La Direzione del diritto internazionale pubblico illustra i meccanismi delle operazioni di blocco e di restituzione degli averi dei potentati

Berna, 12.12.2016 - Il 12 dicembre 2016, in occasione della Giornata annuale del diritto internazionale pubblico, è stato fatto il punto sul processo di recupero degli averi di origine illecita e sull’esperienza svizzera e internazionale in materia. Riunitisi al Rathaus di Berna per discutere del tema «Il recupero dei fondi di potentati: una responsabilità comune», esponenti del mondo politico e giudiziario, dell’ambiti della cooperazione allo sviluppo, del settore bancario e della società civile hanno analizzato per il pubblico tutte le fasi del recupero di averi, dal blocco alla restituzione.

Il processo di recupero di averi è complesso e coinvolge numerosi attori. La Direzione del diritto internazionale pubblico, che include una sezione incaricata di gestire tali questioni, ha organizzato la propria giornata annuale su questo tema per illustrare le sfide e i meccanismi politici, amministrativi e giuridici in questo campo. L’evento è stato l’occasione per osservare in dettaglio le varie tappe del processo, dalla decisione di congelare i beni fino alle sfide legate alla restituzione dei fondi al Paese di provenienza, passando dalle procedure e dalle difficoltà incontrate durante le indagini e l’assistenza giudiziaria.

Il primo caso emblematico di blocco e restituzione di averi risale al 1986, anno in cui il Consiglio federale congelò i fondi del dittatore filippino Ferdinand Marcos, depositati su conti in Svizzera. Negli ultimi 30 anni la Svizzera ha continuato a consolidare il proprio dispositivo di lotta contro i fondi provenienti dalla corruzione. Grazie a questa politica proattiva, la Svizzera è riuscita a restituire quasi due miliardi di dollari ai Paesi di provenienza. Il suo ruolo pionieristico in questo campo è oggi riconosciuto a livello internazionale.

La Giornata del diritto internazionale pubblico ha permesso a relatori e partecipanti di stilare un bilancio dell’esperienza svizzera e internazionale sul recupero degli averi. Dalle discussioni è emerso che il bisogno di coordinamento tra le autorità coinvolte e lo scambio di buone pratiche tra partner e Stati sono componenti essenziali per il successo delle operazioni di restituzione di fondi.

L’ambasciatore Roberto Balzaretti, direttore della Direzione del diritto internazionale pubblico, ha ricordato ai partecipanti l’importanza di impegnarsi per impedire che gli averi dei potentati vengano trasferiti in Svizzera: in primis perché è un caposaldo della lotta contro la corruzione, poi perché tale impegno è fondamentale per consolidare la piazza finanziaria svizzera e infine per garantire la credibilità dell’aiuto allo sviluppo.

In questa giornata è stato inoltre presentato al pubblico il nuovo opuscolo del DFAE «Il denaro pubblico alla luce del sole».


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