Previdenza professionale: situazione finanziaria degli istituti di previdenza nel 2015

Berna, 10.05.2016 - Gradi di copertura in calo a causa del crollo dei rendimenti – Segnale d'allarme per i prossimi anni – Conferma della tendenza a valutazioni più caute Nel 2015 i rischi degli istituti di previdenza svizzeri sono aumentati a causa del difficile contesto dei mercati finanziari e dell'ulteriore aumento della speranza di vita. Il rendimento patrimoniale netto ponderato è stato in media solo dello 0,8 per cento (2014: 6,4 %). I gradi di copertura sono diminuiti in media di circa 2,4 punti percentuali, anche a seguito di valutazioni più caute con tassi d'interesse tecnici inferiori. Anche la capitalizzazione degli istituti di previdenza degli enti di diritto pubblico con garanzia dello Stato ha subìto una battuta d'arresto.

Berna, 10 maggio 2016 – In occasione della pubblicazione del suo quarto rapporto di attività, la Commissione di alta vigilanza della previdenza professionale (CAV PP) ha presentato anche le cifre riguardanti la situazione finanziaria degli istituti di previdenza. Il rilevamento precoce, condotto in modo uniforme a livello nazionale e in funzione dei rischi in stretto coordinamento con le autorità di vigilanza
LPP regionali e cantonali, consente di ottenere una visione d'insieme aggiornata della situazione finanziaria del sistema della previdenza professionale al 31 dicembre 2015. A metà aprile 2016 aveva compilato il questionario della CAV PP, come nell'anno precedente, circa il 93 per cento degli istituti di previdenza svizzeri, con una somma di bilancio complessiva di 864 miliardi (2014: 822 mia.).


Analisi della situazione attuale

Il 2015 è stato un anno piuttosto difficile per gli istituti di previdenza dal punto di vista finanziario: il rendimento patrimoniale netto ponderato è stato in media dello 0,8 per cento (2014: 6,4 %). Alla fine del 2015 il grado di copertura medio degli istituti di previdenza senza garanzia dello Stato, ponderato in base al capitale di previdenza e a criteri uniformi, era del 105,1 per cento (2014: 108,5 %), mentre quello degli istituti con garanzia dello Stato era del 76,1 per cento (2014: 77,8 %).

Alla fine del 2015, l'87 per cento (2014: 89 %) degli istituti di previdenza di diritto privato e di quelli degli enti di diritto pubblico senza garanzia dello Stato presentava quindi un grado di copertura pari almeno al 100 per cento. Per gli istituti degli enti di diritto pubblico con garanzia dello Stato la quota corrispondente era solo del 14 per cento (2014: 27 %). Gli istituti di previdenza degli enti di diritto pubblico con garanzia dello Stato che sono gestiti secondo il sistema della capitalizzazione parziale e non hanno ancora raggiunto l'obiettivo di copertura dell'80 per cento richiesto per legge dovranno adeguare le cifre della loro pianificazione.


Valutazioni più caute e ulteriore abbassamento del tasso d’interesse tecnico

Va rilevato in modo positivo che, in reazione alle mutate condizioni, molti istituti di previdenza svizzeri hanno adottato misure e abbassato ulteriormente i tassi d'interesse tecnici utilizzati per la valutazione degli impegni previdenziali. Inoltre, hanno spesso ridotto anche le aliquote di conversione future e, in alcuni casi, proceduto ad altri adeguamenti delle prestazioni. Per tenere conto dell'aumento della speranza di vita, ad esempio, sempre più istituti di previdenza impiegano tavole generazionali al posto di riserve tecniche separate. Per molti istituti di previdenza saranno tuttavia inevitabili ulteriori adeguamenti sul fronte delle prestazioni e del finanziamento.


Deficit di finanziamento invariato

Sebbene molti istituti di previdenza abbiano adottato misure volte a ridurre i rischi, questi ultimi sono complessivamente aumentati. Anche i tassi d'interesse garantiti a lungo termine, su cui si basa il calcolo delle prestazioni di vecchiaia, restano in media superiori ai tassi d'interesse tecnici utilizzati per la valutazione degli impegni previdenziali. Questa differenza non è prevista nella legge e ad oggi non può nemmeno essere prefinanziata mediante contributi paritetici. I tassi d'interesse garantiti a lungo termine sono di fatto troppo elevati rispetto ai rendimenti che ci si può realisticamente attendere. Dato che non è più possibile ridurre a posteriori rendite non finanziabili con i redditi patrimoniali futuri, il deficit di finanziamento deve essere coperto dai datori di lavoro e dagli assicurati.


Segnale d’allarme per i prossimi anni

Dopo gli scorsi anni di risultati molto positivi degli investimenti, nel 2015 questi ultimi sono stati deludenti, ma per la maggioranza degli istituti di previdenza comunque ancora sostenibili. Per i prossimi anni, tuttavia, si profilano alcune sfide aggiuntive.

Gli investimenti poco rischiosi, quali le obbligazioni della Confederazione, non potranno praticamente più fruttare alcun rendimento o registreranno addirittura rendimenti negativi, a causa dei tassi d'interesse bassi o negativi. Anche la categoria d'investimento degli immobili, generalmente molto redditizia, offre attualmente rendimenti ridotti, dopo che negli ultimi anni le valutazioni avevano segnato un notevole incremento. Dal canto loro, i mercati azionari restano volatili e dunque soggetti a eventuali perdite sui corsi dovute alle incerte prospettive economiche. È pertanto improbabile che si possa mantenere il livello di rendimento degli anni precedenti. Il 2015 va interpretato piuttosto come un segnale d'allarme per i prossimi anni.

Presumibilmente i gradi di copertura scenderanno ulteriormente a causa della persistenza della fase di tassi d'interesse estremamente bassi, talvolta persino negativi. Al contempo, i tassi d'interesse garantiti restano elevati e, in base al diritto vigente, le rendite correnti non possono più essere ridotte. Questo rafforza la tendenza all'ulteriore diminuzione dei gradi di copertura e quindi anche alla riduzione delle future aliquote di conversione.

L'adozione di misure volte a ridurre i rischi è di competenza degli organi supremi degli istituti di previdenza. Considerato il bassissimo livello dei tassi d'interesse e il costante aumento della quota di rendite, occorre però chiamare in causa anche altre cerchie del mondo economico e politico, affinché si possa giungere a soluzioni realistiche e sostenibili per tutte le parti interessate.


Prospettive della CAV PP

I requisiti in materia di gestione e vigilanza incentrate sui rischi vanno resi ancora più rigidi. L'obiettivo principale è migliorare la qualità, il contenuto e la comparabilità dei rapporti dei periti in materia di previdenza professionale. In futuro i periti dovranno inoltre calcolare ogni anno determinati indicatori per l'organo supremo.

Infine, per migliorare la qualità dell'attività degli uffici di revisione, la CAV PP adotterà misure adeguate, in particolare nell'ambito delle conoscenze specialistiche (attività pratica sufficiente) e dell'indipendenza dei revisori (rotazione).

Commissione di alta vigilanza della previdenza professionale (CAV PP)

La Commissione di alta vigilanza della previdenza professionale (CAV PP) è una commissione decisionale indipendente, le cui attività sono interamente finanziate per mezzo di tasse ed emolumenti. La vigilanza diretta sugli istituti di previdenza compete a nove autorità di vigilanza cantonali e regionali del luogo in cui i singoli istituti hanno sede. L'alta vigilanza su tali autorità è esercitata dalla CAV PP, un organo indipendente dall'Amministrazione federale centrale e non vincolato dalle istruzioni del Parlamento e del Consiglio federale. La CAV PP esercita invece la vigilanza diretta sulle fondazioni d'investimento nonché sul fondo di garanzia e sull'istituto collettore. È inoltre competente per l'abilitazione dei periti in materia di previdenza professionale e degli amministratori patrimoniali nella previdenza professionale.
Per garantire in modo responsabile, guardando al futuro, gli interessi finanziari degli assicurati, la CAV PP esercita una vigilanza uniforme basata sui rischi. Con le sue misure e le sue decisioni, che si inseriscono in un contesto macroeconomico a lungo termine, la nuova autorità intende innanzitutto migliorare costantemente la sicurezza del sistema, la certezza giuridica e la garanzia della qualità.
Per garantire la stabilità del sistema e quindi dei fondi previdenziali degli assicurati bisogna rafforzare non solo la gestione degli istituti basata sui rischi, ma anche l'attività di vigilanza. A tal fine, la legislazione attribuisce alla CAV PP la competenza di emanare direttive e impartire istruzioni, per esempio per la vigilanza o per l'attività dei periti in materia di previdenza professionale e degli uffici di revisione.


Indirizzo cui rivolgere domande

Manfred Hüsler
Direttore della Segreteria della CAV PP
Tel. Nr. 058 462 94 93
manfred.huesler@oak-bv.admin.ch



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