Piattaforma d’azione ONU sulla parità fra uomo e donna: 20 anni di grandi successi, ma resta ancora molto da fare

Berna, 13.06.2014 - A ridosso del ventesimo anniversario della quarta conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne, tenutasi a Pechino nel 1995, la Svizzera stila un bilancio dei progressi e delle lacune nella parità fra donna e uomo. A successi come la legge sulla parità dei sessi e l’assicurazione maternità si contrappongono aspetti tuttora problematici quali la parità salariale e la conciliabilità tra lavoro e famiglia.

In Svizzera, chi lavora non può essere discriminato a causa del sesso, le donne possono interrompere la gravidanza nelle prime 12 settimane di gestazione senza incorrere in sanzioni penali, le madri hanno diritto a un congedo maternità retribuito di 14 settimane e gli atti di violenza commessi all'interno di una relazione di coppia o di un matrimonio sono perseguibili d'ufficio. Una serie, questa, di palesi progressi compiuti negli ultimi 20 anni nella parità fra donna e uomo, resi possibili, fra l'altro, dall'entrata in vigore, nel 1995, della legge federale sulla parità dei sessi, dall'accettazione in votazione popolare, nel 2002, dell'interruzione non punibile della gravidanza, dall'introduzione, nel 2004, dell'indennità di perdita di guadagno in caso di maternità e dal fatto che, dallo stesso anno, gli atti di violenza domestica sono considerati reati perseguibili d'ufficio.

A questi successi importanti si contrappongono diverse criticità che frenano la realizzazione della parità di genere. Una di queste è che le donne continuano a guadagnare meno degli uomini: in base alle cifre dell'Ufficio federale di statistica la differenza è stata di 7,7 miliardi di franchi nel 2010, e questo, benché il principio della parità salariale sia fissato nella Costituzione dal 1981. La conciliabilità tra lavoro e famiglia è un altro aspetto problematico, poiché in Svizzera i posti per la custodia extrafamiliare dei bambini sono sempre ancora insufficienti. Inoltre, la presenza delle donne in politica, che negli anni aveva fatto registrare un aumento progressivo, ha subito una battuta di arresto dal 2007. Infine, necessita di una riflessione critica il fatto che le ragazze e i ragazzi di oggi siano tuttora fortemente condizionati dagli stereotipi di genere, non soltanto nella scelta degli studi e della professione, ma anche nell'impostazione generale della propria vita.

È questo il bilancio stilato e presentato dalla Svizzera alle Nazioni Unite a quasi 20 anni dalla quarta conferenza mondiale sulle donne tenutasi a Pechino nel 1995. All'epoca fu istituita la cosiddetta «piattaforma d'azione di Pechino», in cui furono definiti gli obiettivi in 12 ambiti tematici che dovevano fungere, per i singoli Stati membri, da filo conduttore nella promozione della parità fra donna e uomo. L'Organizzazione delle Nazioni Unite verificherà nel 2015, in un contesto globale, se gli obiettivi della piattaforma sono stati raggiunti.

Analisi del piano d'azione nazionale

Nell'autunno del 2014 sarà pubblicata un'analisi dettagliata del piano d'azione della Svizzera «Parità tra donna e uomo», adottato dal Consiglio nazionale nel 1999 quale strumento di lavoro per l'attuazione della piattaforma d'azione di Pechino. Elaborata su incarico del Consiglio federale dall'Ufficio federale per l'uguaglianza fra donna e uomo e dal Dipartimento federale degli affari esteri, l'analisi elencherà tutti i traguardi raggiunti nella parità fra i sessi, ma anche gli aspetti su cui occorre continuare a lavorare.


Indirizzo cui rivolgere domande

Sylvie Durrer, direttrice dell’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo UFU
Tel.: +41 31 322 68 40
E-mail: ebg@ebg.admin.ch



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