Proteggere meglio le vittime di stalking, porre i molestatori dinanzi alle loro responsabilità
Berna, 14.11.2017 - In Svizzera si applicano diverse misure contro lo stalking. Tra queste, una si è rivelata particolarmente efficace: il tempestivo richiamo all’ordine dei soggetti da parte della polizia. Oggi si è svolta a Berna una conferenza nazionale cui hanno partecipato oltre 220 esperti.
Lo stalking è un problema diffuso che ha conseguenze gravi per la nostra società nel suo complesso. Stando alle rilevazioni statistiche, circa una donna su sei e un uomo su venti sono stati vittima di stalking almeno una volta nella vita. Come ha detto Sylvie Durrer, direttrice dell’Ufficio federale per l’uguaglianza tra donna e uomo UFU nel suo discorso d’apertura: «Lo stalking non va preso alla leggera. Non si tratta di un segnale di interesse verso una persona, ma della volontà di entrare a far parte della sua vita ad ogni costo».
Nel corso di presentazioni e workshop si susseguiranno quindi dibattiti su esempi di buone prassi svizzere ed estere. Nella pratica sono diversi gli approcci che si sono dimostrati efficaci nella lotta allo stalking. In molti casi è sufficiente un’ammonizione tempestiva dei colpevoli di stalking da parte della polizia per fermarli. Per quanto riguarda il sostegno alle vittime invece, ha dato buoni risultati l’agevolazione dell’accesso ai consultori. Di fondamentale importanza sono anche il coordinamento tra le istituzioni coinvolte e una formazione ad hoc per il personale della polizia, dei tribunali e dei servizi di sostegno alle vittime di reati e di protezione dei minori.
Lo stalking spazia dall’insistente richiesta di attenzioni fino al pedinamento continuo. Un terzo dei casi di stalking è accompagnato da minacce o atti di violenza e di norma le vittime conoscono le persone che le molestano: in quasi la metà dei casi si tratta dell’ex partner.
La conferenza nazionale sullo stalking è stata organizzata dall’UFU.
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