevato una ventina di viaggiatori con finalità jihadiste che dal 2001 hanno lasciato la Svizzera per recarsi in zone di conflitto. Un anno dopo tale numero era salito a 40, per raggiungere un totale di 93 nell’agosto 2018.

 Il numero dei viaggiatori con finalità jihadiste partiti dalla Svizzera che sono stati o sono attualmente in zone di conflitto si è stabilizzato a 93 (come nell’agosto 2018). Dal 2001 a oggi sono state rilevate 78 partenze verso la Siria e l’Iraq e 15 verso la Somalia, l’Afghanistan e il Pakistan nonché uno verso le Filippine. Queste cifre sono cumulative ed è quindi importante precisare che alcune di queste persone sono ancora sul posto, 33 persone sono decedute (di queste, in 27 casi il decesso è confermato), alcune circolano nelle zone di conflitto e altre sono rientrate in Svizzera. Il totale dei rientri ammonta a 16 (di cui 13 casi confermati).

Tra i 93 casi figurano 31 persone in possesso della nazionalità svizzera (di cui 18 binazionali). Il SIC non fornisce alcuna altra indicazione sull’identità, l’età, la nazionalità o il domicilio di queste persone. Il SIC non ha constatato nuove partenze di viaggiatori con finalità jihadiste verso la Siria e l’Iraq dal 2016 e stima che il numero di combattenti suscettibili di rientrare in Svizzera, soli o accompagnati da figli, sia ristretto. Tuttavia, come nel caso dei suoi vicini europei, il nostro Paese non è al riparo dalla problematica del ritorno di famiglie che si sono recate o sono state fondate in zone di conflitto. La collaborazione con le autorità federali (Ministero pubblico della Confederazione, Dipartimento federale degli affari esteri, Ufficio federale di giustizia, Segreteria di Stato della migrazione, Ufficio federale di polizia fedpol, Corpo delle guardie di confine ecc.) e cantonali è stretta e permanente.

Tra i viaggiatori con finalità jihadiste rilevati dal 2001, il SIC stima a una dozzina il numero delle donne aventi un legame con la Svizzera che si sono recate in Siria o in Iraq. Inoltre, ma questa cifra non è conteggiata nelle statistiche né nell’infografica, una ventina di minori di età inferiore ai 12 anni (di cui sei bambini con almeno un genitore in possesso della nazionalità svizzera) sono interessati da questa problematica. Mentre le persone adulte che si sono recate in zone di conflitto sono tutte oggetto di un procedimento penale, la problematica dei minori è per contro trattata caso per caso e preoccupa tanto il SIC quanto gli organi di sicurezza federali e cantonali nonché le istituzioni civili competenti per la lotta alla radicalizzazione.

La minaccia terroristica rimane elevata

La minaccia terroristica nel nostro Paese rimane elevata in considerazione degli attentati avvenuti in Europa negli ultimi mesi. Il modus operandi conferma le previsioni del SIC: questi attacchi sono molto spesso perpetrati da individui isolati o da piccoli gruppi che si sono radicalizzati senza necessariamente intraprendere un viaggio in zone di conflitto.


Indirizzo cui rivolgere domande

Isabelle Graber
Capo Comunicazione SIC
+41 58 462 76 98



Pubblicato da

Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport
http://www.vbs.admin.ch

Servizio delle attività informative della confederazione
http://www.ndb.admin.ch

https://www.admin.ch/content/gov/it/pagina-iniziale/documentazione/comunicati-stampa.msg-id-73138.html