Vicino Oriente: la Svizzera richiama Israele al rispetto del diritto internazionale umanitario

Berna, 03.07.2006 - Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) è profondamente preoccupato per l’intensificarsi della violenza nel Vicino Oriente e per le sue conseguenze sul piano umanitario. Nel suo intervento militare volto a liberare un suo soldato catturato, Israele, forza occupante, deve necessariamente rispettare il diritto internazionale umanitario. Per rifornire la popolazione civile nella Striscia di Gaza di medicinali di prima necessità la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) del DFAE ha stanziato un milione di franchi supplementare.

Con la distruzione degli uffici del Primo Ministro Haniya, la recente intensificazione della violenza nel Vicino Oriente ha raggiunto un nuovo stadio culminante. Il DFAE è profondamente preocupato di questo sviluppo e fa nuovamente appello a Israele, forza occupante, perché rispetti il diritto internazionale umanitario nel mettere in opera le misure volte a liberare il soldato israeliano catturato. Il DFAE si appella a coloro che detengono il soldato affinché sia trattato con umanità.

Diverse operazioni dell’esercito israeliano che si inseriscono nell’offensiva contro la Striscia di Gaza violano il principio della proporzionalità e rappresentano una punizione collettiva della popolazione che è vietata. Per il DFAE non vi è alcun dubbio: Israele non ha preso i provvedimenti precauzionali necessari imposti dal diritto internazionale per tutelare la popolazione civile e le infrastrutture civili. La distruzione di una centrale elettrica, l’attacco agli uffici del primo ministro palestinese, l’arresto arbitrario di un grande numero di rappresentanti del popolo e ministri eletti democraticamente e il ritiro del diritto di residenza a Gerusalemme Est a tre parlamentari e a un ministro non sono giustificabili. Attacchi a obiettivi civili sono proibiti dal diritto internazionale. Il DFAE esige che Israele non attacchi più obiettivi civili, assicuri la salvaguardia della popolazione civile e liberi i rappresentanti del popolo, a meno che accuse concrete non ne giustifichino inequivocabilmente l’arresto secondo i principi dello Stato di diritto.

Conseguenze umanitarie

La centrale elettrica che le forze armate israeliane hanno distrutto il 28 giugno riforniva di elettricità il 43 per cento della Striscia di Gaza. 700 000 persone sono state colpite dall’interruzione di corrente. Anche l’approvvigionamento idrico è stato fortemente pregiudicato poiché non tutte le pompe funzionano ancora e vi è penuria di benzina e combustibile. Ci vorranno qualche tempo per riportare la centrale elettrica allo stato originario sempre che i pezzi di ricambio necessari possano essere forniti nella Striscia di Gaza.

Desta preoccupazione anche la situazione negli ospedali e nei centri sanitari che non dispongono più di sufficiente acqua né di combustibile per i loro generatori. Il trasporto di merci e persone è a stento possibile. Alla popolazione mancano prodotti freschi, carne e latticini, che si deteriorano nei magazzini. L’apertura del valico di Karni, importante per il passaggio delle merci, è assolutamente necessaria per il rifornimento di viveri.

Già nel giugno 2006 la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) aveva stanziato un milione di franchi per l’acquisto di medicamenti. Ora è stato stanziato un secondo milione al fine di rifornire la popolazione di beni di prima necessità. Uno specialista si trova sul posto e assicura lo svolgimento delle operazioni umanitarie.

La settimana scorsa il DFAE ha ricevuto i rappresentati delle due parti e preteso da loro il rispetto delle regole del diritto internazionale umanitario. In quel frangente il Dipartimento ha interceduto per la liberazione rapida del soldato israeliano catturato, il che contribuirebbe in modo fondamentale a calmare la situazione.


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