Salario e maternità i motivi di discriminazione maggiormente invocati

Berna, 14.06.2017 - La retribuzione, la gravidanza e la maternità sono i motivi di discriminazione maggiormente invocati. È quanto emerge da uno studio pubblicato oggi che analizza 200 decisioni giudiziarie emesse tra il 2004 e il 2015. A vent’anni dall’entrata in vigore della legge federale sulla parità dei sessi (LPar), questo rapporto stila un bilancio della sua efficacia nella vita quotidiana.

Dall'ultima analisi condotta nel 2005 in concomitanza del decimo anniversario della LPar, si constata come i problemi di applicazione della legge permangano: lo strumento dell'azione collettiva, per esempio, è tuttora poco utilizzato e la disparità denunciata con maggiore frequenza resta quella salariale. Lo studio rileva inoltre un forte aumento dei casi invocati di discriminazione legati alla gravidanza e alla maternità, senza tuttavia specificare se il fenomeno sia dovuto a un acuirsi delle disuguaglianze di genere oppure se sia riconducibile al fatto che le donne, oggi, sappiano difendersi meglio dalle disparità di trattamento.

La LPar, entrata in vigore nel 1996, vieta esplicitamente la discriminazione nei rapporti di lavoro. Il divieto si applica in particolare all'assunzione, alla retribuzione, alle possibilità di formazione, al licenziamento e alle molestie sessuali. Su incarico dell'Ufficio federale per l'uguaglianza fra donna e uomo, l'Università di Ginevra ha realizzato uno studio in cui analizza la giurisprudenza cantonale sulla LPar nel periodo 2004-2015 («Analyse de la jurisprudence cantonale relative à la loi sur l'égalité entre femmes et hommes (2004-2015)»). Esaminando i casi di discriminazione secondo la LPar portati in tribunale o davanti agli organi di mediazione, i ricercatori tracciano un bilancio dell'efficacia della legge nella pratica giuridica ed evidenziano possibili ambiti problematici.

La protezione dalla discriminazione e la garanzia di pari opportunità sul lavoro sono pilastri centrali di una migliore conciliabilità tra vita professionale e impegni familiari. Un tema, questo, che è una priorità politica della Confederazione e un aspetto rilevante anche sul piano economico. Secondo il Consiglio federale è necessario impegnarsi in modo durevole nell'informazione sulle possibilità di tutela e consulenza per le vittime di discriminazione. Una maggiore sensibilizzazione presuppone però la disponibilità di dati. Ed è proprio in quest'ottica che il presente studio si rivela prezioso, in quanto formula raccomandazioni, propone strumenti decisionali per le autorità politiche, gli ambienti giudiziari e il mondo accademico e contribuisce a una migliore applicazione della LPar nella vita di tutti i giorni.


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