Il Consiglio federale respinge l’iniziativa «Moneta intera»

Berna, 17.04.2018 - Il Consiglio federale respinge l’iniziativa popolare «Per soldi a prova di crisi: emissione di moneta riservata alla Banca nazionale! (Iniziativa Moneta intera)». Durante la conferenza stampa del 17 aprile 2018 il consigliere federale Ueli Maurer ha presentato i motivi del rigetto. Se questa iniziativa venisse accettata, la Svizzera diverrebbe terreno di sperimentazione per un sistema inutile e azzardato. Il settore bancario verrebbe indebolito e la Banca nazionale svizzera (BNS) esposta a maggiori pressioni da parte dell’ambiente politico.

Il 10 giugno 2018 Popolo e Cantoni si pronunceranno sull’iniziativa «Per soldi a prova di crisi: emissione di moneta riservata alla Banca nazionale! (Iniziativa Moneta intera)». L’iniziativa chiede che la facoltà di emettere denaro sia riservata alla BNS e che le banche commerciali non possano più emettere moneta scritturale. Con queste misure si intende proteggere il denaro dei clienti delle banche e prevenire crisi finanziarie. La BNS dovrebbe inoltre mettere in circolazione denaro «non gravato da debito», ossia senza contropartita, distribuendolo direttamente alla Confederazione, ai Cantoni o alla popolazione.

Il Consiglio federale respinge l’iniziativa popolare in particolare per i motivi esposti di seguito.

Un esperimento inutile e rischioso: il Consiglio federale riconosce l’importanza di avere un settore finanziario sicuro e di un sistema finanziario stabile. La riforma sarebbe però un’azione nazionale isolata e implicherebbe una profonda riorganizzazione dell’attuale e ben funzionante sistema monetario e valutario e del settore finanziario svizzero. Si tratterebbe di un salto nel buio legato a notevoli rischi.

Il settore bancario verrebbe indebolito: l’iniziativa indebolirebbe il settore finanziario e a farne le spese sarebbero anche i clienti delle banche. Le possibilità da parte delle banche di erogare crediti e quindi finanziare investimenti sarebbero fortemente limitate. Per finanziare i crediti le banche dovrebbero cercare fonti di finanziamento alternative, tendenzialmente più care. I costi supplementari potrebbero ripercuotersi sui clienti.

Potere eccessivo nelle mani della BNS: l’iniziativa prevede che la BNS assicuri l’approvvigionamento creditizio dell’economia. La gestione dei crediti risulterebbe dunque centralizzata presso la BNS. Una simile concentrazione di potere non è però opportuna. Poiché conoscono meglio le esigenze dei clienti, le banche sono infatti nella posizione migliore per valutare la necessità di crediti e i rischi degli stessi.

A rischio l’indipendenza della BNS: se la BNS dovesse emettere denaro «non gravato da debito» e distribuirlo direttamente alla Confederazione, ai Cantoni o alla popolazione, finanzierebbe direttamente parte della spesa pubblica. La BNS sarebbe di conseguenza viepiù esposta a pressioni politiche. Ciò renderebbe difficile condurre una politica monetaria e metterebbe a rischio la stabilità dei prezzi.

Misure più efficaci per garantire la stabilità finanziaria: il Consiglio federale è favorevole all’adozione di misure efficaci per garantire la stabilità finanziaria. Dopo la crisi finanziaria, il Consiglio federale e il Parlamento hanno inasprito le esigenze in materia di liquidità e di capitale proprio per le banche in generale. È stata estesa anche la garanzia dei depositi dei clienti: in caso di fallimento di una banca è infatti garantito un importo di 100 000 franchi per cliente e per istituto bancario. Al contrario dell’iniziativa «Moneta intera», queste misure contribuiscono in modo mirato a migliorare la stabilità finanziaria senza effetti secondari rischiosi.


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