Il Consiglio federale giudica sufficienti le misure a sostegno dell'energia idroelettrica

Berna, 01.12.2017 - Nella sua seduta del 1° dicembre 2017 il Consiglio federale ha approvato il rapporto in adempimento del postulato del 20 giugno 2013 del Consigliere nazionale Stefan Engler «Condizioni quadro per l'utilizzazione delle forze idriche nel rispetto dello sviluppo sostenibile». Esso riprende i rapporti sulla Strategia energetica 2050, già pubblicati, nonché altre analisi svolte nel quadro di interventi parlamentari. Il Consiglio federale afferma nel rapporto che le grandi centrali idroelettriche potranno contare sul sostegno fornito dai nuovi strumenti di promozione (premio di mercato e contributi d'investimento) già dal 2018. Giunge alla conclusione che è adempiuta la richiesta del postulato riguardante una promozione preferenziale del risanamento e dell'ampliamento degli impianti idroelettrici esistenti rispetto agli impianti piccoli e molto piccoli di nuova costruzione.

Il rapporto fornisce un'analisi delle condizioni quadro giuridiche esistenti concernenti il mantenimento e il potenziamento dell'energia idroelettrica e le ulteriori misure previste nel contesto della revisione della legge sulle forze idriche e dei lavori concernenti una nuova configurazione del mercato dell'energia elettrica. Il Consiglio federale giunge alla conclusione che per ora non è necessario intervenire ulteriormente e che le richieste del postulato sono state soddisfatte.

Promozione, risanamento e ampliamento delle centrali idroelettriche

Il potenziale di sviluppo dell'energia idroelettrica ammonta, secondo il messaggio concernente il primo pacchetto di misure della Strategia energetica 2050, a 2930 GWh/anno con le condizioni quadro attuali e a 4560 GWh/anno in condizioni di sfruttamento ottimizzate. Nella nuova legge sull'energia è perseguita una produzione indigena media di 37 400 GWh/anno per il 2035 (contro i 36 509 GWh/anno del 2017). Tenuto conto dei fattori rilevanti (produzione attesa delle centrali elettriche in costruzione, perdite a causa delle disposizioni sui deflussi residuali ecc.), il necessario incremento lordo fino al 2035 è pari a 2800 GWh/anno. Affinché si realizzi, occorre utilizzare sia il potenziale di sviluppo delle grandi centrali idroelettriche che di quelle piccole.

Secondo indagini del 2015, i costi di produzione delle nuove centrali idroelettriche sono in media pari a 14,1 ct./kWh, mentre quelli relativi alle centrali idroelettriche esistenti sono compresi tra 4,7 e 6,9 ct./kWh a seconda del tipo di centrale. I canoni per i diritti d'acqua rappresentano in media 1,6 ct./kWh mentre altri importanti blocchi di costo sono costituiti dai costi del capitale e dai costi di ammortamento.

Al fine di sottoporli al Parlamento, nel 2013, 2014 e 2015 l'Ufficio federale dell'energia (UFE) ha analizzato numerosi modelli di sostegno ai grandi impianti idroelettrici, dal punto di vista dell'efficacia, dei rischi e dell'esecuzione. Considerati i risultati, nell'ambito delle deliberazioni sulla nuova legge sull'energia, il Parlamento ha infine optato per gli strumenti «premio di mercato» e «contributi d'investimento». Il Popolo svizzero ha approvato la nuova legge sull'energia nella votazione sul referendum del 21 maggio 2017. A partire dal 2018 i gestori di grandi impianti idroelettrici esistenti potranno beneficiare per cinque anni di un premio di mercato (1 ct./kWh) per l'elettricità che devono vendere sul libero mercato a un prezzo inferiore al costo di produzione. Circa 110 milioni di franchi all'anno del Fondo per il supplemento rete saranno messi a disposizione. A partire dal 2018 potranno essere richiesti contributi d'investimento per i nuovi i grandi impianti idroelettrici e per gli ampliamenti e i rinnovamenti considerevoli di piccoli e grandi impianti idroelettrici. A tal fine sono previsti circa 55 milioni di franchi all'anno finanziati con le risorse del Fondo per il supplemento rete.

Ampliamenti e costruzione di nuove centrali ad accumulazione con pompaggio

Nel 2014 l'UFE ha analizzato la redditività delle centrali ad accumulazione, giungendo alla conclusione che a medio termine (fino al 2020) la costruzione di nuovi impianti non rispetterebbe i principi di economia aziendale. Per contro, a lungo termine (dal 2020), la situazione della redditività migliorerebbe considerevolmente alle condizioni quadro ipotizzate (crescente volatilità dei prezzi dell'energia elettrica, nuova configurazione del mercato dell'energia elettrica ecc.). Nel frattempo, oltre alle centrali ad accumulazione con pompaggio, sono disponibili diverse altre tecnologie di stoccaggio.

Si ritiene che a lungo termine il fabbisogno supplementare di stoccaggio di elettricità sarà modesto (accumulazione per pompaggio o altre tecnologie di stoccaggio). Pertanto, la promozione diretta non ha carattere d'urgenza. Piuttosto, le tecnologie di stoccaggio potrebbero essere promosse intensificando le attività di ricerca e di sviluppo oltre che mediante condizioni quadro regolatorie (parità di trattamento con le altre tecnologie). Prestiti della Confederazione a tasso agevolato per le nuove centrali ad accumulazione con pompaggio inciderebbero sul bilancio della Confederazione e comporterebbero dei problemi sotto il profilo del diritto costituzionale. Pertanto il Consiglio federale non ritiene che vi siano i presupposti per l'efficacia di simili prestiti.

I rapporti utilizzati per elaborare la risposta al postulato in questione non si esprimono sulla questione della «System Adequacy» e della sicurezza di approvvigionamento a lungo termine. Tali aspetti sono stati esaminati nel quadro di uno studio a sé stante pubblicato il 27 ottobre 2017 (cfr. link).


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