Ucraina: la Svizzera invia altri convogli di aiuti nella regione in cui è in corso il conflitto

Berna, 26.10.2015 - Nell’Est dell’Ucraina le popolazioni colpite dal conflitto, da entrambi i lati della linea di contatto, sono state di nuovo rifornite di beni di prima necessità da due convogli dell’Aiuto umanitario svizzero. Si tratta principalmente di prodotti chimici e di apparecchi per la produzione di cloro indispensabili per garantire agli abitanti l’approvvigionamento di acqua potabile. A Donetsk sono stati inoltre consegnati medicinali a due ospedali. In totale sono state trasportate 505 tonnellate di beni per un valore di circa 1 milione di franchi.

Un convoglio costituito da 20 camion con circa 293 tonnellate di merci ha raggiunto Donetsk il 26 ottobre. Trasportava, tra l’altro, solfato di alluminio e cloro per le centrali idriche del Donbas, nonché reagenti e farmaci oncologici per due ospedali. Partito il 24 ottobre da Dnipropetrovs’k, ha proseguito il primo giorno verso Sud fino a Mariupol’ sul Mare di Azov e in una seconda tappa si è diretto verso Nord-Est, attraversando la linea di contatto all’altezza di Volnovakha e arrivando fino a Donetsk.

Altri cinque camion si sono uniti a questo convoglio fino a Mariupol’, dove sono state scaricate 100 tonnellate di prodotti chimici per il trattamento dell’acqua. Un trasporto costituito da sei camion con 112 tonnellate di prodotti chimici per la potabilizzazione dell’acqua aveva raggiunto in precedenza la città di Krasnoarmiisk, nella zona controllata dal Governo. L’Aiuto umanitario svizzero ha fornito inoltre quattro sistemi di produzione di cloro (WATA), affinché le autorità locali possano produrre sul posto, in maniera autonoma e a lungo termine, una soluzione clorata per il trattamento dell’acqua destinata a 20 000 persone nei quattro Comuni dell’area.

I trasporti sono stati preceduti da colloqui con rappresentanti del Governo di Kiev, autorità locali e organizzazioni partner (UN-OCHA, CICR). Ad accompagnarli e supportarli nell’Est dell’Ucraina c’erano sette membri dell’Aiuto umanitario e del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA), oltre a collaboratori dell’Ambasciata di Svizzera e dell’Ufficio di cooperazione a Kiev. Con queste forniture svizzere e con altre 270 tonnellate di soluzione di cloro messe a disposizione dal Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) viene garantita, per il prossimo inverno, la disinfezione dell’acqua potabile nel bacino delle centrali idriche del Donbas da entrambi i lati della linea di contatto.

I due recenti trasporti svizzeri costituiscono la terza azione di questo tipo nella regione. All’origine di queste consegne di prodotti chimici per il trattamento dell’acqua c’è stata una richiesta di aiuto dell’ospedale Kalinin di Donetsk. Nel mese di marzo 2015 la direttrice dell’ospedale ha informato alcuni membri dell’Aiuto umanitario impegnati in una missione di valutazione in merito alle improrogabili esigenze della regione in ambito sanitario. La pessima qualità dell’acqua aveva portato infatti a un aumento significativo dei casi di epatite A. L’acqua potabile si era mescolata con l’acqua di scarico e la centrale di Donetsk, responsabile dell’approvvigionamento idrico di una vasta area da entrambi i lati della linea di contatto, non era più in grado, a causa del conflitto, di garantirne la qualità..

Dalla primavera scorsa, l’Aiuto umanitario, sostenuto da esperti del CSA, rifornisce le centrali idriche del Donbas di prodotti chimici per il trattamento dell’acqua: con il solfato di alluminio si elimina la torbidezza; quando l’acqua è chiara, con il cloro si procede all’eliminazione di batteri e virus. Per gran parte della popolazione della regione interessata, questa soluzione è attualmente l’unica possibilità di avere a disposizione acqua potabile. I risultati sono visibili: le patologie dovute alla pessima qualità dell’acqua sono nettamente diminuite. 

La Svizzera è il solo attore statale ad aver organizzato convogli umanitari che hanno attraversato la linea di contatto. Già prima del conflitto era presente in Ucraina. Oltre ai programmi sostenuti da tempo nel Paese dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO) e dal DFAE – tramite la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) nonché, dal 2015, dalla Divisione Sicurezza umana –, l’Aiuto umanitario svizzero opera fin dallo scoppio del conflitto, all’inizio del 2014, su entrambi i lati della linea di contatto. In un primo momento si è concentrato sul sostegno, con fondi e personale, a organizzazioni multilaterali (ACNUR, PAM, CICR) attive sia nelle aree controllate dal Governo che in quelle controllate dai ribelli. Nel 2015, ha dato inizio ad azioni dirette a favore della popolazione colpita, in modo da migliorare la qualità dell’acqua potabile e fornire agli ospedali materiale medico. Presta inoltre aiuto di emergenza ai più bisognosi.


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