Colloqui von Wattenwyl del 13 maggio 2016

Berna, 13.05.2016 - Sotto la direzione del presidente della Confederazione Johann N. Schneider-Ammann, i presidenti dei partiti e i vertici dei gruppi parlamentari di PPD, PLR, PS e UDC hanno incontrato oggi, venerdì, una delegazione del Governo federale per il secondo ciclo dei colloqui di casa von Wattenwyl del 2016. Tre partiti di Governo erano rappresentati da nuovi presidenti. Si è tra l’altro parlato di lingue, politica finanziaria internazionale e ulteriore sviluppo dell’esercito.

Il Consigliere federale Alain Berset ha fornito ai rappresentanti dei partiti di Governo indicazioni sulla situazione delle lingue nazionali nei vari Cantoni. Il Consiglio federale sostiene la strategia adottata dai Cantoni in materia di lingue e si adopera affinché dalle elementari alla fine della scuola dell'obbligo venga insegnata una seconda lingua nazionale. Poiché il Collegio considera estremamente importante collaborare da vicino con i Cantoni, il Dipartimento federale dell'interno ha chiesto alla Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) di valutare la situazione giuridica per permettergli di preparare eventuali future azioni. Il Consiglio federale non ha tuttavia ancora preso una decisione in merito al proseguimento dei lavori.

Consiglio federale e partiti sono unanimi nell'affermare che il plurilinguismo è fondamentale per la coesione nel nostro Paese. I partiti sono anche convinti dell'importanza dell'insegnamento di una seconda lingua nazionale durante la scuola dell'obbligo. Inoltre, sostengono gli obiettivi dei Cantoni relativi al concordato HarmoS.

Politica finanziaria internazionale
Il consigliere federale Ueli Maurer ha descritto la situazione attuale e futura della politica finanziaria internazionale. Dopo le importanti riforme nel settore fiscale e finanziario introdotte e attuate con successo per rafforzare l'integrità e la stabilità del sistema finanziario svizzero, in futuro si dovranno creare condizioni quadro che permettano alla piazza finanziaria svizzera di essere concorrenziale a livello internazionale e di trarre vantaggi dalle buone condizione di accesso al mercato.

Secondo il capo del Dipartimento federale delle finanze (DFF), è essenziale che la Svizzera affronti le future sfide in modo proattivo cercando di trarne vantaggi. Per tutelare i suoi interessi e poter contribuire alla definizione di standard internazionali, la Svizzera si adopera per ottenere un posto in seno a organi internazionali. Nel contempo occorre privilegiare la promozione dei punti forti e dei vantaggi della piazza finanziaria elvetica. Il consigliere federale Maurer ha spiegato che, visti i recenti avvenimenti (attacchi terroristici in Europa, criminalità finanziaria), in futuro gli sforzi profusi a livello internazionale per lottare contro il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo e l'evasione fiscale avranno un'importanza ancora maggiore.

La maggior parte dei rappresentanti dei partiti ha espresso il timore che gli sviluppi nel settore finanziario potrebbero portare a una eccessiva densità normativa. D'altro canto si è però constatato che adottare regolamentazioni in armonia con gli standard internazionali permette di evitare che la reputazione della Svizzera venga danneggiata.

Ulteriore sviluppo dell'esercito
Viste le attuali sfide in materia di politica di sicurezza, la Svizzera necessita di un sistema di difesa moderno ed efficace. Il consigliere federale Guy Parmelin ha pertanto fatto il punto della situazione in merito all'ulteriore sviluppo dell'esercito (USEs). Quest'importante riorganizzazione dell'esercito è stata approvata dalle Camere federali il 18 marzo 2016. Il futuro Esercito svizzero - con un effettivo di 100 000 militari e a medio termine un budget annuale di 5 miliardi di franchi - sarà meglio equipaggiato e istruito, avrà legami più stretti con le regioni e sarà più rapidamente operativo. L'entrata in vigore dell'USEs è per ora prevista per il 2018, dato che è stato lanciato un referendum contro la riforma dell'esercito e il termine per la raccolta delle firme scadrà il prossimo 7 luglio. Se invece il referendum non avrà successo, i partiti si aspettano che la riforma venga attuata in modo coerente.

Ai colloqui si è anche parlato dell'attuale situazione dei rifugiati in Europa e in Svizzera. I partecipanti hanno preso atto che nel mese di aprile nel nostro Paese il numero di richieste d'asilo è nuovamente diminuito di oltre il 10 per cento. Dopo il picco registrato lo scorso mese di novembre si assiste dunque a un continuo calo delle domande d'asilo. Tuttavia, gli sviluppi nelle zone di conflitto e lungo le rotte migratorie restano difficili da prevedere.

Si è pertanto discusso anche della pianificazione d'emergenza in materia d'asilo, i cui parametri sono stati definiti ad aprile da Confederazione, Cantoni, Città e Comuni. Sulla base di questi parametri, le autorità svizzere si preparano a un'eventuale situazione d'emergenza in questo settore. In caso di necessità il Corpo delle guardie di confine sarebbe affiancato dall'esercito.

Oltre ai consiglieri federali citati, all'incontro ha partecipato anche il cancelliere della Confederazione Walter Thurnherr.


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