Lotta al terrorismo in Svizzera: situazione attuale, organizzazione e misure

Berna, 21.01.2015 - Mercoledì il Consiglio federale ha discusso la situazione attuale relativa alla minaccia terroristica di matrice jihadista e ha fatto un punto della situazione sul dispositivo di lotta al terrorismo in Svizzera. Al momento continuano a non esservi prove concrete di minacce o di piani di attentati per la Svizzera. Gli organi di sicurezza mantengono alta la vigilanza verso possibili nuovi indizi. Allo scopo di rafforzare la lotta preventiva al terrorismo il Consiglio federale ha inoltre deciso di creare sei posti a tempo determinato supplementari in seno al Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) e di assegnare ulteriori risorse ai servizi cantonali che si occupano della protezione dello Stato.

Dal 2001 i Paesi dell'Europa occidentale sono sostanzialmente esposti a un'elevata minaccia terroristica. Negli ultimi mesi tale minaccia si è fatta più concreta. Ciò è attribuibile, da un lato, all'aumento del numero di persone partite all'estero con finalità jihadiste e al conseguente numero elevato dei cosiddetti "jihadisti di ritorno", e, dall'altro, agli appelli diretti dei gruppi jihadisti a compiere attentati. Nel quadro dell'aumento generale della minaccia terroristica in Europa, si è provveduto già nei mesi di novembre e dicembre 2014 ad adottare misure supplementari. Tali misure comprendono l'istituzione di una task force incaricata di trattare i casi degli spostamenti all'estero con finalità jihadiste nonché l'adozione di una legge federale urgente che vieta i gruppi "Al-Qaïda" e "Stato islamico".

La minaccia per la Svizzera resta elevata dopo gli attentati di Parigi. In linea di principio non è possibile escludere che simili attentati possano essere compiuti anche nel nostro Paese. Tuttavia, al momento non vi sono prove concrete di minacce o di piani di attentati per la Svizzera.

Strutture esistenti concernenti l'organizzazione e la collaborazione in caso di evento
La cooperazione tra autorità di polizia federali e cantonali, Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) e Corpo delle guardie di Confine (Cgcf) nonché con le autorità di sicurezza estere funziona bene.

Le autorità competenti dispongono di diversi strumenti per la gestione dei casi relativi ai presunti jihadisti. Nel valutare la situazione di minaccia il SIC fa affidamento su qualsiasi tipo di fonte di intelligence. In caso di sospetto di reato, il SIC inoltra immediatamente le pertinenti informazioni alle autorità di perseguimento penale della Confederazione. Nell'ambito dell'individuazione precoce e della lotta allo jihadismo su Internet e all'interno della task force incaricata di trattare i casi di spostamenti all'estero con finalità jihadiste esistono canali speciali consolidati in materia di scambio d'informazioni e di collaborazione.

In caso di attentato terroristico in Svizzera, spetta alla polizia cantonale competente adottare le prime misure. Per il coordinamento tra le autorità di sicurezza cantonali e federali è possibile ricorrere a strutture e procedure ben definite. Questi meccanismi di collaborazione sono costantemente sottoposti a verifiche e miglioramenti durante interventi reali ed esercitazioni. Nel quadro di questi ultimi si tiene conto anche delle esperienze acquisite in occasione di altri attentati, come quelli di Parigi.

Strumenti supplementari nel quadro della lotta preventiva al terrorismo
Allo scopo di rafforzare in modo mirato la lotta preventiva al terrorismo il Consiglio federale ha deciso di creare in seno al Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) sei posti a tempo determinato supplementari, della durata di tre anni, per la raccolta e il trattamento delle informazioni nonché di assegnare ulteriori risorse, nell'ordine di due milioni di franchi, ai servizi cantonali che si occupano della protezione dello Stato.

In vista del World Economic Forum (WEF) che si terrà a Davos dal 21 al 25 gennaio 2015, le autorità di sicurezza della Confederazione e dei Cantoni hanno esaminato la possibilità di reintrodurre temporaneamente il controllo delle persone alle frontiere interne dello spazio Schengen. Nel caso specifico, non è stata tuttavia riscontrata alcuna minaccia sufficientemente concreta e grave per la sicurezza interna della Svizzera in generale, e per il WEF 2015 in particolare. Le misure più incisive adottate dal Cgcf e dagli organi di controllo alla frontiera delle polizie cantonali di Zurigo e Berna a seguito dei recenti eventi e in vista del WEF sono pertanto idonee a far fronte all'attuale evoluzione della situazione in materia di sicurezza.


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