Valutazione del rischio relativo all'approvvigionamento di gas in Svizzera

Berna, 29.08.2014 - In Svizzera, la capacità di resistenza dell'approvvigionamento di gas naturale ai rischi e alle crisi è buona. È quanto emerge dal rapporto dell'Ufficio federale dell'energia (UFE) sulla valutazione del rischio relativo all'approvvigionamento di gas naturale in Svizzera. Il rapporto è stato redatto con riguardo alla prevista, più intensa cooperazione della Svizzera con la gestione della crisi del gas dell'Unione europea. Costituisce inoltre la base per il parere della Svizzera relativo allo stress test sulla sicurezza energetica che il DATEC ha consegnato questa settimana a Günther Oettinger, Vicepresidente della Commissione europea.

A seguito della crisi del gas tra Russia e Ucraina, l'UE ha potenziato la gestione della crisi del gas istituendo il cosiddetto Gas Coordination Group (GCG). Il regolamento (UE) n. 994/2010 (cfr. link) impone agli Stati membri di svolgere una valutazione del rischio del loro approvvigionamento di gas e di allestire piani d'azione preventivi e d'emergenza. La Svizzera mira a una partecipazione regolare al gruppo di coordinamento, a cui dal 2003 è di volta in volta invitata a partecipare. In vista di una più intensa cooperazione con la gestione della crisi del gas dell'UE, basandosi sul regolamento dell'UE, la Confederazione, d'intesa con l'industria svizzera del gas ha elaborato il rapporto sulla valutazione del rischio relativo all'approvvigionamento di gas in Svizzera. Nel mese di febbraio 2014, il rapporto è stato sottoposto per parere a circa 20 organizzazioni del settore economico ed energetico e ad associazioni dei consumatori. Il testo finale del rapporto è ora disponibile.

Sulla base di tale rapporto, questa settimana il DATEC ha presentato alla Commissione europea il parere della Svizzera relativo allo stress test sulla sicurezza energetica, accogliendo l'invito che Günther Oettinger, Vicepresidente della Commissione europea, le aveva rivolto a metà giugno 2014 in quanto importante Paese di transito del gas.

Principali risultati scaturiti dalla valutazione del rischio

  • Gli standard previsti dal regolamento dell'UE n. 994/2010 sono adempiuti dalla Svizzera. L'approvvigionamento di gas dei clienti svizzeri può essere garantito sia in caso di guasto della principale infrastruttura di approvvigionamento (norme in materia di infrastrutture) che in presenza di condizioni climatiche e di consumo eccezionali (norme in materia di approvvigionamento). I fattori decisivi sono innanzitutto le capacità di importazione delle reti del gas visto che la Svizzera non dispone sul territorio nazionale di grossi impianti di stoccaggio e di produzione del gas e neppure di impianti GNL (gas naturale liquefatto).
  • Dei circa 300 000 impianti a gas in Svizzera, circa 7000 situati all'interno di imprese industriali e terziarie nonché di grandi impianti di riscaldamento possono essere commutati al petrolio. Con la commutazione di questi cosiddetti impianti misti, il consumo di gas in Svizzera può essere ridotto fino al 30 per cento a breve termine. A tale scopo sono previste in Svizzera scorte obbligatorie di olio da riscaldamento pari al consumo di quattro mesi e mezzo che possono essere impiegate in caso di simultanea offerta limitata di olio combustibile. L'elevata quota di clienti di gas naturale con impianti misti resta anche in futuro importante per la sicurezza dell'approvvigionamento della Svizzera, anche se nelle situazioni di crisi degli anni scorsi (ad es. crisi tra Ucraina e Russia nel 2009, interruzione del gasdotto di transito presso Guttannen nel 2010) è stato possibile evitare, del tutto o in parte, le commutazioni attraverso acquisti supplementari di gas naturale sul mercato.
  • La prevista trasformazione del gasdotto di transito consentirà l'inversione della direzione del flusso (reverse-flow) in modo che in futuro possa essere trasportato gas anche da sud. In questo modo continuerà a migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento di gas naturale in Svizzera. Il reverse-flow sarà presumibilmente operativo dal 2018.
  • Gli scenari d'interferenza esaminati nella valutazione del rischio si orientano ai fatti reali degli ultimi anni che hanno portato a situazioni critiche nell'approvvigionamento del gas. In queste situazioni è stato sempre possibile assicurare l'approvvigionamento dei clienti del gas in Svizzera.

Nel 2013 il gas naturale ha rappresentato il 13,5% del consumo finale svizzero. Il primo gruppo di consumatori è quello delle economie domestiche (riscaldamento dei locali, produzione di acqua calda e cottura dei cibi) con una quota di circa il 43%, seguito dal settore industriale (calore di processo) col 33%, dal settore terziario col 23% e dai trasporti con circa l'1% del consumo complessivo di gas di circa 40 miliardi di chilowattora (pari a circa 3,5 miliardi metri cubi normali). Circa 2 miliardi di chilowattora (pari a circa 220 milioni di metri cubi normali) sono stati consumati da centrali di cogenerazione per la produzione di energia elettrica e di calore a distanza. Diversamente da altri Paesi europei, il consumo di gas per la produzione di energia elettrica e calore a distanza ha in Svizzera un ruolo di secondo piano.

Le spese dei consumatori finali per il gas naturale nel 2013 sono state pari a 2,84 miliardi di franchi. Poiché la Svizzera non dispone di propri giacimenti di gas naturale, questo combustibile viene interamente importato. Secondo statistiche dell'industria svizzera del gas, il fabbisogno svizzero di gas naturale è soddisfatto per il 75% con acquisti presso produttori e fornitori dell'Europa occidentale (Paesi Bassi, Germania, Francia, Italia e Norvegia). Un quarto del gas naturale importato proviene da aree estrattive in Russia e giunge attraverso i Paesi confinanti. La Svizzera non intrattiene relazioni contrattuali dirette con fornitori russi. Dall'inizio degli anni Settanta, il nostro Paese è ben integrato nella rete internazionale di trasporto del gas e conta oggi oltre 12 punti di attraversamento della frontiera.

Nel confronto internazionale, con il suo fabbisogno complessivo inferiore all'1%, la Svizzera è un piccolo consumatore.


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Marianne Zünd, portavoce UFE, tel. 058 462 56 75 / 079 763 86 11



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