Il Consiglio federale valuta se esiste la possibilità di rilanciare, seppur in modo limitato, la cooperazione con l’Eritrea

Berna, 02.11.2016 - Dieci anni dopo la revoca dell’aiuto internazionale all’Eritrea, la Svizzera, rappresentata dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), intende verificare la possibilità di rilanciare programmi di sviluppo in questo Paese. È quanto emerge da un rapporto del Consiglio federale adottato durante la sua seduta del 2 novembre 2016. Per il momento, l’obiettivo non sarà riaprire un ufficio di cooperazione in Eritrea ma realizzare, con un budget limitato (due milioni di franchi l’anno), progetti pilota volti a migliorare le prospettive nel Paese per i giovani, attraverso la creazione di posti di lavoro e la formazione professionale.

Il nuovo impegno della DSC, mirato e limitato, rappresenta un primo passo della Svizzera al fine di promuovere l’avvio di un vero e proprio processo di cooperazione. Permetterà di verificare la disponibilità del Governo eritreo a instaurare un partenariato con la Svizzera basato su un dialogo reale, che punti, in particolare, a migliorare la situazione dei diritti umani in Eritrea. Per il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) si tratta anche di un’occasione per valutare la volontà dell’Eritrea di creare condizioni operative trasparenti ed efficaci, che possano preparare il terreno a un programma di sviluppo di maggiore portata.

La strategia del Consiglio federale per l’Eritrea si fonda anzitutto su un’offerta di partenariato equilibrato. Il Consiglio federale non intende solo mantenere un dialogo ma anche intensificarne la natura, affinché, con il dialogo, si possa avviare un graduale processo di miglioramento. Gli sforzi dovranno arrivare da entrambe le parti: dalla Svizzera mediante i contributi allo sviluppo, che trovano un’applicazione concreta proprio in questi progetti mirati, e dall’Eritrea tramite miglioramenti nel campo dei diritti umani, la migrazione e lo sviluppo economico.

La Svizzera segue costantemente la situazione in Eritrea e adegua di conseguenza le sue prassi di asilo e di rimpatrio. Nel maggio 2015, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha redatto un rapporto di riferimento sull’Eritrea e ha pubblicato un aggiornamento dopo una missione nel Paese nel giugno 2016. Gli scambi con le autorità eritree proseguono e rappresentanti dell’Amministrazione federale si recano regolarmente sul posto. La Svizzera si adopera inoltre per il rispetto dei diritti umani attraverso gli strumenti del Consiglio dei diritti umani; sempre in tale ambito, sta valutando la possibilità di un intervento sul posto insieme all’ONU. Per aumentare le possibilità di successo di questo processo, è importante che l’azione internazionale sia coordinata il più possibile in Eritrea. Per questa ragione, il Consiglio federale ha preso i contatti necessari in vista di un’azione concertata con i Paesi europei che condividono la sua stessa visione e che hanno interessi convergenti a quelli della Svizzera.

Con il rapporto adottato il Consiglio federale risponde al postulato 15.3954 del consigliere nazionale Gerhard Pfister.


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