Evoluzione del numero di soggetti che rappresentano un rischio e dei casi rilevati nell’ambito del monitoraggio della jihad da parte del SIC

Berna, 30.11.2017 - Come indicato nella sua conferenza stampa annuale, il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) pubblica due volte l’anno il numero dei casi trattati nel quadro del suo mandato di prevenzione del terrorismo. Nel novembre 2017 il SIC ha registrato un centinaio di soggetti che rappresentano un rischio e 93 viaggiatori con finalità jihadiste. Il numero di casi trattati nell’ambito del suo monitoraggio della jihad è passato dai 497 della fine del 2016 a 550 nel novembre 2017.

Il termine «soggetti che rappresentano un rischio» designa gli individui che oggi rappresentano un rischio elevato per la sicurezza della Svizzera. Il centinaio di soggetti che rappresentano un rischio rilevati attualmente non risulta da una statistica cumulativa, contrariamente ai viaggiatori con finalità jihadiste, ma rappresenta un’istantanea per quanto possibile completa degli individui che, nel campo del terrorismo, costituiscono una minaccia per la sicurezza interna ed esterna della Svizzera. Il SIC non rileva soltanto i jihadisti, ma anche le persone che sostengono o incoraggiano il terrorismo e ogni atto di estremismo violento. Il 10% di soggetti che rappresentano un rischio rilevati in più dal SIC tra maggio e novembre 2017 è costituito da individui che si sono radicalizzati in Svizzera, ma che non si sono recati in zone di conflitto. Tutti intrattenevano contatti con lo «Stato islamico».

I soggetti che rappresentano un rischio sono rilevati dal SIC sulla base di una combinazione di criteri molto precisi, tra i quali i legami con il terrorismo o l’incitazione alla violenza sono determinanti. I soggetto si trova in una situazione di crisi? Qual è il suo stadio di radicalizzazione? È già stato coinvolto in un crimine violento o ha già manifestato energia criminale? Oppure: è un elemento chiave di una rete?

Tutti i soggetti che rappresentano un rischio sono oggetto di una segnalazione alle competenti autorità federali (fedpol e Ministero pubblico della Confederazione). Il SIC tratta questi casi in coordinamento con i Cantoni e le autorità interessate e applica le misure di prevenzione che rientrano nella sua sfera di competenza. L’elenco dei soggetti che rappresentano un rischio è costantemente aggiornato e i casi che non sono più pertinenti non vengono più rilevati dal SIC.

Messaggerie criptate sempre più utilizzate

Nel quadro della prevenzione del terrorismo, il SIC procede anche al monitoraggio dei siti Internet pubblici nonché dei media e dei forum sociali specifici utilizzati da jihadisti. Fino a oggi, circa 550 internauti sono stati rilevati dal SIC dopo aver diffuso in Svizzera o a partire dal nostro Paese materiale che favorisce l’ideologia jihadista, oppure perché si connettono con persone in Svizzera o all’estero che propugnano le medesime idee.

L’aumento del 10% registrato nel 2017 rispetto all’anno precedente del numero dei casi nell’ambito del monitoraggio della jihad rappresenta un’evoluzione meno importante rispetto agli anni precedenti; ciò si spiega con il fatto che i media sociali «aperti», come Facebook, vengono abbandonati dagli utenti a favore di messaggerie criptate. Quando vi sono degli elementi che indicano che un soggetto si è radicalizzato, il SIC organizza audizioni preventive e chiede l’applicazione di misure in materia di diritto degli stranieri, ad esempio divieti d’entrata in Svizzera ed espulsioni, revoche dello statuto di soggiorno e segnalazioni per la ricerca del luogo di dimora. In caso di sospetti reati, il SIC trasmette i casi alle autorità di perseguimento penale.

Dal 2016 il SIC non ha constatato partenze verso zone di conflitto

Il SIC pubblica anche un’altra statistica, quella relativa ai viaggiatori con finalità jihadiste. Il numero degli individui partiti dalla Svizzera che sono stati o sono attualmente in zone di conflitto è passato da 89 casi nell’agosto 2017 a 93 nel novembre 2017. I quattro nuovi casi non riguardano partenze recenti, ma persone che si trovano in tali zone da anni e che sono state individuate recentemente dal SIC. Dal 2016 non sono state constate partenze dalla Svizzera.

Dal 2001 a oggi sono state rilevate 78 partenze verso la Siria e l’Iraq e 15 verso la Somalia, l’Afghanistan, il Pakistan e lo Yemen. Queste cifre sono cumulative ed è quindi importante precisare che alcune di queste persone sono ancora sul posto, 27 persone sono decedute (di queste, in 21 casi il decesso è confermato), alcune circolano nelle zone di conflitto e altre sono rientrate in Svizzera. Il totale dei rientri ammonta a 17 persone (di cui 14 casi confermati).

Tra questi 93 casi figurano 33 persone in possesso della nazionalità svizzera (di cui 19 binazionali). Il SIC non fornisce alcuna altra indicazione sull’identità, l’età, il sesso, la nazionalità o il domicilio di queste persone. La collaborazione con le autorità federali (Ministero pubblico della Confederazione, Ufficio federale di giustizia, Segreteria di Stato della migrazione, Ufficio federale di polizia fedpol, Corpo delle guardie di confine, Dipartimento federale degli affari esteri ecc.) e cantonali (dipartimenti di giustizia e polizia, polizie cantonali ecc.) è stretta e permanente.


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