Il ceto medio rimane stabile – il Consiglio federale approva il relativo rapporto

Berna, 13.05.2015 - Il rapporto «Il ceto medio si sta erodendo?» indica che dal 1998 l’evoluzione del ceto medio svizzero è rimasta ampiamente stabile. Nella sua seduta odierna il Consiglio federale ha approvato il rapporto e preso atto del relativo studio di base. Con il rapporto il Consiglio federale adempie un postulato depositato in Consiglio nazionale (10.4023) in cui è incaricato di analizzare la situazione del ceto medio in Svizzera.

Il rapporto giunge alla conclusione che dal 1998 al 2012 l'evoluzione del ceto medio è rimasta ampiamente stabile. Nel 2012 circa il 57 per cento della popolazione apparteneva alla classe media, percentuale analoga a quella del 1998.

Secondo la definizione dell'Ufficio federale di statistica (UST) nella classe media rientrano le persone la cui economia domestica dispone di un reddito lordo compreso tra il 70 e il 150 per cento del «reddito lordo equivalente mediano». Nel 2012 si trattava ad esempio di persone che vivevano sole con un reddito mensile lordo compreso tra 3868 e 8289 franchi o coppie con tre figli minori di 14 anni con un reddito mensile lordo dell'economia domestica compreso tra 9283 e 19 892 franchi.

Situazione reddituale del ceto medio stabile

Tra il 1998 e il 2012 il reddito mediamente disponibile del ceto medio ponderato in base all'equivalenza è aumentato del 13 per cento, mentre nelle fasce a basso e ad alto reddito è cresciuto solo del 9 per cento ciascuna. Nel periodo considerato le fasce a reddito più elevato hanno registrato la crescita più significativa del reddito, ma nel contempo sono anche aumentate sopra la media le spese obbligatorie per i redditi elevati. Nel complesso, nel ceto medio la ridistribuzione di imposte e tasse è rimasta per contro relativamente stabile.

Elevata mobilità a livello di reddito

Secondo uno studio del Cantone di Zurigo, la mobilità a livello di reddito nel periodo dal 2001 al 2010 è stata elevata. Soltanto il 54 per cento delle economie domestiche è rimasto nel quintile di reddito più basso, mentre il restante 46 per cento è salito in una fascia di reddito più alta. Al contrario, nel 2010 soltanto il 62 per cento delle economie domestiche che nel 2001 erano considerate a più alto reddito si trovava ancora nella fascia di reddito più elevata.

Evoluzione del costo della vita

Oltre a un'analisi generale della situazione del ceto medio, il rapporto esamina anche le domande espressamente formulate nel postulato in relazione al costo della vita.

Il premio standard delle casse malati è aumentato da 173 franchi nel 1996 a 396 franchi nel 2014, ovvero del 4,7 per cento all'anno. Per contro, il PIL nominale pro capite ha registrato un incremento dell'1,9 per cento all'anno e lo stipendio nominale dell'1,2 per cento all'anno. Le spese per le casse malati gravano quindi sempre maggiormente sul bilancio delle economie domestiche.

Nel 2013 i prezzi registrati in Svizzera erano del 41,4 per cento più alti rispetto a quelli dei Paesi chiave dell'UE (UE15). Da un confronto con alcuni Paesi di dimensioni più ridotte come il Belgio, la Danimarca, l'Irlanda, i Paesi Bassi, l'Austria, la Finlandia, la Svezia e la Norvegia, la differenza dei prezzi è risultata meno marcata. In questo caso ammontava al 16,9 per cento. Per lo stesso paniere di prodotti alimentari una famiglia svizzera del ceto medio con due figli ha pagato tra i 225 e i 280 franchi in più al mese rispetto a una famiglia tedesca. Commisurato al reddito lordo dell'economia domestica, questo importo corrisponde a una percentuale compresa tra il 2,1 e il 2,6 per cento. Dal momento che per il 2015 non sono ancora disponibili confronti di prezzi a livello internazionale dell'ufficio statistico dell'Unione europea (EUROSTAT), non è ancora possibile quantificare le ripercussioni dell'abolizione in data 15 gennaio 2015 del tasso di cambio minimo del franco da parte della Banca nazionale svizzera.

Tra il 2009 e il 2011 le economie domestiche appartenenti al ceto medio hanno speso quasi il 16 per cento del loro reddito lordo per le abitazioni. Nel periodo compreso tra il 1998 e il 2011 i costi di abitazione dei proprietari sono diminuiti, mentre quelli dei locatari sono leggermente aumentati. Dal rapporto emerge inoltre che le economie domestiche sostengono costi di abitazione molto diversi a seconda della regione.

Con il rapporto il Consiglio federale adempie il postulato 10.4023 della consigliera nazionale Susanne Leutenegger Oberholzer.


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Mario Morger, economista, Amministrazione federale delle contribuzioni AFC
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