Il Consiglio federale ha conferito il mandato per la Conferenza internazionale sulla biodiversità

Berna, 23.11.2016 - Il 23 novembre 2016 il Consiglio federale ha approvato il mandato della delegazione svizzera per la Conferenza delle Parti alla Convenzione sulla diversità biologica e ai Protocolli di Nagoya e Cartagena. Le discussioni verteranno su come misurare in modo uniforme i progressi nell’ambito della protezione della biodiversità, il giusto approccio alla biologia sintetica e la migliore integrazione della diversità biologica nei principali settori economici. La delegazione svizzera sarà presieduta da Marc Chardonnens, direttore dell’UFAM.

Dal 4 al 17 dicembre 2016 le delegazioni per la 13a Conferenza delle Parti (COP) alla Conven­zione sulla diversità biologica (CBD) si incontreranno a Cancún (Messico). Contemporanea­mente avranno luogo anche le Conferenze delle Parti ai Protocolli di Nagoya e Cartagena, che fanno parte della CBD. Il 2 e 3 dicembre 2016, all’inizio della Conferenza, il Governo messi­cano organizza un incontro ministeriale dal titolo «Mainstreaming Biodiversity for Well-being», incentrato sul tema dell’integrazione della biodiversità nel settore dell’economia, in particolare negli ambiti paesaggio, pesca, economia forestale e turismo.

Obiettivi della Svizzera

Alla COP della Convenzione ci si occuperà dello stato di attuazione del Piano strategico per la biodiversità 2011-2020 e del raggiungimento degli obiettivi di Aichi, in esso contenuti, come pure della creazione e della valorizzazione delle zone di protezione. Verranno inoltre discusse ulteriori misure a favore della rinaturazione degli ecosistemi e la lotta contro gli organismi esotici invasivi. Secondo il mandato del Consiglio federale, la Svizzera si impegna soprattutto per una maggiore efficienza nella misurazione dello stato della biodiversità come pure per un migliore coordinamento della comunicazione sullo stato di attuazione del Piano strategico. Un aspetto importante dal punto di vista della Svizzera è migliorare la collaborazione tra le princi­pali Convenzioni e le organizzazioni nell’ambito della diversità biologica.

Nel campo della biologia sintetica la Svizzera s’impegna per la protezione dagli effetti negativi dell’emissione deliberata di organismi creati in laboratorio (principio di precauzione).

Inoltre si auspica che, nell’ambito della Convenzione, vengano portate avanti le discussioni in merito a una giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’utilizzazione delle risorse genetiche (ripartizione dei benefici).

Nel quadro del Protocollo di Nagoya la Svizzera si impegna anche a favore di un sistema di scambio delle informazioni efficiente. Vorrebbe inoltre garantire un’attuazione uniforme del Protocollo di Cartagena in materia di gestione dei rischi legati agli organismi geneticamente modificati.

La delegazione svizzera sarà presieduta da Marc Chardonnens, direttore dell’UFAM, che assumerà il ruolo di segretario di Stato per tutta la durata della Conferenza. Il 23 novembre 2016 il Consiglio federale ha approvato il relativo mandato.


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