Misure per la prevenzione della radicalizzazione

Berna, 04.07.2016 - Nel quadro della task force TETRA il delegato per la Rete integrata Svizzera per la sicurezza ha elaborato, in collaborazione con le conferenze governative e le relative autorità cantonali, una panoramica delle misure di prevenzione della radicalizzazione jihadista al di fuori del settore della sicurezza. L’approccio integrale e la collaborazione a livello locale sono fondamentali nella prevenzione della radicalizzazione.

La radicalizzazione rappresenta una sfida per la società nel suo insieme che va ben oltre il campo d’azione delle autorità di sicurezza. Sono le autorità e gli attori al di fuori del settore della sicurezza che, a contatto con i singoli individui, riconoscono precocemente eventuali tendenze alla radicalizzazione e tentano con misure di prevenzione di evitarla.

Pertanto, il rapporto pone l’accento sui settori dell’istruzione, dei servizi sociali, della religione, dell’integrazione e dell’esecuzione delle pene. Questi settori sono di competenza dei Cantoni. Coinvolgendo i segretariati generali della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE), della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS), della Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP) e della Conferenza dei governi cantonali (CdC) nonché esperti non statali, il delegato per la Rete integrata Svizzera per la sicurezza ha quindi elaborato una panoramica delle misure di prevenzione della radicalizzazione in tali settori.

Il rapporto non è uno studio scientifico, bensì un documento che fa il punto della situazione relativa alle misure di prevenzione della radicalizzazione, senza pretese di completezza. Il suo obiettivo è di trasmettere conoscenze e proposte agli attori della prevenzione che operano in tali settori. Il rapporto non si occupa di deradicalizzazione.

Il rapporto illustra misure mirate, ma anche quelle che contrastano la radicalizzazione in senso lato come il fatto di evitare la disoccupazione e l’assenza di prospettive, di partecipare alla società e di promuovere la comprensione della democrazia. Inoltre si indicano le lacune riscontrate nei singoli settori. Infine, vengono tra l’altro illustrate le seguenti raccomandazioni e istruzioni d’intervento formulate dal delegato per la Rete integrata Svizzera per la sicurezza:

  • Per poter essere efficaci, le misure di prevenzione della radicalizzazione devono inquadrarsi in una strategia sviluppata a livello locale (Cantone, regione, Città) e volta innanzitutto a collegare tra loro i diversi attori. È inoltre essenziale che una simile strategia sia sostenuta dalla politica. 
  • Per poter riconoscere precocemente la radicalizzazione verso l’estremismo violento, occorre promuovere e rafforzare l’approccio integrale, ovvero la collaborazione interdisciplinare e interistituzionale e lo scambio di informazioni tra gli attori che operano nel settore della prevenzione ed eventualmente anche con le autorità giudiziarie e di sicurezza.
  • A livello locale, cantonale e sovracantonale occorre definire servizi specializzati e di contatto che forniscano consulenza e informazioni specifiche sul tema della radicalizzazione jihadista alla popolazione, agli specialisti e alle istituzioni. Non bisogna necessariamente creare nuovi servizi specializzati, ma è indispensabile comunicare con chiarezza quali sono i servizi competenti in quest’ambito.
  • Internet e i social media svolgono un ruolo importante nel processo di radicalizzazione. È necessario migliorare ulteriormente le competenze mediali nonché l’uso di Internet e dei social media tra i giovani, i genitori e gli insegnanti.
  • Gli operatori professionali che forniscono assistenza ai bambini e agli adolescenti devono disporre delle conoscenze e degli strumenti necessari per individuare precocemente una loro eventuale radicalizzazione. A tal fine devono essere sensibilizzati e informati su questo tema mediante apposite manifestazioni informative e di formazione continua.
  • Occorre valutare l’opportunità di istituire un servizio di contatto nazionale sotto forma di centro di competenza a cui possano rivolgersi sia le autorità cantonali e comunali sia le associazioni musulmane per le questioni religiose che interessano tutto il Paese.

Il delegato ha trasmesso il rapporto alle conferenze governative, poiché gli ambiti tematici discussi sono principalmente di competenza dei Cantoni. Il rapporto è stato discusso alla seduta di direzione della CDDGP alla presenza di rappresentanti della CdC, della CDPE, della CDOS, dell’Unione delle Città e dell’Associazione dei Comuni. I rappresentanti hanno ritenuto l’analisi della situazione una base idonea per gli ulteriori lavori in tale ambito. Inoltre, hanno deciso di adeguare congiuntamente, in una prossima seduta di direzione della CDDGP, le raccomandazioni e le necessità d’intervento formulate dal delegato per la Rete integrata Svizzera per la sicurezza, di approfondirle ulteriormente e di determinare il modo di procedere congiunto nella prevenzione della radicalizzazione.


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André Duvillard
Delegato per la Rete integrata Svizzera per la sicurezza
058 464 21 13



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