La Svizzera presenta le prime misure attuative dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile

Berna, 19.07.2016 - Il 19 luglio 2016, in occasione del Forum politico di alto livello sullo sviluppo sostenibile dell’ONU a New York (High-Level Political Forum, HLPF), Manuel Sager, direttore della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), ha presentato le prime misure previste dalla Svizzera.

L’High-Level Political Forum si riunisce all’ONU di New York per la prima volta dopo l’approvazione dell’Agenda 2030 nel settembre 2015 per verificare l’attuazione degli obiettivi globali per lo sviluppo sostenibile. La Svizzera è tra i primi Paesi a presentare misure a livello nazionale. Dall’11 al 20 luglio saranno discussi complessivamente 22 presentazioni di Paesi e il primo rapporto globale sui progressi compiuti.

La delegazione svizzera è guidata da Manuel Sager, direttore della Direzione dello sviluppo e della cooperazione, al quale il Consiglio federale ha conferito il titolo di segretario di Stato proprio in funzione di questa conferenza. Della delegazione svizzera, accanto al DFAE/DSC, fanno parte la Segreteria di Stato dell’economia, l’Ufficio federale dell’ambiente, l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale nonché rappresentanti della società civile (Alliance Sud), del settore privato (Swiss Sustainable Finance) e del Parlamento (consigliere nazionale Claude Beglé, VD).

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU comprende 17 obiettivi concreti (Obiettivi di sviluppo sostenibile, OSS) che la comunità di Stati dovrà raggiungere entro il 2030 - dalla lotta contro la fame e la povertà all’uguaglianza di genere, dall’acqua alla promozione delle società pacifiche. L’Agenda è stata approvata dai capi di Stato e di Governo che hanno partecipato al vertice svoltosi a New York nel settembre 2015, e rappresenta un importante contributo allo sviluppo economico, alla promozione del benessere umano e alla protezione dell’ambiente a livello globale, nazionale e locale. L’Agenda si sofferma inoltre su aspetti legati alla pace, allo stato di diritto e al buongoverno, che rivestono un’importanza fondamentale per lo sviluppo sostenibile.

Gli obiettivi globali dell’Agenda potranno essere attuati in modo incisivo solo instaurando un meccanismo di controllo efficace, ragione per la quale la Svizzera si è attivata in misura determinante in favore dell’High-Level Political Forum. In mancanza dei contributi provenienti dalla società civile, dall’economia e dalla scienza, l’Agenda 2030 non potrà raggiungere gli obiettivi prefissati. Per questo motivo la delegazione svizzera guidata dal direttore della DSC Manuel Sager è composta sia da rappresentanti di vari uffici federali sia da rappresentanti della società civile, della scienza e del settore privato.

L’High-Level Political Forum apporta un valore aggiunto in quanto offre una piattaforma per attori statali e non statali, consente di scambiare le esperienze acquisite e assicura l’interconnessione a livello globale, nazionale e locale.

Il 18 dicembre 2015 il Consiglio federale ha incaricato la DSC e l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE), in veste di ufficio federale responsabile dell’attuazione dello sviluppo sostenibile a livello nazionale di avviare l’attuazione degli OSS in Svizzera e di effettuare ulteriori accertamenti durante una fase di transizione 2016-2017. In questo contesto sarà necessario chiarire le competenze e le procedure istituzionali, fare il punto sullo stato dell’attuazione e identificare possibili lacune nonché creare un meccanismo adeguato per il monitoraggio e la comunicazione riguardanti l’Agenda 2030.

Grazie alla presentazione delle sue prime misure attuative la Svizzera può contribuire a plasmare la discussione internazionale e la concertazione intergovernativa. La Svizzera aveva avviato una discussione per l’attuazione e la verifica dell’Agenda 2030 già durante la fase della sua preparazione, assumendo di fatto un ruolo attivo anche nell’ambito dei negoziati paralleli per il finanziamento dello sviluppo. La Svizzera si è concentrata sui capitoli relativi al monitoraggio e alla verifica degli obblighi di attuazione attraverso il coordinamento di un gruppo sovraregionale di sette Paesi, che è riuscito a convincere gli altri Stati a creare un meccanismo di controllo incisivo.


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