Fideiussioni per navi d’alto mare: firmati i contratti di vendita e adottato il messaggio sul credito aggiuntivo

Berna, 18.05.2017 - Il 16 maggio 2017 il Consiglio federale ha adottato un messaggio concernente un credito aggiuntivo di 215 milioni di franchi e lo ha trasmesso alle Commissioni delle finanze delle Camere federali. Il 18 e il 19 maggio 2017 il capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) informerà in merito le due Commissioni. Il credito aggiuntivo servirà a coprire il danno che subirà la Confederazione in seguito al ricorso alle fideiussioni per 12 navi dei gruppi SCL e SCT e per una nave che era appartenuta al gruppo SCL. Per le prime 12 navi, questa settimana sono stati firmati contratti di vendita, mentre per la nave appartenuta al gruppo SCL si sta delineando una soluzione.

Il settore della navigazione d’alto mare sta attraversando una grave crisi a livello mondiale. Come comunicato dal DEFR il 27 gennaio 2017, dalla metà del 2015 il Dipartimento, insieme all’Amministrazione federale delle finanze (AFF), ha tentato di evitare, o perlomeno di limitare, i danni che avrebbe subito la Confederazione in seguito al ricorso alle fideiussioni. Dall’autunno 2016 la Confederazione ha assistito l’armatore nella ricerca di investitori o acquirenti. Tenuto conto dei ricavi della vendita, il Consiglio federale chiede un credito aggiuntivo di 215 milioni di franchi. Già nel maggio 2016 il capo del DEFR aveva incaricato il Controllo federale delle finanze (CDF) di aprire un’inchiesta amministrativa sulle procedure di concessione e monitoraggio delle fideiussioni da parte dell’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese (UFAE). Il piano di misure che ne è risultato è in fase di attuazione e sarà quasi completamente realizzato entro la metà dell’anno.

Crisi mondiale della navigazione d’alto mare
Fin dal 1959, nel quadro della legge sull’approvvigionamento economico del Paese, la Confederazione concede fideiussioni a società armatrici della navigazione d’alto mare per garantire che, in caso di crisi, le navi d’alto mare vengano messe al servizio dell’approvvigionamento economico del Paese. Il credito quadro, che dal 2002 ammontava a 600 milioni, è stato aumentato a 1,1 miliardi di franchi nel 2008. Tramite questo credito la Confederazione ha concesso fideiussioni per un importo che ammonta attualmente a circa 770 milioni di franchi.

Dal 2008 il settore del trasporto marittimo si trova in una situazione di grave crisi a livello mondiale. Gli armatori stranieri e le banche hanno subito perdite miliardarie. A fine gennaio 2017 il DEFR ha reso pubblica la crisi delle società armatrici svizzere e ha definito elevati i rischi di ricorso alle fideiussioni.

Processo di vendita difficile e in perdita delle navi SCL e SCT
Le difficoltà riguardano 12 navi dei gruppi SCL e SCT. Nonostante le misure di risanamento prescritte dalla Confederazione, la società armatrice non è riuscita, entro l’autunno 2016, né a concretizzare una soluzione economicamente sostenibile con il coinvolgimento di investitori, né a trovare un acquirente. La vendita delle navi, pur implicando importanti perdite per la Confederazione quale garante, si è profilata sempre più come unica via percorribile.

Sia la vendita, sostenuta dalla Confederazione da novembre 2016, sia l’attuazione di una soluzione sostenibile a livello di investitori, con eventuale buono di recupero, si sono rivelate imprese ardue. Questa situazione ha evidenziato i limiti e le difficoltà della Confederazione a influenzare, nel suo ruolo di garante, il processo di vendita.

Questa settimana sono stati firmati per le navi SCL e SCT contratti di vendita vincolanti che diventeranno effettivi nei prossimi mesi. La Confederazione non può fornire dettagli sulla vendita, ad esempio per quanto riguarda gli acquirenti.

Durante il processo summenzionato è inoltre emerso che l’esercizio di una nave venduta dalla SCL a un investitore nel 2011 non è più redditizio. Anche in questo caso si sta delineando una soluzione. Questa comporterà per la Confederazione un’ulteriore perdita, che è stata computata nel credito aggiuntivo.

Le 13 navi in questione erano coperte da fideiussioni della Confederazione per un totale di 254 milioni di franchi, importo che non corrisponde tuttavia alla perdita prevista per la Confederazione. A questa somma vanno aggiunti i finanziamenti temporanei versati negli scorsi mesi da una banca e altri crediti, tra cui gravami marittimi, per consentire una vendita senza oneri delle navi. Vanno invece detratti i ricavi della vendita e gli ammortamenti già effettuati. La perdita complessiva per la Confederazione, incluso un cospicuo margine di sicurezza, è stimata a un massimo di 215 milioni di franchi.

Nessun rinnovo del credito quadro per le fideiussioni
Nel dicembre 2016 il Consiglio federale ha deciso di non proporre al Parlamento il rinnovo del credito quadro per le fideiussioni, che giungerà a scadenza a metà 2017, sia per gli elevati rischi legati alle fideiussioni per il finanziamento delle navi d’alto mare e la perdita d’importanza del trasporto marittimo per l’approvvigionamento del Paese, sia in considerazione della vendita delle navi della flotta marittima svizzera.

Il rischio di danni per la Confederazione, oltre che dalla crisi globale della navigazione d’alto mare, è stato incrementato anche dalla prassi dell’UFAE in materia di concessione e di monitoraggio delle fideiussioni. Un’inchiesta amministrativa commissionata dal capo del DEFR al CDF a maggio 2016 ha confermato, nel mese di ottobre, l’esistenza di importanti lacune. A fine 2016 il Dipartimento ha avviato, insieme all’Ufficio, un piano di misure sistematico, che sarà quasi completamente realizzato entro l’estate del 2017.

Costante informazione degli organi competenti
Il Consiglio federale, il CDF e la Delegazione delle finanze delle Camere federali (DelFin) sono sempre stati e continueranno ad essere informati con trasparenza sulla situazione e sugli sviluppi in corso.


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