Ratifica dell’Accordo di Parigi sul clima: il Consiglio federale approva il messaggio

Berna, 21.12.2016 - Il Consiglio federale propone che la Svizzera ratifichi l’Accordo di Parigi sul clima, che determina la politica climatica internazionale dopo il 2020. Il Governo ha approvato il messaggio che sarà sottoposto il 21 dicembre 2016 al Parlamento. L’Accordo crea un quadro giuridicamente vincolante, solido e dinamico che permette di rafforzare in maniera continua l’impegno degli Stati nella lotta al riscaldamento climatico.

L’Accordo di Parigi, approvato dalla Comunità internazionale degli Stati nel dicembre 2015, mira a contenere l’aumento della temperatura mondiale media al di sotto dei 2°C rispetto al periodo preindustriale e a proseguire gli sforzi intrapresi per limitarlo a 1,5 °C. Inoltre impone agli Stati membri di presentare ogni cinque anni degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e di adottare misure nazionali a riguardo. Gli Stati devono anche elaborare una strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, orientare i flussi finanziari in modo che siano impiegati a favore del clima e presentare periodicamente un rapporto sull’attuazione di tali misure (cfr. riquadro sugli elementi chiave dell’Accordo di Parigi). L’Accordo è entrato in vigore il 4 novembre 2016. La ratifica da parte della Svizzera è subordinata all’approvazione delle Camere federali.

Implicazioni per la Svizzera

Con la ratifica dell’Accordo l’obiettivo annunciato dalla Svizzera prenderà effetto. A febbraio 2015 il nostro Paese ha comunicato alla Convenzione delle Nazioni Unite sul riscaldamento climatico la propria intenzione di ridurre, entro il 2030, le emissioni di gas serra del 50 per cento rispetto al 1990, e di conseguire una parte di tali riduzioni all’estero.

Come tutte le altre Parti all’Accordo, dopo il 2030 la Svizzera sarà inoltre tenuta ad annunciare ogni cinque anni nuovi obiettivi ambiziosi in materia di riduzione delle emissioni e dovrà adottare misure per mettere in atto gli impegni presi. Come in precedenza, avrà l’obbligo di rendere conto periodicamente dell’andamento delle proprie emissioni di gas serra e delle misure attuate.

Sul piano nazionale, l’Accordo di Parigi e l’obiettivo di riduzione verranno principalmente concretizzati nella legge sul CO2, che dovrà essere sottoposta a una revisione totale. Questo progetto di revisione è stato in consultazione fino a fine novembre 2016. Il messaggio sarà trasmesso al Parlamento nella seconda metà del 2017.

RIQUADRO: Gli elementi chiave dell’Accordo di Parigi sul clima

L’adozione dell’Accordo di Parigi sul clima rappresenta una tappa fondamentale nella politica climatica internazionale. L’accordo crea un quadro giuridicamente vincolante, solido (basato su regole che dovrebbero essere ampliate nei prossimi anni) e dinamico (gli obiettivi di riduzione sono definiti su scala nazionale e devono corrispondere alle possibilità massime di uno Stato).

Eccone i punti essenziali:

  • il superamento della vecchia e rigida bipartizione tra Paesi industrializzati e Paesi in sviluppo. L’obiettivo di riduzione di ogni Stato rispecchierà quindi il livello raggiunto dallo stesso in termini di responsabilità nei confronti del clima e di capacità;
  • l’adozione di un obiettivo comune a lungo termine di riduzione delle emissioni di gas serra, adattamento ai cambiamenti climatici e orientamento dei flussi finanziari in una prospettiva di sviluppo più rispettoso del clima;
  • l’introduzione dell’obbligo, per tutti i Paesi, di annunciare periodicamente ambiziosi obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni;
  • la possibilità di inserire nel bilancio nazionale la riduzione delle emissioni conseguita all’estero;
  • il rafforzamento dell’adattamento ai cambiamenti climatici, in particolare mediante l’elaborazione di piani nazionali;
  • l’obbligo per i Paesi industrializzati di un sostegno finanziario a quelli in sviluppo nell’attuazione di misure di riduzione delle emissioni e di adattamento; l’invito ad altri Paesi a fornire a loro volta un sostegno a quelli in sviluppo;
  • la messa a punto di un sistema di reporting e di monitoraggio delle misure nazionali migliore;
  • la stesura di un bilancio periodico degli sforzi internazionali di riduzione delle emissioni, di adattamento ai cambiamenti climatici, di sostegno finanziario da parte degli Stati a nuovi obiettivi più ambiziosi e alla determinazione di quest’ultimi.  


Indirizzo cui rivolgere domande

Franz Perrez, capo della divisione Affari internazionali, UFAM, +41 79 251 90 15
Sezione Media, UFAM, +41 58 462 90 00



Pubblicato da

Il Consiglio federale
https://www.admin.ch/gov/it/pagina-iniziale.html

Segreteria generale DATEC
https://www.uvek.admin.ch/uvek/it/home.html

Ufficio federale dell'ambiente UFAM
https://www.bafu.admin.ch/it

https://www.admin.ch/content/gov/it/pagina-iniziale/documentazione/comunicati-stampa.msg-id-65047.html