Svizzera e UE parafano un accordo per lo scambio automatico di informazioni in materia fiscale

Berna, 19.03.2015 - In data odierna la Svizzera e l’UE hanno parafato a Bruxelles un accordo che prevede l’introduzione dello standard globale per lo scambio automatico di informazioni in materia fiscale. Dopo che saranno state create le necessarie basi legali, dal 2017 la Svizzera e i 28 Stati membri dell’UE intendono rilevare i dati di conti per effettuare dal 2018 lo scambio di tali dati. Con l’attuazione dello standard globale, la Svizzera e l’UE forniscono un importante contributo alla lotta contro la sottrazione d’imposta.

L’accordo per lo scambio automatico di informazioni in materia fiscale sostituisce l’accordo sulla fiscalità del risparmio con l’UE in vigore dal 2005 e si applica a tutti i 28 Stati membri dell’UE. Lo standard globale dell’OCSE sullo scambio automatico di informazioni è stato ripreso integralmente nel nuovo accordo. L’accordo è reciproco, vale a dire che in caso di scambio di informazioni concernenti i conti gli Stati membri dell’UE sottostanno agli stessi obblighi della Svizzera e viceversa. Nell’interesse della piazza economica svizzera, l’esenzione dall’imposta alla fonte dei pagamenti transfrontalieri di dividendi, interessi e canoni tra impese associate è stata ripresa dall’attuale accordo sulla fiscalità del risparmio.

L’accordo è completato da una dichiarazione congiunta in cui le parti contraenti perseguono un’entrata in vigore dell’accordo per il 1° gennaio 2017. Ciò corrisponde a quanto dichiarato dal Consiglio federale nell’autunno del 2014 ai presidenti del Forum Globale, vale a dire che il Governo svizzero intende raccogliere i dati nel 2017 e scambiarli per la prima volta nel 2018. Sinora circa 100 Paesi, tra cui tutte le importanti piazze finanziarie, si sono pronunciati a favore della ripresa dello standard globale.

L’accordo corrisponde al mandato di negoziazione approvato dal Consiglio federale l’8 ottobre 2014. L’introduzione dello standard globale non permette nessun collegamento formale con altre questioni fiscali e finanziarie. Per contro, la Commissione dell’UE ha fatto presente ai propri Stati membri, nel loro interesse, l’importanza di una regolarizzazione del passato prima dell’introduzione dello scambio automatico di informazioni. Negli ultimi anni diversi Stati membri dell’UE hanno lanciato programmi di regolarizzazione o rafforzato quelli esistenti. A titolo di esempio può essere menzionato il programma di autodenuncia esente da pena della Germania. Dopo che il 23 febbraio 2015 è stata firmata un’intesa sulle questioni fiscali con l’Italia, si può considerare ampiamente conclusa la controversia della regolarizzazione del passato con gli Stati limitrofi e con i più importanti Stati membri dell’UE.

Sono pure in corso colloqui riguardanti un miglioramento dell’accesso ai mercati dell’UE. Il 18 marzo 2015 il segretario di Stato Jacques de Watteville e il direttore generale dell’UE Jonathan Faull si sono incontrati a Bruxelles per condurre i primi colloqui esplorativi sulla fattibilità e l’opportunità di un accordo sui servizi finanziari.

L’accordo è stato parafato oggi nella capitale belga dai due negoziatori, il segretario di Stato Jacques de Watteville e il direttore generale dell’UE Heinz Zourek e, per la Svizzera, anche dall’ambasciatore Dominique Paravicini, direttore sostituto della Direzione degli affari europei (DAE). La firma è prevista nelle prossime settimane. In Svizzera, l’accordo sarà in seguito sottoposto alle Camere federali per approvazione. Esso sottostà a referendum facoltativo. L’accordo potrà entrare in vigore nel 2017, a patto che fino ad allora i processi di approvazione in Svizzera e nell’UE si saranno conclusi.

Secondo il mandato di negoziazione del Consiglio federale, la Svizzera persegue uno scambio automatico di informazioni, oltre che con l’UE, anche con gli Stati Uniti e altri Paesi. Le corrispondenti trattative sono in corso. Il 3 marzo 2015 è stato firmato un primo accordo con l’Australia.


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