Contributo svizzero al Fondo verde per il clima

Berna, 28.11.2014 - Nel contesto della cooperazione internazionale la Svizzera rafforza il suo impegno per la protezione dell’ambiente nei Paesi in sviluppo. Il Consiglio federale ha deciso oggi di partecipare alla capitalizzazione iniziale del Fondo verde per il clima o Green Climate Fund (GCF) con 100 milioni di dollari.

Oltre a essere particolarmente colpiti dalle conseguenze del cambiamento climatico, i Paesi in sviluppo non dispongono quasi mai dei mezzi necessari per investire efficacemente in misure di protezione climatica. Il nuovo Fondo verde per il clima (Green Climate Fund, GCF) intende sostenerli nell'affrontare le nuove sfide climatiche, finanziando ad esempio le iniziative di riduzione dei gas serra o di adeguamento climatico. Nei Paesi in sviluppo è inoltre prevista una stretta collaborazione con operatori pubblici e privati.

Il Consiglio federale ha deciso di versare un contributo di 100 milioni di dollari (circa 95 milioni di franchi) a favore del GCF, attingendo la somma dal credito multilaterale della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC). Il contributo sarà erogato a partire dal 2015 sotto forma di finanziamenti a fondo perso distribuiti su tre anni. La partecipazione della Svizzera è giustificata dal fatto che gli obiettivi e i campi d'intervento del fondo coincidono con la sua strategia di cooperazione internazionale e con i principi della politica ambientale mondiale. Per il nostro Paese è una priorità strategica contribuire a ridurre i rischi globali, tra cui quelli causati dal cambiamento climatico.

Grazie al contributo della Svizzera e a quello di altri donatori, il GCF potrà iniziare a essere operativo nel 2015. In effetti, durante la conferenza dei donatori tenutasi il 20 novembre 2014 a Berlino, diversi Stati, tra i quali la Svizzera, si sono ingaggiati a dotare il fondo di un capitale totale di 9,3 miliardi di dollari.

Le risorse del Green Climate Fund vengono impiegate conformemente alle decisioni del suo Consiglio esecutivo, composto da rappresentanti di Paesi industrializzati e in via di sviluppo. Dal 2012 ne fa parte anche la Svizzera, che può così esercitare il suo influsso sulle decisioni del GCF. Il nostro Paese punta soprattutto a promuovere la produzione pulita di energia, ridurre le emissioni di gas serra risultanti dal disboscamento delle foreste pluviali e proteggere fasce di popolazione o interi Paesi in via di sviluppo dai rischi delle catastrofi naturali dovute ai cambiamenti climatici.

 

 

Il Green Climate Fund in breve
Il Green Climate Fund (GCF o Fondo verde per il clima) è stato istituito nel 2010 durante la Conferenza ONU di Cancún. In quell'occasione le parti firmatarie della convenzione quadro sul clima hanno deciso di istituire un nuovo fondo globale. Lo scopo del GCF è sostenere i Paesi in via di sviluppo nell'attuazione della convenzione quadro, ad esempio finanziando in grande stile misure climatiche e promuovendo così la riduzione delle emissioni nocive da una parte e lo sviluppo sostenibile dall'altra. Il fondo tiene conto in egual misura delle iniziative per la riduzione delle emissioni nocive (mitigazione) e di quelle per l'adeguamento alle inevitabili conseguenze del cambiamento climatico (adattamento).

Attualmente il GCF è ancora in fase costitutiva. La capitalizzazione iniziale crea le basi affinché il fondo possa diventare operativo nel 2015 e rimanerlo fino al 2018, scadenza della prima fase di programma. Per il quadriennio successivo sarà necessario lanciare a tempo debito un programma di ricapitalizzazione.

Il GCF dispone di un Consiglio esecutivo non permanente composto da 24 membri provenienti in modo paritetico da Paesi industrializzati e in via di sviluppo nonché di una segreteria indipendente con sede a Songdo, nella Corea del Sud. In seno al Consiglio esecutivo la Svizzera condivide un seggio con la Russia e può così esercitare il suo influsso sull'organizzazione sull'impiego delle risorse del fondo.


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