Persone con caratteristiche sessuali ambigue: promuovere la sensibilità

Berna, 06.07.2016 - Negli anni è cambiato l'atteggiamento nei confronti delle persone con caratteristiche sessuali ambigue. Lo osserva il Consiglio federale nella sua risposta a un parere della Commissione nazionale d'etica in materia di medicina umana (CNE). Le persone toccate da questo problema hanno diritto al rispetto dell'integrità psicofisica e all'autodeterminazione. Da parte sua la Confederazione ha attuato o sta attuando la maggior parte delle raccomandazioni della CNE che la concernono.

Nel novembre 2012, su incarico del Consiglio federale, la CNE ha presentato il parere "Prassi in materia di varianti dello sviluppo sessuale: aspetti etici dell’approccio all’«intersessualità»". Il parere contiene 14 raccomandazioni destinate soprattutto ai medici e alle associazioni professionali, ma anche ai servizi statali, tra cui quelli della Confederazione. L'aspetto centrale è la richiesta di rispettare l'integrità delle persone con varianti dello sviluppo sessuale e di combattere ogni forma di discriminazione. 

La maggior parte delle raccomandazioni della CNE che concernono la Confederazione è già stata attuata o è in procinto di esserlo, come ad esempio semplificare la modifica dell'iscrizione del sesso nei registri dello stato civile o la rinuncia ad espressioni discriminatorie in leggi e ordinanze. Per contro il Consiglio federale ritiene che la proposta di un'offerta gratuita per una consulenza psicosociale con contenuti tematici molto vasti non sia realizzabile.

Il Consiglio federale condivide la valutazione della CNE secondo cui la società ha l'importante compito di trattare senza pregiudizi e discriminazioni le persone con caratteri sessuali ambigui. In futuro, oltre alla parità uomo-donna, dovrà essere dedicata maggiore attenzione anche a questo tema nel quadro dell'attività legislativa. Determinante è anche il ruolo rilevante dell'opinione pubblica, cui si chiede una spiccata sensibilità su questo problema, e della medicina nel suo sforzo di porre in primo piano il diritto all'autodeterminazione e il rispetto dell'integrità psicofisica dei diretti interessati nella loro assistenza e nelle cure.

Ogni anno in Svizzera nascono 40 bambini per i quali non si può dire con certezza se siano femmine o maschi. Per altri invece questa ambiguità insorge solo durante il successivo sviluppo sessuale. Dal punto di vista medico possono esserci situazioni molto diverse tra loro: in alcune occorre agire rapidamente poiché il rischio di morte è imminente, in altre invece non è vi è alcuna necessità d’intervenire medicalmente.

In passato, molti bambini con caratteristiche sessuali ambigue sono stati operati subito dopo la nascita, anche se non vi era alcuna necessità medica di farlo, allo scopo di attribuire loro il sesso. In molti casi questi interventi hanno arrecato danni notevoli e una grande sofferenza ai diretti interessati. Senza dimenticare che a volte essi venivano eseguiti senza il consenso dei genitori o a loro insaputa.

Nell’ottica attuale, queste operazioni evitabili ed effettuate precocemente violano il diritto all'incolumità. Qualora sia possibile, prima di eseguire trattamenti irreversibili si deve attendere che il bambino sia sufficientemente maturo per decidere da solo la propria identità sessuale.


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