Una donna su sette assume troppo poco iodio

Berna, 16.10.2014 - Nel 14% delle donne il fabbisogno giornaliero di iodio non viene raggiunto. Lo attesta il primo studio rappresentativo sull’assunzione di iodio in Svizzera condotto tra i giovani e gli adulti del nostro Paese per iniziativa dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) e del Centre hospitalier universitaire vaudois (CHUV). Lo studio conferma l’importanza del sale iodato per garantire un sufficiente apporto di questa sostanza alla popolazione.

In occasione dello studio sul consumo di sale della popolazione svizzera (Ufficio federale della sanità pubblica, 2011) è stato accertato anche lo stato dello iodio, sulla base di analisi di campioni di urina. Ora sono disponibili i risultati: la percentuale di donne con un apporto di iodio insufficiente è pari al 14 per cento; per contro, gli uomini assumono questa sostanza in quantità adeguate.
Le ragioni all’origine di questa carenza nelle donne risiedono presumibilmente nel consumo più ridotto di prodotti contenenti sale. Assumendo meno sale, le donne assorbono anche meno iodio.  

L’USAV consiglia l’utilizzo di sale iodato
Secondo lo studio, oltre la metà dello iodio assunto dalla popolazione svizzera deriva dal sale iodato. Per tale ragione, l’USAV raccomanda di cucinare utilizzando questo tipo di sale e di consumare prodotti che lo contengono, come ad esempio il pane. Anche nel latte e nei latticini è presente lo iodio.
Già nel gennaio 2014, un rapporto della Commissione federale per l’alimentazione (COFA) indicava che le misure fin qui adottate per garantire un corretto apporto di iodio non risultavano più sufficienti. Su raccomandazione della COFA, l’aggiunta di iodio al sale commestibile in Svizzera è stata aumentata da 20 a 25 milligrammi per chilo dal 1° gennaio 2014. Lo studio condotto dall’USAV evidenzia che questa misura è in grado di ridurre a circa il 4 per cento la quota di donne con livelli di iodio insufficienti. Un corretto apporto di questa sostanza è particolarmente importante per la popolazione femminile, in quanto una carenza di iodio in gravidanza provoca ritardi nello sviluppo neurologico del feto.

Al fine di valutare lo stato di salute della popolazione, l’USAV e i suoi laboratori conducono regolarmente studi per il biomonitoraggio umano nell’ambito dei quali si effettuano analisi chimiche dei liquidi corporei alla ricerca di micronutrienti e contaminanti alimentari rilevanti.


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