Il Consiglio federale respinge l’iniziativa sull’oro

Berna, 20.11.2013 - In occasione della sua seduta odierna il Consiglio federale ha licenziato il messaggio concernente l’iniziativa «Salvate l’oro della Svizzera (iniziativa sull’oro)». Il Consiglio federale raccomanda di respingere l’iniziativa senza controprogetto. L’accoglimento dell’iniziativa limiterebbe la capacità operativa della Banca Nazionale Svizzera (BNS). L’iniziativa porrebbe ostacoli al perseguimento di una politica monetaria e valutaria intesa a garantire la stabilità dei prezzi e a contribuire allo sviluppo stabile dell’economia. Inoltre verrebbe pregiudicata la distribuzione degli utili a Confederazione e Cantoni.

L’iniziativa chiede che la Banca Nazionale Svizzera (BNS) debba detenere almeno il 20 per cento dei suoi attivi sotto forma di oro e che in futuro queste riserve auree non possano più essere vendute. Essa esige inoltre che le riserve auree siano depositate in Svizzera.

Gli iniziativisti partono dal presupposto che le riserve auree aumentino di principio la stabilità monetaria. Da molto tempo l’oro non ricopre però più un ruolo di primaria importanza nella stabilità monetaria. La BNS ha il mandato di garantire la stabilità dei prezzi e di tener conto a questo fine dello sviluppo congiunturale. Tra la stabilità dei prezzi e la quota di oro nel bilancio della BNS non esiste però alcun nesso. La stabilità dei prezzi è invece garantita dal fatto che la BNS, in veste di istituzione indipendente, approvvigiona l’economia con denaro e che attraverso una chiara e trasparente politica monetaria e valutaria assicura la fiducia nella stabilità del valore del franco. Un’elevata e invendibile quota di oro negli attivi complicherebbe significativamente la politica monetaria e valutaria e, di conseguenza, l’adempimento del mandato legale.

Con riferimento ai provvedimenti in materia di politica monetaria a tutela dell’economia svizzera bisognerebbe considerare fin dall’inizio le ripercussioni dell’iniziativa sulla struttura di bilancio della Banca nazionale. La politica monetaria ne verrebbe ostacolata. Provvedimenti quali la politica dei tassi minimi di cambio nei confronti dell’euro oppure misure ad ampio raggio per garantire la stabilità finanziaria non potrebbero più essere annunciati e attuati con la medesima risolutezza.

Attualmente, nel confronto internazionale, con 1040 tonnellate la Svizzera dispone di considerevoli riserve auree. Nel contesto della diversificazione delle riserve monetarie della BNS, queste rivestono un ruolo importante. Se considerato a parte, l’oro costituisce uno dei tipi di investimento più soggetti a variazioni e quindi rischioso nel bilancio della BNS. Nel caso di un’elevata quota d’oro, il rischio dell’investimento aumenterebbe e le rendite diminuirebbero in quanto l’oro non genera ricavi correnti sotto forma di interessi o dividendi. A causa del divieto di vendita non si potrebbero neppure realizzare eventuali utili di valutazione sull’oro. Il potenziale di ricavo ridotto causerebbe anche una minore distribuzione di utili a Confederazione e Cantoni.

L’accettazione dell’iniziativa limiterebbe la capacità operativa della BNS. La capacità operativa e l’indipendenza della BNS sono però premesse indispensabili affinché essa possa soddisfare il suo mandato costituzionale anche in futuro. Il Consiglio federale propone pertanto di raccomandare a Popolo e Cantoni di respingere l’iniziativa popolare.


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