CFR - La giustizia deve essere alla portata di tutti

Berna, 13.12.2016 - Il sistema giuridico svizzero risponde nella pratica ai bisogni delle vittime di discriminazione razziale? Sono stati fatti progressi negli ultimi anni? È facile far intervenire la giustizia? Le persone lese conoscono i propri diritti? Osano adire le vie legali? A sei anni dal primo studio condotto dalla Commissione federale contro il razzismo (CFR) sull’accesso alla giustizia delle vittime di discriminazione razziale, il nuovo numero di TANGRAM riprende il tema e cerca di dare una risposta a queste e ad altre domande.

Il bollettino semestrale della CFR passa in rassegna gli strumenti legislativi di protezione delle vittime, gli ostacoli e le loro conseguenze e presenta i mezzi extragiudiziali che permettono di migliorare la prevenzione e di progredire nella lotta alla discriminazione razziale quotidiana.

Globalmente, la CFR constata che le lacune riscontrate nel 2010 non sono state colmate malgrado le proposte avanzate e le raccomandazioni formulate all’epoca. Questo bilancio sconfortante è corroborato da un recente rapporto – che è pure oggetto del nuovo numero di TANGRAM – presentato al Consiglio federale dal Centro svizzero di competenza per i diritti umani (CSDU) e dalle raccomandazioni della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI).

Come sottolineato dagli autori di diversi contributi, la Svizzera s’impegna in misura minore rispetto ad altri Paesi europei nel campo giuridico della lotta al razzismo. Il nostro Paese rinuncia ad esempio a garantire un accesso diretto al diritto in ambiti quali l’alloggio o il lavoro. Un altro tema trattato è la pertinenza di strumenti quali l’alleggerimento dell’onere della prova o la facoltà delle organizzazioni che difendono gli interessi delle persone discriminate di costituirsi parte civile.

Il nuovo numero di TANGRAM mette in luce anche le procedure di mediazione e conciliazione, poco conosciute benché accessibili a tutti. Questi interventi sul terreno dei consultori e degli organi di mediazione cantonali costituiscono un elemento essenziale della lotta al razzismo. Per poter funzionare, queste strutture hanno tuttavia bisogno di più visibilità, di un sostegno politico che ne consolidi la legittimità e delle risorse necessarie per assicurare un servizio di qualità.

Una lotta efficace contro il razzismo e la discriminazione razziale presuppone un approccio globale. È sicuramente positivo che una controversia possa essere composta in modo extragiudiziale, ma sarebbe altrettanto importante completare l’arsenale giuridico per poter lottare meglio contro le discriminazioni nei diversi settori della vita quotidiana.


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