Un gruppo di esperti esamina il complemento al freno all’indebitamento

Berna, 23.02.2017 - Su mandato del Consiglio federale, il Dipartimento federale delle finanze (DFF) ha costituito un gruppo di esperti e lo ha incaricato di esaminare lo strumento del freno all’indebitamento in un rapporto. Gli esperti dovranno inoltre valutare come utilizzare le eccedenze strutturali per aumentare il margine di manovra in sede di preventivo. Attualmente le eccedenze strutturali vengono utilizzate direttamente per la riduzione del debito.

Dal 2006 il bilancio della Confederazione presenta regolarmente delle eccedenze strutturali. La direttiva del freno all’indebitamento, ovvero mantenere a lungo termine l’equilibrio tra uscite ed entrate, è stata quindi più che soddisfatta. Il debito lordo di 124 miliardi registrato nel 2003, anno d’introduzione del freno all’indebitamento, ha potuto essere ridotto a circa 104 miliardi nel 2015. In tal modo è stato possibile annullare in parte il debito accumulatosi negli anni Novanta, che è stato all’origine dell’introduzione del freno all’indebitamento. Il tasso d’indebitamento della Confederazione è passato dal 26,1 per cento nel 2003 al 16,2 per cento nel 2015. Nel confronto con altri Paesi, il debito pubblico della Svizzera si situa a un livello basso.

Un’ulteriore riduzione del debito offre dei vantaggi, ma comporta anche delle limitazioni. Le esperienze raccolte finora con l’introduzione del freno all’indebitamento mostrano che generalmente le uscite rimangono al di sotto dei valori preventivati. Nel preventivo i margini di manovra finanziari sono quindi più restrittivi di quanto necessario per rispettare la direttiva del freno all’indebitamento.

Gli avanzi rispetto al preventivo sono di natura sistemica

Si prevede che, grazie ai miglioramenti apportati negli ultimi anni, in futuro le entrate non risulteranno più sistematicamente inferiori. Tuttavia le uscite continueranno a essere di circa un miliardo più basse rispetto alle stime dei preventivi. Questi avanzi sono una conseguenza del sistema poiché i crediti a preventivo stanziati dal Parlamento non possono essere superati.

Con una gestione simmetrica del conto di compensazione si potrebbero destinare gli importi preventivati ma inutilizzati a favore dell’aumento del limite di spesa. La legge attuale non lo consente. Infatti le eccedenze strutturali vengono impiegate direttamente per la riduzione del debito.

Gruppo di esperti incaricato di esaminare l’adeguamento del freno all’indebitamento

Il 21 dicembre 2016 il Consiglio federale ha incaricato il DFF di costituire un gruppo di esperti che presenti entro luglio 2017 un rapporto in cui avrà esaminato l’utilizzo delle eccedenze strutturali e quindi un’applicazione simmetrica del freno all’indebitamento. In questo modo il limite di spesa del preventivo potrebbe essere aumentato in misura equivalente ai residui di credito non utilizzati. Un simile adeguamento del freno all’indebitamento richiederebbe una modifica della legge federale sulle finanze della Confederazione.

Il gruppo di esperti è stato incaricato di valutare un complemento al freno all’indebitamento sotto l’aspetto dell’economia pubblica e di formulare raccomandazioni al riguardo. Il DFF ha nominato i seguenti membri:

  • presidente: prof. dr. Jan-Egbert Sturm, direttore del Centro di ricerche congiunturali (KOF) del PF di Zurigo e professore di ricerca economica applicata al PF di Zurigo;
  • prof. Marius Brülhart, PhD, professore di economia pubblica all’Università di Losanna (HEC);
  • Prof. Dr. Patricia Funk, PhD, professore straordinario alla facoltà di scienze economiche dell’Università della Svizzera Italiana;
  • Prof. Dr. Christoph A. Schaltegger, professore di economia politica all’Università di Lucerna;
  • Dr. h.c. Peter Siegenthaler, membro dei consigli di amministrazione di FFS e BEKB, già direttore dell’AFF.
 


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