Il Consiglio federale crea nuovi posti per la lotta al terrorismo

Berna, 18.12.2015 - Vista la situazione attuale, in occasione della sua seduta di venerdì 18 dicembre 2015 il Consiglio federale ha deciso di creare 86 posti nell’ambito della lotta al terrorismo. I nuovi posti saranno ripartiti tra il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), l’Ufficio federale di polizia (fedpol), la Segreteria di Stato della migrazione (SEM), il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e il Corpo delle guardie di confine (Cgcf).

Gli sviluppi delle ultime settimane e degli ultimi mesi hanno comportato un forte incremento dei compiti esistenti nelle diverse unità organizzative della Confederazione che si occupano della lotta al terrorismo e l’insorgere di nuovi compiti. È aumentano il numero di comunicazioni di sospetto e di indizi così come l’onere lavorativo per quanto riguarda le ricerche, le analisi, i rapporti sulla situazione, il coordinamento internazionale, la pianificazione della prevenzione delle crisi nonché gli accertamenti per la protezione degli edifici della Confederazione e delle rappresentanze straniere. Un’ulteriore sfida è rappresentata dal significativo numero di nuove indagini che la Polizia giudiziaria federale sta svolgendo su incarico del Ministero pubblico della Confederazione. Attualmente in Svizzera vi sono oltre 70 casi per i quali sono in corso indagini a carico di possibili sostenitori di organizzazioni terroristiche; per 33 di essi è stato avviato un procedimento penale da parte del Ministero pubblico della Confederazione. Nel prossimo futuro non è previsto un appianamento della situazione.

Necessità di risorse supplementari nonostante la priorizzazione dei compiti

Nonostante la priorizzazione dei compiti e l’incremento di personale nelle unità interessate del DDPS, del DFGP, del DFF e del DFAE sono necessarie risorse supplementari. In caso contrario c’è il rischio di non avviare in modo tempestivo e adeguato alla situazione indagini e misure rilevanti, ciò che potrebbe ripercuotersi sulla sicurezza del Paese e della popolazione. Venerdì il Consiglio federale ha quindi deciso di stanziare le risorse necessarie per 86 nuovi posti a favore dell’adempimento dei compiti nell’ambito della lotta al terrorismo: 23 al SIC, 24 alla fedpol, 28 al Cgcf, 3 al DFAE e 8 alla SEM.

Per quanto riguarda il Corpo delle guardie di confine, i posti saranno a tempo indeterminato. Ciò corrisponde all’aumento di personale inizialmente previsto per il 2017. Per quanto riguarda le rimanenti unità amministrative, i posti saranno limitati a tre anni. Vista l’urgenza e la particolarità della situazione, il finanziamento avverrà nell’ambito di un aumento del limite di spesa nel quadro dell’aggiunta al Preventivo 2016. Una richiesta di credito a favore dell’adempimento dei compiti nell’ambito della lotta al terrorismo è stata sottoposta alla Delegazione delle finanze.

Proposta della Delegazione Sicurezza del Consiglio federale

In seguito agli attacchi di Parigi del 13 novembre 2015 il Comitato ristretto Sicurezza della Confederazione (CrS) ha allestito un rapporto all’attenzione della Delegazione Sicurezza del Consiglio federale (DelSic), nel quale illustrava le ripercussioni, le misure intraprese e pianificate nonché il conseguente fabbisogno di risorse in seno al SIC, alla fedpol, alla SEM, al DFAE e al Cgcf.
Sulla base di tale rapporto la DelSic ha evidenziato l’urgenza di intervenire e ha incaricato il DDPS di presentare al Consiglio federale una proposta concernente risorse aggiuntive per la lotta al terrorismo. Il Consiglio federale ha accolto favorevolmente tale proposta.

Inasprimento della situazione di minaccia

Secondo la valutazione del SIC la situazione di minaccia in Svizzera per quanto riguarda il terrorismo si è inasprita già a inizio novembre 2015. Tale valutazione è avvenuta sulla base di informazioni di intelligence che dimostravano che negli ultimi mesi lo «Stato islamico» aveva inviato persone in Europa con il compito di pianificare o perpetrare attacchi. I fatti di Parigi del 13 novembre 2015 hanno confermato tale valutazione. Le attuali informazioni in merito agli attentatori e ai loro ambienti non hanno finora evidenziato un collegamento diretto con la Svizzera. Sebbene a novembre 2015 la Svizzera sia stata menzionata in un video di propaganda dello «Stato islamico» quale membro della coalizione impegnato nella lotta contro quest’ultimo, il nostro Paese non rappresenta un obiettivo principale.

Gli interessi degli Stati che partecipano alla coalizione militare contro lo «Stato islamico», nonché gli interessi russi, ebraici/israeliani e arabi sul territorio svizzero sono tuttavia sempre più minacciati. Installazioni e persone di questi Stati possono diventare obiettivi di attacchi anche in Svizzera. Gli attacchi di Parigi a gennaio e a novembre 2015 hanno incrementato considerevolmente l’interesse pubblico per il terrorismo di matrice islamica alimentando la propaganda jihadista. Anche in Svizzera persone radicalizzate potrebbero ispirarsi a tali fatti spingendosi all’emulazione.

Attualmente le autorità di perseguimento penale e il SIC stanno analizzando a fondo indizi concreti di una minaccia terroristica nella regione di Ginevra. Se ne conseguirà o meno un mutamento della valutazione delle minacce dipenderà dai risultati delle indagini.


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Portavoce del DDPS
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