Colombia, Afghanistan, Gaza: la Svizzera sostiene la distruzione di mine e proiettili inesplosi

Berna, 04.04.2016 - Anche nel 2015 la Svizzera si è impegnata attivamente nello sminamento umanitario, fornendo così un contributo concreto alla pace e alla sicurezza. Ha sostenuto progetti concreti in Afghanistan, Cambogia, Colombia, Mali, Myanmar e Gaza, tra gli altri, e ha messo a disposizione in media dieci specialisti per i programmi di sminamento dell’ONU. L’impegno va a favore dell’aiuto umanitario, della cooperazione allo sviluppo e della promozione della pace, come dimostra l’esempio della Colombia e la fine di una delle guerre civili più lunghe di sempre. Il nuovo rapporto annuale presenta una panoramica delle attività svolte nel 2015 dalla Confederazione.

Le mine e i residuati bellici esplosivi («proiettili inesplosi») rappresentano spesso un rischio sia per la popolazione civile locale sia per le persone che partecipano alle missioni umanitarie e di promozione della pace anche anni o addirittura decenni dopo la fine di un conflitto. Anche se negli ultimi 20 anni il numero è diminuito chiaramente, ancora oggi le vittime di mine e proiettili inesplosi sono in media dieci al giorno. I residuati bellici impediscono in molti casi l’accesso umanitario alla popolazione colpita, mettono a rischio gli operatori delle missioni internazionali di assistenza dopo i conflitti e possono rappresentare un serio ostacolo per il ritorno degli sfollati, la ricostruzione, lo sviluppo a lungo termine e la sicurezza alimentare.

Dagli anni 1990 la Svizzera s’impegna attivamente nello sminamento umanitario ed è da anni uno dei principali Paesi donatori a livello mondiale. L’impegno costituisce un contributo a lungo termine a favore della pace e della sicurezza. Attualmente la Strategia antimine della Confederazione 2012-2015 rappresenta il quadro di riferimento per le attività politiche e operative. Nell’ambito della Strategia, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) coordinano i propri contributi.

Nel 2015 la Confederazione ha stanziato un importo complessivo di 18,5 milioni di franchi a favore dello sminamento umanitario. I fondi sono confluiti direttamente nella realizzazione degli obiettivi politici e operativi della Strategia: a livello politico e diplomatico la Svizzera ha portato avanti il proprio impegno a favore del consolidamento istituzionale delle convenzioni rilevanti in quest’ambito (Convenzione sul divieto delle mine antiuomo, Convenzione sulle munizioni a grappolo, Convenzione ONU su alcune armi convenzionali) e del dialogo politico multilaterale, in particolare a Ginevra. I successi ottenuti nell’anno in rassegna includono anche l’impegno attivo della Svizzera a favore di un finanziamento a lungo termine dell’architettura per l’implementazione e, in particolare, dei segretariati delle convenzioni. Uno degli obiettivi è in particolare quello di contrastare eventuali segnali di stanchezza nell’impegno per l’eliminazione di mine antiuomo, munizioni a grappolo e altri residuati bellici esplosivi. In tale contesto la Svizzera prende conoscenza con grande apprensione dei rapporti sull’eventuale impiego di munizioni a grappolo nei conflitti più recenti.

A livello operativo la Svizzera ha sostenuto numerosi progetti di sminamento in vari Paesi e regioni sia mediante i contributi finanziari del DFAE sia grazie all’esperienza tecnica del DDPS e dell’Esercito svizzero. Esperti svizzeri, ad esempio, hanno sostenuto la gestione delle informazioni e dei dati di programmi di sminamento nella Repubblica democratica del Congo, la logistica di programmi di sminamento nel Sudan del Sud o hanno contribuito a New York e a Ginevra alla gestione degli interventi da parte dell’ONU. I contributi dei dieci esperti svizzeri ai programmi di sminamento dell’ONU in loco o presso le sedi di New York e Ginevra sono molto apprezzati e riconosciuti a livello internazionale.

In linea con gli obiettivi, circa la metà del contributo della Confederazione è andato a beneficio del Centro internazionale di sminamento umanitario di Ginevra (GICHD), che gode di un’eccellente reputazione internazionale in quest’ambito. In collaborazione con autorità nazionali, organizzazioni internazionali e la società civile, il Centro elabora norme e standard, diffonde le conoscenze specialistiche e sostiene le attività operative nelle regioni e nei Paesi colpiti dal problema.

Rispetto agli obiettivi strategici prefissati, la Confederazione ritiene che le attività svolte nel 2015 hanno avuto successo. Tuttavia, gli interventi necessari nell’ambito dello sminamento umanitario sono ancora molti, sia nel campo dell’impegno finalizzato a rendere universali le norme rilevanti del diritto internazionale umanitario sia per quanto concerne lo sminamento delle aree contaminate e l’assistenza alle vittime. A maggior ragione, dunque, la Svizzera guarda con una certa apprensione all’attuale affievolirsi dell’impegno internazionale.


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