Entrato in vigore l’accordo tra la Svizzera e la Cina sull’importazione e il rimpatrio di beni culturali

Berna, 08.01.2014 - L’accordo volto a tutelare il patrimonio culturale mobile della Svizzera e della Cina migliora la protezione dei reperti archeologici fino al 1500 d. C., particolarmente minacciati da saccheggi. L’esecuzione dell’accordo in Svizzera è di competenza del Servizio specializzato Trasferimento internazionale dei beni culturali dell’Ufficio federale della cultura.

L’accordo bilaterale mira a contribuire alla conservazione, alla tutela e allo scambio dei beni culturali mobili di entrambi gli Stati ed è volto a impedire il commercio illecito di beni culturali. Si tratta in primo luogo di reperti archeologici risalenti fino al 1500 d.C. circa. Questi oggetti, particolarmente tutelati in entrambi gli Stati, sono d’importanza fondamentale per il patrimonio culturale.

L’accordo prevede tra l’altro un nuovo disciplinamento per l’importazione dei beni culturali: in futuro, al momento dell’importazione in Svizzera, verrà controllato se sono state adempiute le disposizioni di esportazione della Cina. Inoltre, l’accordo contiene disposizioni che semplificano le modalità di rimpatrio dei beni culturali importati illecitamente e agevolano la collaborazione per una migliore conservazione del patrimonio culturale.

Il consigliere federale Alain Berset ha siglato l’accordo con la Cina il 16 agosto 2013 a Pechino. La Svizzera ha già concluso accordi bilaterali analoghi sull’importazione e il rimpatrio di beni culturali con Italia (20.10.2006), Perù (28.12.2006), Grecia (15.05.2007), Colombia (01.02.2010), Egitto (14.04.2010) e Cipro (11.01.2013).


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Benno Widmer, responsabile del Servizio specializzato Trasferimento internazionale dei beni culturali, sezione Musei e Collezioni, Ufficio federale della cultura
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