Libera circolazione delle persone: bilancio complessivo positivo dal punto di vista economico

Berna, 09.07.2014 - Il 9 luglio 2014, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha pubblicato il decimo rapporto dell’Osservatorio sull’Accordo sulla libera circolazione tra la Svizzera e l’UE (ALC). In base ad analisi descrittive e a dati empirici dei ricercatori, esso riconferma il bilancio positivo degli effetti dell’immigrazione sul mercato del lavoro svizzero.

Nel 2013 l’immigrazione netta verso la Svizzera è stata di 66 200 cittadini provenienti dagli Stati UE/AELS, un record dall’entrata in vigore della libera circolazione. Contando anche l’immigrazione dai Stati terzi, il saldo migratorio internazionale si attesta a 88 000 persone. I motivi di questo fenomeno sono innanzitutto professionali: nel 2013 più del 60 % delle persone provenienti dall’area UE/AELS sono venute in Svizzera per lavorare. L’andamento dell’immigrazione netta è strettamente connesso con gli sviluppi congiunturali. Il 58 % delle persone attive provenienti dall’area UE/AELS in virtù dell’ALC possiede un diploma di livello terziario, il 14 % non ha seguito nessuna formazione posteriore alla scuola dell’obbligo. In altre parole, il livello di qualificazione degli immigrati provenienti dalla zona UE/AELS, sia nella fascia alta sia nei posti più bassi della gamma di qualifiche, è proporzionalmente superiore a quello della popolazione locale.

A differenza dei primi anni successivi all’entrata in vigore dell’ALC, quando sul flusso migratorio predominavano i cittadini tedeschi, dopo lo scoppio della crisi finanziaria (2008) il reclutamento dei lavoratori si è spostato sempre più verso gli Stati meridionali e orientali dell’Unione europea. Nonostante questo slittamento, il livello di qualifiche dei migranti è sempre rimasto alto.

Negli ultimi dodici anni la Svizzera ha conosciuto una forte crescita dell’occupazione grazie al fatto di poter beneficiare di agevolazioni per accedere al potenziale di manodopera europea. Dal 2002 il numero dei lavoratori è aumentato complessivamente di 624 000 persone (1,3 % l'anno), di cui circa la metà sono cittadini stranieri che soggiornano in Svizzera per durate brevi o permanenti oppure frontalieri. Dall’entrata in vigore dell’ALC, la disoccupazione si è in sostanza mantenuta agli stessi livelli degli anni novanta. Alla luce delle turbolenze congiunturali e degli cambiamenti strutturali dell’ultimo ventennio, questo fenomeno è la riprova dell’elevata adattabilità del mercato del lavoro svizzero.

Stando a diversi indicatori sull’andamento delle retribuzioni, la curva generale dei salari reali fa registrare un’impennata molto più forte rispetto agli anni novanta e una ripartizione degli stipendi nel complesso equilibrata. Gli stipendi bassi non hanno subito erosioni, a dimostrazione del fatto che le misure di accompagnamento hanno prodotto l’effetto desiderato.

Negli ultimi anni la forte immigrazione ha rallentato l’invecchiamento della popolazione e alleggerito la pressione sulle assicurazioni sociali del primo pilastro, finanziate secondo il principio di ripartizione. Allo stesso tempo l’assicurazione contro la disoccupazione ha fatto registrare un incremento di alcuni costi, che però nella loro espressione numerica corrispondono alle aspettative.


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