Le sanzioni contro l’Iran, già sospese, saranno revocate

Berna, 12.08.2015 - Il Consiglio federale accoglie con favore l’accordo concluso il 14 luglio 2015 tra gli Stati E3/EU+3 (Cina, Russia, USA, Germania, Francia e Gran Bretagna) e l’Iran sulla vertenza nucleare. Il documento schiude nuove prospettive politiche ed economiche con l’Iran anche a livello bilaterale. Alla luce di questa importante svolta dopo 12 anni di controversie sul nucleare, il 12 agosto 2015 il Consiglio federale ha deciso di revocare le sanzioni che erano state sospese dal mese di gennaio 2014 e di emanare una nuova disposizione derogatoria. L’ordinanza modificata entra in vigore il 13 agosto 2015. Con la decisione odierna il Consiglio federale esprime il suo sostegno per l’attuazione dell’accordo sul nucleare. Nel contempo segnala il proprio interesse ad approfondire le relazioni bilaterali con l’Iran.

Nella riunione del 12 agosto 2015 il Consiglio federale ha deciso di revocare il divieto riguardante il commercio dei metalli preziosi con enti statali iraniani e l'obbligo di dichiarazione per il commercio di prodotti petrolchimici iraniani. Cade anche l'obbligo di dichiarazione per il trasporto di petrolio grezzo e di prodotti petroliferi iraniani, nonché per le assicurazioni e riassicurazioni collegate a questi commerci. In ambito finanziario, per i trasferimenti di averi da o a cittadini iraniani, sono stati decuplicati i valori soglia oltre i quali vige l'obbligo di dichiarazione e di autorizzazione. A queste misure, già sospese dal 30 gennaio 2014, se ne aggiunge una nuova, che autorizza le attività per attuare la risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza dell'ONU e, pertanto, implica una modifica dell'ordinanza che istituisce provvedimenti nei confronti della Repubblica Islamica dell'Iran.

Con la decisione odierna il Consiglio federale ribadisce il proprio sostegno al processo di attuazione dell'accordo nucleare, attualmente in corso, e la sua fiducia nelle finalità costruttive delle parti negozianti. Il Consiglio federale, inoltre, sottolinea che dopo tanti anni trascorsi a costruire e coltivare la posizione della Svizzera con l'Iran, ora si tratta di valorizzarla per promuovere un ampio scambio politico e commerciale con questo Paese. Negli ultimi decenni la Svizzera ha perseguito una politica costante, neutrale ed equilibrata. In virtù del mandato di potenza protettrice degli Stati Uniti, si è sempre impegnata per il dialogo e ha sempre mantenuto aperto i canali di comunicazione, in ogni circostanza. Nello stesso tempo, la Svizzera ha sistematicamente difeso con chiarezza le proprie opinioni e il proprio sistema di valori. Oggi in Iran la Svizzera è considerata un partner attendibile e credibile con cui dialogare.

Il 14 luglio 2015 gli Stati E3/EU+3 e l'Iran hanno approvato il «Joint Comprehensive Plan of Action» (JCPOA), che prevede interventi a tutto campo da parte dell'Iran per limitare e controllare il suo programma nucleare e, in contropartita, l'annullamento delle sanzioni dell'ONU, dell'UE e degli USA. L'Accordo, confermato dal Consiglio di sicurezza dell'ONU con la Risoluzione 2231, pone le basi per il totale appianamento delle divergenze sulla questione nucleare. Non appena l'Accordo sarà entrato in vigore e l'Iran avrà rispettato i propri impegni, la maggior parte delle sanzioni internazionali scomparirà il giorno dell'implementazione.

In seguito all'Accordo, l'UE e gli USA hanno deciso di prolungare l'attuale sospensione di alcune sanzioni contro l'Iran. Il Consiglio federale seguirà l'attuazione del JCPOA e adeguerà le sanzioni svizzere. La maggior parte delle sanzioni internazionali contro l'Iran, comprese le misure sanzionatorie decise dal Consiglio di sicurezza dell'ONU, rimane momentaneamente in vigore. Il Consiglio federale si riserva di reintrodurre le sanzioni revocate qualora l'attuazione dell'Accordo dovesse fallire.

Contemporaneamente al decreto del Consiglio federale del 12 agosto 2015, il DEFR ha modificato l'allegato 6 dell'ordinanza, cancellando otto persone fisiche/organizzazioni e modificandone due.


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