Il Consiglio federale intende ridurre gli ostacoli che limitano alle imprese tecnofinanziarie l’accesso al mercato

Berna, 02.11.2016 - Un sistema tecnofinanziario dinamico può contribuire sensibilmente alla qualità della piazza finanziaria svizzera e rafforzarne la competitività. Per questo motivo, nella sua seduta del 2 novembre 2016 il Consiglio federale si è espresso a favore di agevolazioni nell’ambito delle condizioni quadro di regolamentazione per i fornitori di tecnologie finanziarie innovative. Con queste agevolazioni si intende ridurre gli ostacoli all’accesso al mercato per i fornitori nel settore della tecnofinanza e aumentare in generale la certezza del diritto per il settore. Il Dipartimento federale delle finanze (DFF) è stato incaricato di elaborare un pertinente avamprogetto.

La digitalizzazione nel settore finanziario avanza rapidamente e ha generato diversi modelli aziendali nel settore della tecnofinanza. Variano di conseguenza anche le esigenze di questi attori per ridurre gli ostacoli all’accesso al mercato. Il Consiglio federale mira a una soluzione per quanto possibile esaustiva e durevole e propone dunque un approccio con tre elementi complementari.

Il primo elemento limita a 60 giorni il deposito di denaro su un conto di pagamento, ciò che è rilevante in particolare per i fornitori di servizi di «crowdfunding». In tal modo è possibile facilitare la raccolta di fondi per un progetto di «crowdfunding». Questo adeguamento non si limiterebbe alle imprese tecnofinanziarie, ma varrebbe in generale.

Il secondo elemento può essere designato come spazio dell’innovazione («sandbox») nel quale un fornitore può accettare illimitatamente depositi del pubblico fino a un valore complessivo di 1 milione di franchi. Queste attività non devono essere autorizzate e sorvegliate dall’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA), ma devono comunque essere dichiarate. Nel contesto dello spazio dell’innovazione si applicano anche le disposizioni vigenti in materia di riciclaggio di denaro.

Il terzo elemento comprende la licenza tecnofinanziaria vera e propria, rilasciata dalla FINMA. Per gli istituti che si limitano all’attività passiva (accettazione di depositi del pubblico) e che quindi non gestiscono alcuna attività attiva con trasformazione delle scadenze, devono valere esigenze in materia di regolamentazione meno severe rispetto a quelle applicate alle banche in senso stretto. Una partecipazione al sistema di protezione dei depositi non è pertanto prevista. I depositi del pubblico accettati dai fornitori con licenza tecnofinanziaria non possono superare il valore complessivo di 100 milioni. A condizione che la tutela del singolo cliente sia garantita attraverso condizioni particolari, la FINMA può autorizzare un valore soglia più alto. È previsto che gli istituti con la nuova licenza debbano detenere un capitale minimo del 5 per cento dei depositi del pubblico accettati, ma almeno 300 000 franchi.

Anche nel confronto internazionale la creazione di una licenza tecnofinanziaria funge da esempio. La nuova regolamentazione concretizza uno degli indirizzi strategici della politica in materia di mercati finanziari approvata di recente dal Consiglio federale. L’Esecutivo ha incaricato il DFF di elaborare entro inizio 2017 un avamprogetto con i necessari adeguamenti delle basi legali. In collaborazione con le autorità interessate, il DFF deve inoltre provvedere a ulteriori accertamenti per ridurre altri ostacoli che limitano l’accesso al mercato per le imprese tecnofinanziarie, in particolare anche al di fuori del diritto in materia di mercati finanziari (ad es. trattamento legale di valori patrimoniali e valute virtuali).


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Beat Werder, capo Comunicazione, Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali SFI
Tel. 058 469 79 47, beat.werder@sif.admin.ch



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