Politica climatica dopo il 2020: il Consiglio federale ne fissa i punti cardine

Berna, 21.05.2014 - Nella seduta odierna, il Consiglio federale ha definito l’indirizzo della politica climatica della Svizzera dopo il 2020. La riduzione del consumo energetico e delle emissioni di gas serra resta un punto fondamentale. Per raggiungere questo obiettivo, il Consiglio federale intende portare avanti con coerenza gli strumenti della legge sul CO2 e rafforzarli in certi punti. Entro la fine del 2014 il DATEC provvederà a elaborare proposte concrete relative all’obiettivo di riduzione dopo il 2020.

Il Consiglio federale intende adoperarsi a livello internazionale per un regime climatico giuridicamente vincolante per il periodo successivo al 2020. Un accordo in tal senso valido per tutti i Paesi dovrà essere approvato a fine 2015 nel contesto della Conferenza sul clima che si terrà a Parigi. Le emissioni di gas serra dovranno essere ridotte in misura tale che, a livello globale, le temperature non saliranno di oltre 2 gradi rispetto al periodo preindustriale. Secondo calcoli scientifici, il cosiddetto obiettivo dei 2 gradi potrà essere raggiunto soltanto riducendo i gas serra del 50 - 85 per cento rispetto al 1990.

Tutti i Paesi sono invitati a presentare entro la primavera del 2015 le proprie proposte di riduzione. Nel corso della seduta odierna, il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) di sottoporgli entro fine anno delle proposte concrete relative all'obiettivo di riduzione da attuare dopo il 2020 (cfr. riquadro 1). 

Punti cardine della legislazione sul clima dopo il 2020

Il Consiglio federale intende ridurre ulteriormente e in modo sistematico i gas serra emessi in Svizzera. L'obiettivo nazionale di riduzione per il periodo successivo al 2020 dovrà essere compatibile con l'impegno internazionale di fornire un contributo adeguato all'obiettivo di riduzione dei 2 gradi. Per questo, gli strumenti previsti dalla legge sul CO2 dovranno essere portati avanti con coerenza nonché rafforzati in certi punti. Entro la metà del 2016, il DATEC elaborerà un progetto riguardante i seguenti punti cardine e lo porrà in consultazione:

  • la tassa sul CO2 per i combustibili il cui importo sarà fissato in anticipo in base agli obiettivi intermedi (con misure di sostegno all'economia);
  • il sistema di scambio di quote di emissioni per le industrie con un livello elevato di emissioni di gas serra nonché gli impegni di riduzione per le imprese esentate dal pagamento della tassa sul CO2;
  • la valutazione dell'opportunità di introdurre prescrizioni tecniche nel settore degli edifici. Le misure di promozione dovranno essere ridotte gradualmente dopo il 2020 e infine cessare;
  • l'inasprimento, di pari passo con l'UE, delle prescrizioni concernenti le automobili nuove e i veicoli commerciali leggeri;
  • l'assoggettamento degli importatori di carburante all'obbligo di compensare una parte delle emissioni di CO2 provenienti dal traffico adottando misure in Svizzera ed eventualmente anche all'estero;
  • la valutazione dell'opportunità di una tassa sul CO2 per i carburanti quale misura sussidiaria per i casi in cui altri strumenti non sono sufficientemente efficaci, tenendo conto delle imposte già esistenti;
  • l'ulteriore sviluppo della strategia per l'adattamento alle conseguenze dei cambiamenti climatici.

Il progetto dovrà basarsi sulle disposizioni costituzionali esistenti. Con un'approvazione della nuova base costituzionale per un sistema di incentivazione nei settori del clima e dell'energia, la cui elaborazione è stata impartita oggi dal Consiglio federale al Dipartimento federale delle finanze (DFF) e dal DATEC (cfr. il comunicato stampa del 21 maggio 2014 del DFF «Mandato del Consiglio federale per un avamprogetto concernente il passaggio al sistema di incentivazione nel settore del clima e dell'energia»), queste disposizioni saranno integrate nella legislazione sul clima. I lavori concernenti il sistema di incentivazione nei settori del clima e dell'energia come pure la legislazione sul clima per il periodo successivo al 2020 verranno strettamente coordinati.

Attualmente si rinuncia a un aumento dell'obiettivo di riduzione prima del 2020

La legge sul CO2 attribuisce al Consiglio federale la competenza di innalzare l'obiettivo di riduzione del 20 per cento per il 2020 fino al 40 per cento, conformemente alle convenzioni internazionali. Sulla scena internazionale, la Svizzera aveva prospettato la possibilità di valutare un aumento dell'obiettivo di riduzione al 30 per cento a condizione che gli altri Paesi industrializzati si vincolino a un impegno analogo e che anche i Paesi in sviluppo contribuiscano in misura adeguata alla riduzione delle emissioni. Finché simili condizioni non saranno realizzate, il Consiglio federale non fisserà per la Svizzera l'obiettivo di riduzione a un livello più elevato.

Riquadro: Elementi dell'obiettivo di riduzione per la Svizzera dopo il 2020

La politica climatica internazionale, soprattutto quella dell'Unione europea, caratterizzerà l'indirizzo della politica climatica svizzera discusso oggi in Consiglio federale. La Commissione europea ha proposto un obiettivo di riduzione a livello europeo del - 40 per cento fino al 2030. Nel 2012, la Svizzera ha emesso pro capite 6,4 tonnellate di CO2 equivalenti, mentre le emissioni dell'UE sono state pari a 9,6 tonnellate. La proposta di riduzione della Svizzera dovrebbe scaturire, da un lato, dall'andamento delle emissioni a livello nazionale e, dall'altro, dall'entità delle misure computabili all'estero.


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